Mi fido di te, cosa sei disposto a perdere?

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La calda luce del sole mattutino era la migliore medicina per la tristezza, i raggi ti entrano nelle ossa ed è come se ti rigenerassero, come se potessi rinascere.
Stanotte non sono riuscito a chiudere occhio, appena cercavo di dormire mi appariva l'immagine di Mickey che mi baciava, non che non mi sia piaciuto, anzi, ma tutto quello che è successo mi ha lasciato senza parole, senza respiro, avevo bisogno di rivederlo, di parlargli, avevo bisogno di spiegazioni.
Entrai in casa e notai che entrambi i miei fratelli, Carl e Lip, stavano dormendo, cercai di fare il meno possibile rumore uscendo dalla stanza, andai in bagno e cercai di rinfrescarmi per non sembrare del tutto morto, mi vestì e salutando Fiona, mia sorella, uscì di casa incamminandomi, era sabato e avevo il doppio turno, arrivato al negozio di Kash, entrai e mi misi a sistemare la merce arrivata.
Verso metà mattina arrivò al negozio dei poliziotti.
"Buongiorno, stiamo cercando il proprietario del negozio." disse uno dei due togliendosi il cappello.
"In questo momento non c'è però potete rivolgervi a me." risposi seguendo con lo sguardo i gesti dei due uomini in uniforme.
"Il proprietario di questo negozio ha sporto denuncia contro un ragazzo che spesso fa dei furti qui nel negozio." rivolse lo sguardo verso il compagno e prese in mano un bigliettino e aprendolo disse:
"Il ragazzo di chiama Mickey, Mickey Milkovich, sa dove possiamo trovarlo?"
Non avrei mai potuto tradire Mickey, se l'avessero trovato l'avrebbero sbattuto dentro un'altra volta e io diventerei un infame, dovevo aiutarlo.
"Ah! La denuncia a Milkovich sì, Kash voleva ritirarla perché non aveva prove per accusare Mickey dei continui furti." dissi cercando di essere il più credile possibile, i due si guardarono e poi rivolsero lo sguardo a me.
"Ne è sicuro?" disse l'altro che ancora non aveva detto parola.
"Sicurissimo." replicai "Ora, non vorrei sembrare scortese ma mi aspetta molta merce da sistemare."
I due annuirono e salutando uscirono dal negozio, dopo circa 3 ore dall'accaduto si presentò Mickey al negozio di Kash.
"Gallagher." disse appoggiando le mani al bancone.
"Milkovich." dissi facendo la stessa cosa.
"Hai parlato a qualcuno di ciò che è successo ieri?" disse per poi posare lo sguardo sulle mie mani.
"Oh sì, l'ho anche scritto sul mio profilo Facebook, Twitter e appeso i manifesti per tutto il South Side con su scritto a caratteri cubitali «MICKEY MILKOVICH MI HA BACIATO OMG SONO COME UNA LICEALE AL PRIMO GIORNO.»" dissi alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
"Ma quando dici queste stronzate te le prepari o le inventi al momento?"
"È un talento naturale, dipende dalla faccia da cazzo che ho davanti." volevo stuzzicarlo, volevo sapere fino a che punto sapesse arrivare.
"Ma vaffanculo testa rossa." disse sbattendo i pugni al bancone per poi dirigersi verso la porta ma prima che potesse uscire dissi:
"Se può interessarti ti ho salvato il culo da una denuncia da parte di Kash." si bloccò e tornò indietro.
"E perché l'avresti fatto?"
"Fosse successo due giorni fa probabilmente ti avrei consegnato senza pensarci 1 secondo di più, ma dopo quello che è successo ieri, non potevo farti rifinire in gattabuia." dissi sfiorando la sua mano con la mia, ma appena lo feci lui tolse la mano.
"Sia chiaro testa rossa, è stato solo un errore, uno sbandamento, non ci metteremo insieme, non sono un cazzo di frocetto come te, ti ringrazio per ciò che hai fatto ma la mia merda me la sistemo io, non metterti in mezzo." dicendo questo riaprì la porta ed uscì, rimasi immobile, perché doveva essere così rude? Se non gli interesso, perché mi ha baciato? Perché è stato così carino? Perché sa farsi amare e odiare nell'arco di due secondi?
La mia testa non reggeva le parole di Mickey, non potevo sopportare il suo odio, non sono stato io a baciarlo, lui ha appoggiato le sue cazzo di labbra sulle mie, nessuno l'ha obbligato poteva anche tenere la sua cazzo di lingua in bocca.
Finito il turno non tornai a casa, non volevo vedere nessuno così andai sotto il ponte della stazione dove vidi per terra un corpo, da lontano non riuscivo a capire se fosse un barbone o mio padre ubriaco.
Avvicinandomi lo riconobbi subito, non era né un barbone né tanto meno mio padre, era lui, Mickey.
A fianco a lui aveva bottiglie e lattine di alcool, tutte vuote, da quanto aveva bevuto era svenuto, in quel momento tutto quello che mi aveva detto era scomparso e anche la mia voglia di tornare a casa sparì, lo caricai sulle spalle e lentamente arrivai a casa, salì lentamente le scale e lo appoggiai nel mio letto coprendolo e lasciandogli un bacio sulla fronte, dopo di che mi alzai lentamente ma lui sussurrò qualcosa.
"Non andare..." al che mi riavvicinai al letto e gli strinsi la mano, tempo due secondi e si riaddormentò, sembrava un bambino indifeso in cerca di protezione e amore, in cerca di qualcuno che lo possa salvare, anche se non voleva nessuno, lui aveva bisogno di qualcuno e io non l'avrei lasciato.

Don't let me downWhere stories live. Discover now