Capitolo 6: Conosciamoci meglio

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Pov Rowen

Aveva iniziato a rabbrividire.
Stringevo le labbra, cercando di capire come potevo calmarla.
Probabilmente mi ero decisamente comportato male.
Sono stato abituato ad avere qualunque donna, sempre e ovunque.
Ma lei non sembrava essere quel tipo di donna che puntava al mio conto in banca.
Volevo conoscerla.
E averla.
Ma dovevo essere cauto, razionale e non lasciarmi guidare dal continuo pulsare della mia erezione.
Feci un lungo respiro per calmarmi, mi perdevo nei suoi bellissimi occhi verdi, dolci e vivi.
"Dimmi Caroline... voglio sapere di te, quanti anni hai?", rimasi serio, coprendo il mio problema con un cuscino, lei sorrise e con voce dolce mi rispose:"ho... trent'anni", ricambiai il suo sorriso:"io ne ho quaranta...", gli avrei dato cinque anni in meno.
Sembrava molto più giovane, le guance morbide e leggermente paffute colorate da quel suo rossore così adorabile, mi avevano fatto credere che fosse molto più piccola.
Giocava con i suoi riccioli corvini, tenendo labbra schiuse.
"Che lavoro fai...?", mi chiese timidamente, l'occhio mi scivolò sulla camicia che indossava, era troppo grande e lasciava parzialmente vedere il seno, sentì nuovamente il mio basso ventre infiammarsi:"sono un dirigente di un'importante impresa, appartiene alla mia famiglia da generazioni", la donna mi guarda leggermente confusa e annuì timidamente mentre io cercavo di mantenere la calma.
Le sfiorai la mano con le dita:"Tu che lavoro fai invece Caroline?", lei rimase in silenzio, rossa, forse per la vergogna.
Scosse la testa, non volendomi rispondere.
Strinsi le labbra cambiando domanda, sta volta le chiesi dove viveva.
Tentennò.
Rispose sussurrando, era imbarazzata:"vivo... nei bassi fondi", la guardai.
Quello sorpreso questa volta ero io, come faceva una donna così bella a vivere nelle difficili e malfamate periferie di questa dannata città?
Lei mi osservava, seguiva i miei movimenti con i suoi bellissimi occhi:"Tu... vivi con qualcuno?", mi chiese.
Scossì la testa:"sono un eterno scapolo", feci la mia miglior risata calda, facendole l'occhiolino, lei arrossì di nuovo.
Dio quanto mi faceva impazzire.
Le riproposi la stessa domanda. La risposta mi lasciò con l'amaro in bocca.
Era sposata e aveva una bambina piccola.
Ci rimasi male, strinsi i denti deluso mentre ingoiavo faticosamente quel boccone amaro.

Pov Caroline

Gli iniziai a parlare dell'incontro con mio marito, di come fosse orribile il mio matrimonio, parlai della mia dolce Silas.
Di quanto l'amavo e di quanto mi sentissi in colpa, non riuscendo ad offrirle la vita che meritava.
Rowen restava ad ascoltarmi pazientemente, era così dolce e premuroso con me.
Non era come gli altri uomini, era diverso e questo mi piaceva molto di lui.
Mi prese piano le mani, mi guardò negli occhi:"se ti serve aiuto con la piccola io potrei...", lo fermai scuotendo la testa:"No Rowen, non voglio darti disturbi o abusare della tua gentilezza...", gli sorrisi e lui strinse le labbra, sussurrando appena qualcosa che non compresi.

Pov Rowen

A quel dolce rifiuto sussurrai appena:"puoi abusare di me quanto vuoi bambolina...", lei non capì fortunamente. E io mi offrì di riportarla a casa.

Pov Caroline

Mi offrì un passaggio, strinsi le labbra, ci pensai.
Mi vergognavo a mostrargli dove vivevo ma andare a piedi significava sacrificare quasi tutta la giornata.
Accettai.
Rowen prese i miei vestiti, li aveva lavati e messi nell'asciugatrice, profumavano di sapone di Marsiglia e vaniglia. Mi mandava in estasi.
Entrai in bagno, mi misi il vestito e le scarpe e quando tornai in sala lui era lì.
Già vestito e pronto per uscire.
Portava una camicia nera in parte aperta e dei jeans neri dello stesso colore che slanciavano la sua possente figura.
Prese le chiavi di una macchina sportiva europea, mi sorrise:"sei molto bella, andiamo?", annuì arrossendo, mi sfiorò con la sua mano piena d'anelli i fianchi, come per guidarmi verso il piccolo corridoio dal quale eravamo arrivati.
Chiamò l'ascensore, una volta dentro premette il tasto per il parcheggio sotterraneo.
Una volta lì mi ritrovai a bocca aperta, davanti ad una Lamborghini Aventador nera.
Mi aprì la portiera, era la prima volta che entravo in una macchina di lusso.
Salì, partì sgommandò e mi strinsi al sedile in pelle rossa.
Eravamo in strada.

Angolo autrice

Siamo giunti anche alla fine di questo capitolo! Mi scuso se aggiorno poco, ma cercherò di essere più attiva!
Ci rivediamo nel prossimo capitolo di Amore di strada!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 09, 2018 ⏰

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