Mickey se ne andò appena tornò mia sorella dal lavoro, aveva paura che se l'avesse visto avrebbe capito e avrebbe fatto la spia, io non avevo paura, il mio obiettivo era quello di farmi scoprire almeno non avrei dovuto scervellarmi per dirglielo.
Decisi che se la storia con Mickey fosse continuato glielo avrei detto, forse non dovrei aver paura di mia sorella, sono sicuro che lei capirebbe tutto, meglio di chiunque altro, non sono sbagliato, io amo, sono solo innamorato.
Ad un certo punto entrò Lip in camera.
"Allora..Mickey ha dormito qui eh?" sorrisi e annuì.
"Non mi sarei mai aspettato che Mickey Milkovich fosse gay, insomma non immagini che a uno come lui possa piacere prenderlo nel culo!" rise mettendosi una canna fra le labbra, l'accese, fece un tiro e me la passò e feci lo stesso.
"Lip non dirlo a nessuno, non vorrei perderlo." lui annuì e disse:
"Se può rallegrarti io ho una storia con Mandy, brutta storia mischiarsi con i Milkovich eh?!" rise e uscì dalla stanza.
Gallagher e Milkovich, sembrano delle malattie, credo sia così in fondo.
Una caratteristica di me è sempre stata quello di cambiare idea dopo poco tempo, non volevo aspettare e non volevo più nascondere ciò che ero a mia sorella, così la chiamai, lei salì e le chiesi di sedersi.
"Fiona devo farti una confessione." dissi guardando per terra, non avevo coraggio di guardarla negli occhi eppure non devo avere paura.
"Non hai ucciso nessuno vero?" il suo viso si fece serio e il suo sguardo interrogatorio.
"No ma va, Fiona sono gay." le dissi alzando lo sguardo e guardandola negli occhi.
"Tutto qua? Lo sapevo già." si alzò dal letto ridendo "La prossima volta che interrompi il mio relax fallo per qualcosa che non so già!" dicendo questo mi passò una mano fra i capelli e uscì dalla stanza, doveva essere lei quella stupita e invece quello di sasso sono io.
Presi lo zaino e uscì di casa, volevo andare ad allenarmi, avevo bisogno di sentirmi potente.
Arrivato lì trovai Mickey che si sollevava alla sbarra.
Non dissi niente e lui fece finta che io non ci fossi, iniziai a sollevarmi anche io alla sbarra e ogni volta aumentavo sempre di più la velocità, mi aveva innervosito il fatto che lui non mi avesse calcolato, come se quello che avevamo fatto non fosse mai successo, come se io non fossi mai esistito.
Ad un certo punto scese dalla sbarra e disse:
"Gallagher quello che è successo ieri non deve più succedere chiaro? È stata una sbandata, non mi cercare, non mi chiamare, non mi scrivere, io per te non devo esistere perché tu per me non esisti." sentì una stretta al cuore e l'unica cosa che avrei voluto fare era piangere ma non potevo mostrarmi debole davanti a lui.
"Sei solo un codardo, solo un cazzo di codardo, hai paura di essere chi sei davvero, hai paura di innamorarti di me, ti dò una novità Milkovich, sei gay." a quel punto mi arrivò un pugno dritto in faccia e poi un altro in pancia, caddi a terra dolorante e iniziai a perdere sangue dalla bocca e dal naso, continuò a tirarmi calci, mi stava distruggendo, non facevano male i pugni e i calci quanto le parole che mi aveva detto, non sentivo dolore ero già a pezzi.
Mi prese per i capelli e disse:
"Non sono un cazzo di frocio come te, scompari o la prossima volta ti uccido." e mi fece sbattere la faccia contro il terreno e se ne andò, io invece rimasi lì, e appena ero sicuro che lui non ci fosse più iniziai a piangere, sentivo le ossa doloranti, sentivo il sangue colarmi ovunque eppure non riuscivo più sentire nessun sentimento, in quel momento mi sembrava di essere morto, mi alzai lentamente e cercai di trascinare tutti i miei pezzi fino a casa entrato in casa c'erano Fiona, Debbie e Lip sul divano a guardare un film, appena mi videro si alzarono di scatto ma io ero impassibile, ero apatico, l'ultima cosa che mi ricordo è la voce di Lip che mi chiedeva cosa fosse successo, poi buio.
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Don't let me down
RomanceDue ragazzi, completamente diversi ma destinati a incontrarsi. Lui fragile ma con una forza nascosta, con il mondo contro, che si fa spazio tra gli ostacoli della vita. L'altro lui, duro ma con un cuore tenero, fragile, se non ha problemi se li crea.