Il primo appuntamento.

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Un altro trillo di campanello, sta volta più lungo del primo mi costrinse ad alzarmi, anche se andare ad aprire era l'ultima cosa che avrei voluto fare. Pioveva a dirotto e grossi goccioloni d'acqua si abbattevano con violenza contro le finestre del salotto.

Nell'avvicinarmi alla porta avevo sentito la tv mandare in onda il nuovo video degli EXO "Wolf". Pensai a quanto Min fosse eccitato per l'uscita del nuovo singolo, del nuovo album, del grandioso giro di pubblicizzazione che avrebbe dovuto fare. Mi raccontava che era merito di quella canzone se ci eravamo conosciuti, perché di solito lui trascorreva gran parte dell'anno in Cina, mentre per prepararsi a questo comeback aveva trascorso gli ultimi 16 mesi in Corea.

Se non fosse stato per "Wolf" quelle ragazzine non mi avrebbero mai fatta cadere a terra, lui non mi avrebbe aiutata ad alzarmi ed invitata ad uscire la prima sera libera dopo un mese di frenetici impegni, con la scusa che doveva farsi perdonare per l'accaduto.

Non potei fare a meno di pensare al nostro primo appuntamento.

Mi aveva chiesto di uscire dopo circa un mese passato a ripetermi che era per colpa sua se ero finita lunga lunga a terra e quindi doveva farsi perdonare. Più tardi capii che era solo una scusa e che voleva semplicemente rivedermi. Neanche a dirlo, io non volevo assolutamente accettare. Cominciare a parlare tramite WeChat o Weibo era già stata dura per me, per non parlare poi di passare al livello successivo: dargli il numero di telefono. Lui un idol, io una semplice studentessa. Cosa ci saremmo potuti raccontare? In molti ci avrebbero visto la classica storia d'amore, per me era solo fonte di ansia e preoccupazione. Sapevo perfettamente che il rapporto uomo-donna in Corea era totalmente diverso da quello che ero abituata a vivere in Italia. Le ragazze coreane si mostravano molto più timide, riservate. Paragonate a loro, io ero molto più simile ad un camionista! Spigliata e con pochi peli sulla lingua, temevo che il mio atteggiamento potesse infastidirlo, io che di galateo coreano ne sapevo molto poco. Le prime telefonate di pochi minuti, strappate ai suoi allenamenti ed alle prove, mi avevano davvero mandata in tilt. Mi scoprii terribilmente timida nel parlare con quel ragazzo dalla voce dolce e dalla risata contagiosa. Non sapevo cosa raccontargli, tutto mi sembrava terribilmente insignificante e la sua gentilezza nel chiedermi qualcosa della mia vita, mi sembrava un semplice gesto di cortesia. "Non gli interessi! Se lo fa è solo perché si sente in colpa. In fondo, se ti sei slogata la caviglia è stato per merito suo e delle sue fan sceme!". Poi divenne più naturale, in fondo, mi chiamava tutti i giorni e, quando cominciai ad aprirmi di più, lui sganciò la bomba.

Perché non ci vediamo? Ci prendiamo un caffè insieme. Devo farmi perdonare per la tua povera caviglia.

Boom. Il vuoto. Il fungo atomico e poi il nulla. Non risposi. Non sapevo cosa rispondergli e mi sbalordii di me stessa. Il cuore mi batteva all'impazzata che, se non fosse che gli infarti colpiscono essenzialmente uomini dopo una certa età, ero sicura di morire lì per lì.

Però, se non ti va.. Non fa niente.- nella sua voce c'era un po' di delusione.

Deglutii e gli risposi che, appena si fosse liberato, ci saremmo visti.

Detto, fatto. Due giorni dopo mi mandò un messaggio con ora e luogo dell'appuntamento, scusandosi per il fatto che non aveva potuto chiamarmi poiché impegnato alla SM. Fu l'inizio della fine. Cosa mettermi? Gonna o pantalone? Ma la gonna non è troppo provocante? Sì, però i pantaloni ti segnano il sedere. Come truccarmi? Qualcosa di semplice, stile Heidi guanciotte rosa e ciglia lunghe o qualcosa di più sofisticato, della serie "incontro celebrità ogni giovedì all'ora del the"? Come acconciare i capelli? In quei due giorni divenni insopportabile per me stessa, figuriamoci per chi ci stava attorno. Daria ormai girava per casa con i tappi nelle orecchie per non sentire la mia indecisione ed io mi strappavo i capelli perché non riuscivo a trovare il reggiseno adatto alla maglietta che avevo deciso di indossare, che poi non misi più perché poco prima di uscire me la imbrattai con il lucidalabbra. Un delirio. Tutto questo mentre Min mi riempiva di messaggi in cui diceva che non vedeva l'ora di rivedermi. Sempre per farsi perdonare. Il colmo.

Eppure quel pomeriggio, quando poi lo incontrai, sembrò che non ci vedessimo solo dal giorno prima. Lui non fu insistente ed io mi sentii incredibilmente calma, come se quello fosse il posto giusto in cui trovarsi al momento giusto.

Ripensarci mi provocò una dolorosa fitta allo stomaco.

"Chissà se lo rivedrò ancora."

fuori la porta • Kim MinSeok Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora