Five

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"Cogli l'irreale"

Mi rannicchio nell'angolo del letto.

Ho paura.. non sono pazza, io non sono pazza!

Qualcosa non va, troppe cose non vanno!:

Il telefono che squilla sempre;la sparizione di mia madre, il ragazzo nuovo che lo incontro troppo spesso, tutti sanno qualcosa ma nessuno vuole parlare.

Maledizione!..

Mi alzo di scatto dal letto e per un attimo la testa mi gira, mi aggrappo al mobile per non oscillare troppo e chiudo gli occhi.

Pochi secondi dopo mi riprendo e con estrema lentezza supero la mia camera diretta all'unica stanza che mi è stata proibita. L'unica porta che io non posso aprire.

La stanza dove mia madre si rifugiava nell'ultimo periodo.

Li troverò delle riposte.. Spero di trovare qualcosa perché se no, rischio d'impazzire.

Ecco, sono davanti a quella porta che spettava mia madre a lucidarla tutti i giorni, me la ricordo.

Un sorriso nasce sul mio volto mentre le lacrime scorrono felici sul mio viso..ricordandomi quell'avvenimento ormai più che un ricordo offuscato e non più nitido come allora.

Lei tutta allegra, canticchiava,muoveva quel suo bacino ossuto che tanto piaceva a mio padre ma purtroppo quando mi vedeva si irrigidiva; la felicità si spegneva e il suo viso si incupiva..

Non mi ha mai voluta, mi piaceva vederla felice non in mia presenza; mi piaceva spiarla quando rideva, aveva un sorriso bellissimo. Mi piaceva quando preparava le sue torte.

Mi piaceva vederla serena.

La porta ora è tutta Impolverata appare vecchia e facilmente apribile.

Con uno scatto alla maniglia essa si apre con un cigolio e i miei occhi si spalancano increduli.

Entro chiudendola di scatto appoggiandomi sopra.

So che peso tanto, spero che non protesta ma è l'unica cosa che mi sostiene fisicamente.

-"Happy Birthday small my-" gli occhi si spalancano

-Mum thanks so much! Una bambola, I love you –

"Anna" .

La bambola appare ormai invecchiata, i suoi capelli che prima erano biondi ora sono bianchi.

Quella riga di pennarello rossa che doveva sembrare una cicatrice all'altezza della guancia ormai non esiste più.

Tocco la mia e i ricordi di quella sera sbagliata riaffiorano..

"Annabella stai al tuo posto! Non devi sapere, non devi sapere!"

Delle mani mi prendono per i polsi trascinandomi in un veicolo cieco e buio.

"Lasciami please!" Quell'inglese che tanto amavo quella sera mi sembra di ricordarlo storto, finto.

"ANNABELLA SEI TROPPO PERFETTA PER QUESTA REALTA"

Sento la sua rabbia divorarmi. Sento la sua unghia sul mio viso

Sento la schiena sbattere contro il cemento.

Sento il sangue in bocca.

Sento le lacrime scendere.

Mi sveglio nel mio letto come se nulla fosse.

Il solito buongiorno, la solita colazione, il solito bagnetto.

Nessuno nota la mia cicatrice.

Nessuno tranne lei, tranne la mia Anna.

Prendo la bambola in mano stringendola al petto come quando ero piccola.

La testa abbassata, le gambe unite, le mani strette in quello pezzo di stoffa sporca.

Vengo colpita da una frase che prima non avevo dato molto peso.

"Non sei perfetta per questa realtà. " Quante realtà ci sono?

Scorro nella libreria di mamma quando scorgo un libro sottile, con inciso un cuore macchiato di rosso.

Lo prendo in mano e quel libro che lassù mi è sembrato piccolo e leggero ora in mano mia è enorme e pesante.

"Tutto ciò che sta di la, non intacca questa materialità. Se volete scoprire la realtà amate la verità e scappate dalla falsità"

Il respiro si fa più corto.

Samba deve sapere cosa sta succedendo. Mi deve delle spiegazioni. E me le darà, accosto di rivelargli ciò che ho scoperto.

O lei con me o con me fuori.

LOOK MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora