Capitolo 1 Seth

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La notte sta calando lenta sugli abissi; probabilmente prima di uscire dovrò aspettare alcuni minuti. Saranno interminabili come sempre quando si attende qualcosa con ansia. Io aspetto di uscire dalla mia roccia; come ogni giorno; uno dopo l'altro; ormai baso solo su questo il mio passare del tempo. La voglia di uscire dalle acque, di togliermi la pelliccia e di sentire i granelli sotto i piedi è l'unica che ho. Qui sotto nessuno vuole parlarmi né ascoltarmi, un emarginato tra le creature acquatiche come me.
Adesso il buio è abbastanza fitto da permettermi di fuggire, piano supero le gradazioni di blu fino a far spuntare qualche ciuffo di pelo nero. Risalgo finché l'acqua non mi è attorno alle caviglie poi mi tolgo il folto pellame. È come sentire la pelle sotto staccarsi; come se la tirassi fino alla rottura. Il pelo infine mi abbandona e lo lascio tornare verso il fondo dove da solo si dirige alla mia dimora,
l'unica cosa che ricorda la sua presenza su di me è il folto ammasso di capelli neri e scompigliati che mi circondano il volto squadrato. Appoggio i piedi sulla sabbia ed un brivido mi si arrampica sulla schiena , alzo lo sguardo cosicché veda il cielo ma prima che possa raggiungerlo qualcosa precisamente davanti a me lo riporta al terreno.
All'inizio della foresta una figura è china su qualcosa e dalla sua mano esce un fascio di luce. La voglia di parlarle mi colpisce il volto più di ogni folata di vento e nello stesso tempo un pugno mi colpisce lo stomaco facendomi uscire dalle labbra un rantolo. Perché dovrebbe rivolgermi parola? Perché non potrebbe scappare da me come qualche schifoso serpentello?
Se lo facesse sarebbe solo l'ennesima creatura, non credo d'aver poi tanto da perdere.
Faccio piccoli passi incerti finché non si accorge di me e la sua luce mi investe; solo per un secondo però perché poi la lascia ricadere sul terreno e nella penombra vedo che il colore dei suoi capelli le sta lentamente prendendo il volto facendola diventare rosso fuoco.

"Hey ma come ti viene in mente di andare in giro nudo a quest'ora?! Se volevi presentarti questo non è il modo migliore e poi chissà che freddo avrai... Aspetta qui! Vado a prenderti dei vestiti".

Detto ciò come un lampo scompare nel bosco portando con sé la luce e non solo, nell'attimo in cui avevo udito la sua voce una sensazione unica mi aveva trapassato la schiena ed ora era fuggita, proprio come lei. Ingenuo e sciocco son gli appellativi che più mi si addicono, come ho potuto sperare che rimanesse? Non dovevo tentare quello che già sapevo essere un fallimento , non dovevo... Eccola! Vedo una luce lieve che avanza, si avvicina con dei colori informi tra le braccia, non è più alta di quand'era accucciata sull'albero e nel capirlo un moto di tenerezza mi pervade. Mai avevo posato gli occhi su creatura più fragile. Arriva a pochi metri da me, lascia cadere le cose che chiama vestiti e parla riportando quel magnifico calore con sé.

"Ecco! Mettili, forse ti staranno corti. Sei molto alto, sicuramente più di me. Non sei un grande oratore vero?".

"E-effettivamente no, adesso li metto comunque".

Abbasso lo sguardo, prendo quegli strani aggeggi e dopo qualche tentativo riesco ad infilarli, sono corti come aveva detto. Una volta essermi coperto lei torna al suo posto e fa cenno di avvicinarmi .

"Ora sì che va molto meglio no? Come ti chiami? Io mi sono trasferita da poco, vivo all'inizio opposto del bosco con papà e la roulotte ; ah giusto; il mio nome è Eli, che starebbe per Elisabetta se non lo odiassi".

Finito di parlare fa una cosa che mai scorderò, non so di che magia si tratta, ma in un attimo ha reso il suo viso più luminoso di ogni altra cosa. Oh che bellezza e quanta tutta in un colpo solo, mi ha tolto il fiato, poi dato che la mia risposta tarda ad arrivare tutto torna alla normale penombra.

"Il mio nome è Seth ma ti prego dimmi, dato che il mio bisogno di risposte mi logora, che splendida creatura sei?".

"Come creatura? Sembro per caso qualche cosa di strano? Sono una persona naturalmente e tu di certo ti stai prendendo beffa di me".

Dalle sue labbra sol che ingenuità ne scaturisce, quella leggerezza di chi non sa, quella calma di umana ignoranza.
Potevo arrivarci,dovevo capirlo da questi oggetti, ma quella magia? È possibile che fosse soltanto bellezza? Ed ora che dovrei fare? Non vederla è naturale, l'unico inconveniente è che sol nel pensarlo lo stomaco mi si è stretto con forza.
Dato che la mia risposta tarda di nuovo ad arrivare la ragazza mi punta addosso i suoi grandi occhi scuri e non posso far a meno di notare che sembrano magici anch'essi. Ricambio lo sguardo rendendolo severo, La mia voce esce dalle labbra rigida e formale e mi alzo sovrastandola con la mia statura.

" È meglio che io me ne vada, non ci si dovrebbe rincontrare, sol che il mare sa perché".

Mi volto e corro, non verso il mare, non subito. Costeggio un poco la foresta e nel buio mi nascondo dietro un grosso castagno. Continuo a guardarla, se ne sta lì con lo sguardo un po' spento, poco dopo si volta e con lei se ne va anche la luce.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 30, 2016 ⏰

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