3. Alla ricerca del pigiama perduto

41 5 4
                                    

Sono già le 18:00 e in capo ad un paio d'ore arriveranno le altre. Ho provato a chiamare anche Ermenegilda e Filomena cercando d'instillare in loro l'idea di un rinvio, ma entrambe si sono mostrate salde nella loro decisione proprio come Fiordaliso. Probabilmente - dopo la mia chiamata - le avrà contattate per metterle in guardia dal mio tentativo di boicottare il party.
A questo punto, l'unica soluzione è cercare un costume da pigiama. Forse, in questo modo, potrei non subire la trasformazione; d'altronde un costume è un costume e non un pigiama. Come ho fatto a non pensarci prima?

Dio benedica Google Maps; senza sarei come una talpa ubriaca alla luce del giorno. Ricordo ancora quella volta che riuscii a perdermi all'interno del mio stesso palazzo. Ero convinta, infatti, d'abitare al secondo piano e scendendo a piedi m'ero trovata ancora sul pianerottolo. Scesi una rampa di scale ancora e di nuovo vidi solo campanelli, porte e tappetini. Un'altra rampa e un'altra simile vista. Stavo forse impazzendo? Il mio palazzo era uno di quei luoghi magici di cui tante volte avevo letto immergendomi tra le pagine di libri di fantasia?
Semplicemente - come scoprii in seguito - abitavo al settimo piano.

Il negozio che vende o affitta costumi da festa e carnevale è un piccolo locale situato al secondo piano di un vecchio edificio fatiscente. Ci passo davanti ogni giorno per recarmi alla fermata del tram ma non è mai capitata l'occasione di entrarci. D'altronde non amo mascherarmi né ho mai trovato accattivante l'idea di utilizzare un travestimento per cambiare - momentaneamente - personalità e comportamento. Mi basta il problema con i pigiama a rendermi difficile la coesistenza con il resto dell'umanità, d'altra parte.

Appena entro, arriccio il naso per il forte odore di naftalina e chiuso. Il negozio, all'interno, è proprio ci si potrebbe aspettare dal di fuori: un piccolo e claustrofobico ambiente traboccante di costumi appesi o piegati svogliatamente e riposti su scaffali polverosi.
-Salve!- la voce mi esce strozzata- C'è qualcuno?
Il silenzio accresce la spiacevole sensazione di inquietudine che sento invadermi dal momento in cui ho messo piede nel negozio.
Mi avvicino al bancone e notando il campanello, cerco di catturare l'attenzione dell'assente proprietario suonandolo spasmodicamente.
-Ehi? Allora? C'è qualcuno? Sto cercando un costume!
Lascio uscire un gridolino di spavento quando mi sento toccare la spalla. Voltandomi di scatto riconosco il vecchio proprietario.
-Mi scusi, signorina. Devo averla spaventata.
-No... No! Non si preoccupi.
-Ma mi dica, di cosa ha bisogno? Non siamo né ad Ottobre né a Febbraio sicché dubito le servano travestimenti spaventosi o costumi da pirata e fatina. Forse una festa a tema... Antica Grecia? No, no, non me lo dica! Mi lasci indovinare. Anni '80? Disney?
-Un pigiama.
-Un pigiama?
-Be' - arrossisco rendendomi conto dell'assurda richiesta - il costume di un pigiama, per l'esattezza.
Alla mia richiesta, il vecchio indietreggia di un passo.
-Il costume di un pigiama... E perché non un pigiama?
Cerco di trovare le giuste parole ma non ce ne è bisogno, perché bastano solo pochi secondi prima che il vecchio trovi risposta alla sua stessa domanda:
-Perché... Perché non puoi indossare i pigiama. I pigiama... I pigiama ti cambiano. Ti trasformano. Diventi un'altra persona... Dio Misericordioso... La profezia... La profezia era vera.
-Profezia? Quale profezia? - mi sento chiedergli tra il curioso e lo spavento.
-La profezia dell'ultimo dei pigiama.
-... L'ultimo dei pigiama...
-Siediti. Là. - conclude indicandomi una seggiola - quello che sto per dirti cambierà per sempre la tua vita -.

L'ULTIMO DEI PIGIAMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora