Capitolo 2: La difficile vita di una prostituta

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Dopo aver camminato per una decina di minuti, Caroline finalmente raggiunse la casa privata dove lavorava.
Il bordello si poteva vedere grazie a una pacchiana luce al neon rosa, nonostante tutto l'edificio era ben tenuto, la costruzione doveva risalire agli inizi del 1900, le ampie vetrate che si affacciavano sulla strada erano state con cura coperte da delle spesse tende dorate che non permettevano a chi veniva da fuori di spiare all'interno.
Caroline si diresse ancheggiando verso il grande portone in legno d'acero, prese in mano il pesante battiporta placcato in oro a forma di testa di leone e bussò per tre volte.

Caroline si diresse ancheggiando verso il grande portone in legno d'acero, prese in mano il pesante battiporta placcato in oro a forma di testa di leone e bussò per tre volte

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Il pesante portone si aprì pochi secondi dopo.
Aveva aperto una ragazzina che aveva meno di vent'anni con indosso solo un completino intimo nero con delle calze a rete rosse. La ragazzina dagli occhi azzurri e dai capelli biondi esclamò:"Caroline! Il capo ti sta cercando! Sei in ritardo!", Caroline passandosi una mano su un ciuffetto di capelli neri che andava per conto suo disse:"digli che arrivo subito... intanto sono nella mia stanza", si diresse verso uno dei tanti corridoi che erano collegati alla hall del bordello.

Alla fine del corridoio spostò una tenda rossa ed entrò in una stanzetta illuminata solo da una flebile luce di un vecchio neon che stava sopra a uno specchio rotondo crepato in parte ma ancora utilizzabile.
Caroline si sedette sul divanetto blu e si mise il rossetto rosso con calma. Si alzò in piedi, era preoccupata ma non lo dava molto a vedere, in fondo era abituata. Si diresse verso l'ufficio del suo capo, un uomo che sembrava aver cinquant'anni ma che in realtà ne aveva molti meno.
Caroline bussò alla porta, una voce maschile e molto profonda rispose:"avanti Caroline. Ti stavo aspettando.", il tono era freddo e autoritario.
Caroline aprì la porta ed entrò nell'ufficio che era colmo di poster di varie donne senza veli, c'erano alcune librerie. Più che contenere libri c'erano vari DVD e opuscoli tutti riguardanti il mondo del porno. Appesi alla parete quasi come dei trofei di caccia c'erano foto autografate di importanti attrici pornografiche e alcuni giocattoli sessuali messi per decorazione.
Al centro della sala sul pavimento in legno capeggiava un tappeto fatto con la pelliccia di tigre bianca, poco più in là c'era l'ampia scrivania in marmo bianco, sopra c'era un computer stile anni '90 e manette pelose che erano sparse un pò ovunque. L'uomo sedeva sopra una poltrona verde con ricami di fiori dorati, contava con cura le mazzette guadagnate dalle ragazze. Caroline deglutì a fatica, tremava e sperava che questo il capo non lo notasse.
"Siediti Caroline", disse l'uomo, Caroline senza esitazione eseguì.
"So che mi stava cercando...", fardugliò lei flebilmente, l'uomo si alzò in piedi senza rovinare il suo completo color bianco panna di seta che risaltava la sviluppata muscolatura e mentre si accendeva una sigaretta disse:"si, questa è la seconda volta che arrivi in ritardo sul lavoro. Sai bene che alla terza dovrò punirti, per fare in modo che non c'è ne sia una quarta ovviamente", rise di gusto alla fine della frase e con la mano piena di anelli le accarezzò la guancia continuando:"non mi piacerebbe rovinare questo bel faccino dolcezza...", Caroline rimaneva in silenzio e sussurrava flebilmente delle scuse con la poca voce che le rimaneva in gola, il capo aggiunse inseguito:"oppure puoi evitare di presentarti alla terza volta. Mi faresti risparmiare molto tempo", finita la frase lasciò uscire il fumo dalla bocca facendo dei cerchiolini, Caroline in preda al panico esclamò:"No la prego! Io ho bisogno di questo lavoro... la prego...", le tremava la voce e gli occhi erano lucidi, tremava molto e si percepiva la disperazione che provava, l'uomo strinse i denti per un attimo, facendo risaltare la muscolatura della mascella ghignando, aveva ottenuto quello che voleva. Fece un ampio sorriso dicendo:"per questo ci conto che non capiti una terza volta, ora puoi andare a lavorare".
Caroline lo ringraziò flebilmente, era sollevata  ma anche frustrata, odiava umiliarsi in questo modo ed odiava essere umiliata. Un senso di vergogna l'assaliva. Iniziò a lavorare.
Quando finì il turno erano le quattro del mattino. Era sfinita, il trucco era colato e sbavato, il rossetto si era sparso un pò per tutto il viso, aveva gli occhi stanchi e i capelli spettinati, si sentiva uno schifo, come sempre ad ogni fine del turno.
Si lavò la faccia nel lavandino del bagno in comune, si sistemò il trucco e i capelli come meglio poteva. Uscì, ad un tratto mentre camminava verso casa le squillò il telefono, era suo marito Drake che l'avvisava che in casa c'erano importanti ospiti e che quindi non doveva disturbare. "Fantastico quindi mi tocca passare il resto della notte fuori", sibilò Caroline arrabbiata e stanca, preoccupata da morire per la sua bambina. Guardò l'orologio e poi si sedette sulle gradinate di un edificio per pensare, quando la sua attenzione fu attirata da un pullman che diceva "Capolinea: Central Park".
Caroline salì sul pullman prima della chiusura delle porte e si sedette vicino al finestrino, il pullman era totalmente vuoto.
Gli occhi di Caroline si fecero pesanti e non rimase sveglia per molto tempo. Dormì per una ventina di minuti, fino a quando l'autista la scosse e disse:"signorina siamo al capolinea", Caroline si svegliò di colpo e vide l'ora. Mancavano ancora pochi minuti all'alba.
Si scusò con l'autista e scese a Central Park.
Iniziò a camminare per il parco e dopo diversi minuti raggiunse il Jacqueline Kennedy Onassis Reservoir, era l'alba e Caroline guardava i riflessi del sole sull'acqua del lago. Era uno spettacolo meraviglioso.

Era in piedi e si sporse, forse troppo, perse l'equilibrio e ci finì dentro

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Era in piedi e si sporse, forse troppo, perse l'equilibrio e ci finì dentro. Non sapeva nuotare, stava affogando, perse i sensi.
Percepi una mano che l'afferrava per la vita e la tirava fuori dall'acqua, era stata salvata appena in tempo. Ma da chi?

Angolo Autrice:
Ciao a tutti! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!
Chi sarà mai il misterioso salvatore di Caroline?
Lo scopriremo nel seguito!
Ci vediamo nel prossimo capitolo!

Angolo Autrice:Ciao a tutti! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!Chi sarà mai il misterioso salvatore di Caroline?Lo scopriremo nel seguito!Ci vediamo nel prossimo capitolo!

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