Family Snapshot - 5

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       In realtà il progetto iniziale è come al solito semplice e geniale, il segreto è pensare che tutto avviene in nome della conservazione della specie, ovvero in nome dell'evoluzione.

Noi tutti partiamo dalle nostre famiglie, perché siamo fatti di chimica, di sostanze, di cellule, molecole, virus, occhi, mani, braccia, dna che formano il nostro corpo, la nostra struttura di base, e questo è il nostro cinquanta, sessanta, per cento.

Poi nostro padre, nostra madre ci dicono quello che è giusto e quello che è sbagliato, vivono affianco, sopra di noi, noi li replichiamo, sono già dentro di noi, ma noi gli diamo ancora spazio, un altro venti per cento di noi.

Poi arriva il mondo esterno, e lì, come per i genitori, non siamo noi a scegliere, non dipende da noi dove cresciamo dove viviamo i primi dieci, venti anni della nostra vita, i nostri amici, i nostri fratelli, un altro venti per cento della nostre idee.

Insomma, a venticinque, trenta anni, ci rimane uno scarso dieci per cento per evolvere, per decidere cosa portare con noi delle nostra natura e delle nostre radici, e cosa inventare di nuovo.

Quando incontriamo la nostra donna o il nostro uomo, dovremmo essere in grado di costruire un nuovo modo di essere, la sintesi migliore tra due nature e due radici, è già nella nostra scelta del partner, per fortuna, inconsapevoli, spinti da leggi più forti e intelligenti di noi, siamo attratti, se ci va bene, da chi è diverso e può completarci.

In verità quasi sempre non ci riusciamo, nella maggior parte dei casi, dopo qualche tentativo iniziale torniamo indietro alla nostra famiglia di partenza, non siamo così intelligenti da evolvere grazie alla sola forza della nostra ragione, i nostri matrimoni falliscono, o se vanno avanti diventano tristi.

Allora Chi ci ha creato ha pensato, quasi subito, che dovevamo essere costretti a evolvere, e quindi ha inventato i figli, che naturalmente, in modo automatico, fanno la sintesi. La fanno a caso, a dir la verità, secondo regole statistiche, come lavorano le leggi matematiche che regolano il mondo, e a disposizione dell'evoluzione c'è unicamente la migliore probabilità, mai il cento per cento.

Io sono ormai sicuro che non fosse realmente possibile fare di meglio, un sistema matematico perfetto ci avrebbe rubato tutti i sorrisi.

Per tutto questo se non crediamo nel futuro e nell'evoluzione non possiamo amare i nostri figli, se crediamo solo nel passato i nostri figli possono solo farci paura come tutti quelli che sono diversi da noi.

Per questo i nostri figli possono essere per noi una minaccia, un pericolo, e noi non ci rendiamo conto di non amarli, e sono solo le nostre azioni, le cose che facciamo che ci smascherano.

L'amore è vero nei fatti.

                                                                                  * * * *

La prima volta che provai a prenderle la mano, in uno di quei pomeriggi mentre passeggiavamo insieme, lei la ritrasse, si irrigidì e la mantenne stretta al fianco, come se avessi potuto riprovarci una seconda volta con la forza, il suo respiro si fece agitato e rimase in silenzio. Io sorrisi di me, non mi vergognai, e fui contento di averci provato per primo. Doveva essere chiaro che non ero un uomo timido, poi qualche giorno dopo fu lei a prendere con decisione la mia mano nella sua.

Ci baciammo, poi ci abbracciammo, parlammo, passeggiammo.

Lei sorrideva, abbassava un po' lo sguardo e sorrideva, ed io ero felice di vederla così, perché la prima volta che l'avevo vista aveva parlato tanto ma non aveva mai sorriso.

Nei discorsi a volte cadevamo nelle allusioni, provavamo a dirci che un giorno avremmo potuto fare l'amore, e a quel punto Ada sorrideva da bambina, poi, quando io provavo a cambiare argomento, era lei che ci tornava subito.

All'improvviso aveva paura, gli occhi le si intristivamo e faceva fatica a trattenere le lacrime, mi stringeva la mano con forza, al punto da farmi male, io non ero per niente convinto che la sua infanzia fosse stata così bella come mi aveva raccontato, e d'altra parte non avevo mai conosciuto un cattolico felice.

Quell'anno, l'ultimo giorno, ci salutammo con un bacio, forse Ada aveva già deciso che ci saremmo sposati, io, oggi, non riesco a ricordare se avevo fatto di tutto per mostrarmi migliore. Io ero lì a giocarmi l'occasione della mia vita.. Ad ogni modo lei deve aver pensato che io potessi salvarla.

Alziamo i muri, costruiamo i nostri rifugi, per paura, ci sorprendiamo infelici nelle nostre tane, proviamo a fuggire e moriamo uccisi dalla libertà.

Non so, forse a quel tempo fu proprio la mia leggerezza a conquistarla, ma, sia che interpretassimo i salvatori o quelli da salvare, non potevamo certo pensare in quei giorni che saremmo diventati l'uno la prigione dell'altra.

Dove nasce la paura? Dove nasce la violenza?

Esistono i peccati e i sensi di colpa.

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