Appena usciti dell'appartamento i tre vennero investiti da una folata di vento gelido.
《Sono giorni che la temperatura oscilla intorno agli 0 gradi. Non mi sorprenderei se nevicasse!》esclamò Watson un po' per rompere il ghiaccio, un po' per porre fine all'imbarazzante silenzio. Dopo il breve ordine datogli dal comoagno nessuno aveva proferito parola. Era uno dei tanti talenti di Holmes, riuscire a zittire chiunque avesse davanti.
《Oh, la prego, risparmi le sue noiose osservazioni sul tempo atmosferico per un altro momento, anzi sarebbe meglio se non c'è ne rendesse affatto partecipi. Piuttosto cerchi di procurare un passaggio.》
Quasi come se l'avesse sentito, un cocchiere alla guida di una piccola ma apparentemente comoda carrozza nera si fermò proprio davanti a loro. John spalancò la portiera e fece salire la signorina (come si addice a un vero gentiluomo britannico). Dopo fu il turno di Sherlock, che sedendosi su uno dei sedili roteò gli occhi in direzione dell'amico, esasperato dall'esagerata abnegazione che mostrava verso qualunque rappresentante del gentilsesso.
L'altro sbuffò e gli si sedette di fianco. Una volta chiuso lo sportello entrambi posarono il loro sguardo su Lady Landrave.
《Mi scusi, non mi sono ancora presentato. Dottor John Watson, e lei è...?》
《Una cliente, Watson》si intromise Holmes 《è tutto quello che deve sapere.》
Poi si rivolse alla Signorina Elizabeth 《Mi parli del morto.》
Lei ssussultò, le sue guance si bagnarono di lacrime.
《Holmes!》lo rimproverò John, stringendo la mano della ragazza.
《Perdoni i miei modi schietti, non intendevo offenderla in alcun modo, solo, odio perdermi in inutili giri di parole. Risolvere al più presto questo caso rientra nell'interesse di tutti noi, ne conviene?》
Lei annuì e si strofinò gli occhi.
《Lui è... era giovane, più giovane di me, aveva 23 anni. Arrivò qui dalla Francia un anno e mezzo fa, lo conoscevo da otto mesi, ormai. Oh, signor Holmes, aveste visto com'era buono, una persona talmente solare, per non parlare della sua bellezza Tutti la notavano immediatamente, catturava lo sguardo dei passanti ...》
Per un secondo lo sguardo della giovane si velò di tristezza.
Sherlock fece una smorfia di noia mista a disapprovazione, John gli diede un calcio nello stinco.
Proprio in quel momento riecheggiò la voce profonda del cocchiere
《Il traffico si è sbloccato, dove vi porto?》
《Whitechapel Road, grazie》gli rispose dopo un attimo la ragazza. Lui rimase zitto, si capiva che stava riflettendo sulla decisione da prendere. Dopo qualche istante scoccò la frusta e i cavalli iniziarono a muoversi.
《Whitechapel è il quartiere più malfamato di tutto l' Est End di Londra, in che razza di guai è andata a cacciarsi, signorina?!》domandò John sbigottito.
Lady Landrave non rispose, si limitò a guardare fuori dallo sporco finestrino.
Vedeva il panorama mutare sotto i suoi occhi: le librerie e i caffè, pieni di uomini grassi e ben vestiti lasciavano lentamente il posto a immagini più crude; operai sporchi e stanchi si spostavano da una fabbrica all'altra, mentre numerose donne stavano appoggiate ai lampioni, lanciando sguardi provocanti e muovendosi in modo sensuale.
Ormai era abituata allo squallore dei sobborghi londinesi, era passata di lì così tante volte negli ultimi mesi. Trovava che in quella decadenza ci fosse qualcosa di malinconico, triste e poetico allo stesso tempo.
《Capisco perché ha preferito tenerla nascosta a suo padre.》
La voce di Sherlock Holmes la fece tornare alla realtà. Gli rivolse uno sguardo interrogativo.
《La relazione fra lei e la... presunta vittima》
《Signor Holmes questi non sono affari suoi》replicò secca. Nonostante la sicurezza nella sua voce, quell'affermazione l'aveva scossa, lo si notava dal volto pallido e dalle mani serrate a pugno, che stringevano la stoffa azzurra della sua gonna. La tendeva a tal punto che sembrava potesse strapparsi.
《A proposito, non ha ancora finito di raccontare la sua storia. In verità non ha fatto nemmeno il nome del giovane di cui parlava》
Era stato John a parlare, con sorpresa degli altri due passeggeri.
《Ha ragione Dottor Watson》si scusò《me ne ero scordata.》
Fece un respiro profondo e riprese a narrare.
《Si chiama, be si chiamava, Sebastien Morin. Come ho detto abitava a Londra da quasi due anni. Veniva da una famiglia povera, e quando suo cugino, Lauren, mi pare, gli propose di trasferirsi qui in inghilterra con la promessa di un posto nella fabbrica in cui lui già lavorava, accettò l'offerta senza pensarci due volte. Gli sembrava la scelta migliore: avrebbe potuto costruirsi una nuova vita e allo stesso tempo aiutare la propria famiglia inviando loro una parte dello stipendio.
Purtroppo i suoi sogni dovettero scontrarsi con la dura realtà. Le sue mani delicate e il corpo esile non si addicevano al lavoro pesante, la paga era misera, a malapena riusciva a sostenere la spesa dell'affitto.
Sembrava che la situazione non potesse in alcun modo peggiorare, quando Lauren si ammalò di tubercolosi e ne morì, il capo della fonderia licenziò Sebastien e si ritrovò solo per le buie strade di Londra. Fu allora che Lui lo trovò...》
《Mi scusi, chi intende con "Lui" ?》chiese Watson confuso.
《Mio caro Dottore, lasci che la signorina finisca il suo racconto, poi potrà esporre i suoi dubbi e porre tutte le domande che ritiene opportune.》
Lady Landrave sembrò sollevata dall'intervento di Sherlock, al contrario di John, che appariva abbastanza stizzito.
《Insomma》proseguì 《lo aiutò a rimettersi in piedi, e lo prese sotto la sua ala protettrice. In cambio doveva solo sbrigare alcuni lavori per lui e fargli dei piccoli favori...》
《Può bastare.》la interruppe Holmes.
Lei rimase un po' interdetta da quella risposta così dura.
《Credo di aver capito a chi si riferisce》continuò allora lui, vagamente seccato《e penso sia meglio che non divulghi ulteriori informazioni sul suo conto.》
Il cocchiere li interruppe nuovamente.
《Siamo arrivati a Whitechapel road, signori. Le strade qui sono troppo strette, ci passano solo i muli e gli operai. Persino la mia piccola carrozza non riuscirebbe a circolarci; dovete scendere》
Il Dottor Watson stava per spalancare la portiera, ma fu preceduto dalla mano decisa di Elizabeth che scese senza esitazioni dalla vettura.Il tanfo emanato da animali e uomini era incredibilmente forte, quasi quanto il rumore proveniente dalle fabbriche e dalle case. Si potevano distinguere i suoni di pesanti macchinari, le urla stridule dei bambini e ancora quelle delle prostitute, che persino a quell'ora del mattino riuscivano a trovare dei clienti.
Avanzarono nella lunga via finché non raggiunsero un vicoletto che sembrava essere più sporco e malridotto di quelli che avevano appena oltrepassato.
《Questa è la fabbrica in cui lavorava.》li informò la donna indicando uno stabile in mattoni poco distante da dove si trovavano 《il suo appartamento è alla fine della strada. Anche se aveva cambiato occupazione non voleva trasferirsi... è lì che... il cadavere è ancora lì. La polizia ha già iniziato ad indagare. Non posso accompagnarvi oltre, spero possiate scusarmi.》
Detto questo si voltò nella direzione da cui erano arrivati e scomparve tra la folla.
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Cocaine || Johnlock
FanficÈ un giorno come tanti nella Londra vittoriana, freddo e nebbioso, quando inaspettatamente qualcuno suona il campanello del 221b; Sherlock Holmes e il suo immancabile compagno di avventure John Watson si ritrovano ad indagare su un nuovo, intricato...