Credo che la parte più brutta di una sbornia sia quella di tornare sobrio.
Credo che Mickey Milkovich stia dormendo nel mio letto e abbia un mal di testa che manco dopo un rave.
Credo che per la prima volta nella mia vita, non sono sul tetto a guardare l'alba ma sono sul letto a guardare Lui, che poi è la stessa cosa.
Riesco ad osservare tutto il suo corpo, i lineamenti del viso, alcune cicatrici e i segni di una vita difficile, riesco a leggere nel suo viso la tristezza di non poter cambiare ciò che ha costruito.
Durante la notte ha parlato molto, non riesce a star zitto nemmeno quando dorme.
Ad un certo punto il lenzuolo incomincia a muoversi e lui con la velocità di un bradipo strafatto cerca di alzare il viso dal cuscino, di solito una persona normale appena sveglio dice 'buongiorno', lui no.
"Dove cazzo sono? Dove cazzo è la mia birra?"
"Buongiorno bell'addormentato nella casa Gallagher." dissi passandogli un bicchiere con un'aspirina.
"Prendila se non vuoi impazzire di mal di testa." in silenzio prese il bicchiere e lentamente lo porto alla bocca, dopo aver bevuto appoggiò il bicchiere sul comodino e mi guardò, un po' spaventato, un po' intimorito.
"È per caso successo qualcosa stanotte...?"
"Oh sì, una notte impegnativa piena di passione, con te che sbavavi sul mio cuscino, vomitavi e parlavi di quanto fosse sexy il mio culo." dissi ridendo e sfilandomi la maglia.
"Sei sempre meno spiritoso." sbuffò cercando di alzarsi, fallendo però nella missione.
"Stai fermo prima che svieni, stai ancora un po' a letto, ti preparo la colazione." annuì e si rimise nel letto, io scesi e gli preparai la colazione per poi portargliela.
Mangiò tutto e continuò a fissarmi per tutto il tempo.
"Grazie Gallagher, di solito il post sbornia lo passo da solo buttato vicino a qualche cassonetto dove "AIDS saltami addosso"." rise.
Per la prima volta da quando lo conosco lo sentì ridere e cristo che risata stupenda, aveva il suono di una risata repressa pronta ad uscire e a far sentire a tutti quanto è forte.
Spostò il vassoio e mi fece gesto di avvicinarmi.
Mi avvicinai lentamente a lui che fece lo stesso per poi unire le nostre labbra in un bacio, diverso dal primo, era un bacio dolce, come se fosse normale baciarmi, come se l'avesse sempre fatto.
Appoggiai una mano sulla sua guancia e continuai a baciarlo, è come se le nostre lingue fossero in sintonia, come se noi fossimo uniti, sentivo quel sentimento che tutti chiamano 'farfalle nello stomaco", non m'importava delle conseguenze di quel bacio, non m'importava che lui potesse pentirsene, in quel momento c'eravamo solo noi, il mondo l'avevo scordato.
Gli sfilai lentamente la canottiera e i nostri sguardi non smisero un secondo di incontrarsi, si cercavano, e io capì che probabilmente non avrei cercato altri occhi al di fuori dei suoi.
Con una mano mi sfiorò il petto, era il nostro momento, eravamo noi.
Non ci fu sesso, ma non ci fu nemmeno amore, c'eravamo noi, i nostri corpi uniti, per la prima volta eravamo entrambi liberi di essere ciò che eravamo davvero, eravamo in sintonia e riuscimmo a fare la miglior melodia che il mondo abbia mai sentito.
Rimanemmo abbracciati nel letto, sfiorandoci e baciandoci ogni tanto.
"Sei felice Mickey?" dissi rivolgendo lo sguardo verso di lui.
"No, però mi hai fatto sentire bene." non ci potrei giurare ma credo di averlo visto arrossire e devo dire che dovrebbero aggiungerlo alle 7 meraviglie del mondo.
Il resto della giornata lo passammo scherzando come amici, amandoci come coppia, nascondendoci come amanti, guardandoci come complici.

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Don't let me down
RomanceDue ragazzi, completamente diversi ma destinati a incontrarsi. Lui fragile ma con una forza nascosta, con il mondo contro, che si fa spazio tra gli ostacoli della vita. L'altro lui, duro ma con un cuore tenero, fragile, se non ha problemi se li crea.