2. Scogliera

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Il mattino seguente mi alzo presto per fare una cosa che mi sono prefissata di fare ancora prima di partire.
Voglio ammirare l'alba e scrivere. Cerco di trarre ispirazione da nuove esperienze e non mi viene in mente niente più in grado di ispirare dell'alba, sia perché simbolicamente parlando è ricca di significato sia perché il mare rende tutto più affascinante. Così dopo aver fatto attenzione a non svegliare Rox che dorme in posizione scomposta con i capelli a coprirle il viso, sembra molto la bambina dell'esorcista in realtà..., esco di casa che è ancora buio con il mio fedele quaderno in mano e una penna. In realtà mi sento in colpa per non aver approfittato dell'alzataccia per mettermi a studiare ma ora.. Ho bisogno di scrivere.
La spiaggia è deserta e regna una quiete che nessuno è realmente abituato a vedere in spiaggia ma che è più propria di quel luogo rispetto ai lidi e a tutto il resto, la natura non è nata per l'uomo. Il mare, il sole, la spiaggia, ogni cosa non è qui per essere sfruttata da qualcuno, è qui e basta esattamente come noi.
Ascolto per qualche minuto il rumore tenue delle onde che si imbattono sul bagnasciuga mentre un pallido sole comincia a sorgere ed è allora che vedo il punto perfetto in qui appostarmi per ammirarlo: un promontorio. È bello alto ma non è impossibile arrivarci, anche per una goffa come me. Facendo attenzione a non cadere mi arrampico sulle rocce e mi siedo a terra e cominciò a scrivere lanciando di tanto in tanto un' occhiata al cielo. Poi stacco ancora una volta gli occhi dal foglio, non per il sole, ma perché noto una figura che si avvicina, è un ragazzo che corre in una felpa blu e si dirige proprio verso dove sono io, che sono strategicamente nascosta dietro a una roccia. E io che pensavo di potermene stare sola in santa pace... così il ragazzo sale sul promontorio senza vedermi. Con mia grande sorpresa si tratta di Ryan... ovviamente la mia vita è un concentrato di fortuna.
Si toglie la felpa e senza esitazioni si butta giù dal promontorio. Chiudo di scatto il quaderno e rimango per qualche secondo a bocca aperta credendo di essermi immaginata tutto. Saranno una decina di metri di salto!
Poco dopo ricompare da un insenatura di roccia e io riapro il libro fingendomi concentrata a scrivere più di quanto sia realmente, traendo un piccolo sospiro di sollievo all'idea di non aver visto il suo cadavere galleggiare. Almeno è vivo. Lui strofina i capelli per liberarli dall'acqua e nonostante l'impegno non riesco a evitare di guardare il suo fisico perfetto, e in un secondo i sui occhi incrociano i miei.
-'ti piace proprio spiarmi vero?'- chiede divertito prendendomi in contropiede.
-'mi stavo proprio chiedendo quando te ne saresti andato, non sono venuta qui per stare in compagnia'- ribatto cercando di dare alle parole un senso logico.
-'lo vedo, scrivi il tuo diario segreto?'- chiede con un sorrisino divertito accucciandosi per essere alla mia altezza, guardandomi come guardereste una bambina di due anni.
Io mi alzo di scatto per riacquistare distanza.
-'ti lascio al tuo bagno, spero che anneghi'-
In genere non sono così acida ma lui mi mette in difficolta quindi preferisco tagliare corto.
Detto questo mi alzo e la mia uscita di scena viene rovinata da una caduta esemplare che mi fa finire gambe all'aria provocandomi di sicuro un ematoma grosso come una casa sul mio di dietro. È l'ultima cosa che dovrei fare eppure scoppio a ridere. Una delle mie risate senza senso di quando so di aver fatto una figuraccia.
Continuo anche quando Ryan si avvicina guardandomi preoccupato e confuso per la mia reazione.
-'stai bene?'- chiede poco convinto.
-'parli del mio di dietro o del mio orgoglio?'- chiedo tra le lacrime. -'poco bene entrambi'-
Scoppia a ridere anche lui anche se ovviamente più controllato di me.
-'credo che si chiami Karma, ricevi quello che dai'- dice porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi.
La stringo tornando seria e lui mi tira su.
-'grazie'- dico distogliendo subito lo sguardo dal suo. Non so cosa mi prende ma se lo guardo per troppo tempo o gli sto troppo vicina mi viene caldo..
-'meglio che ci metti del ghiaccio, ti riaccompagno a casa'-
Annuisco ma mentre lui raccoglie la felpa, non riesco a trattenermi dal raggiungere la punta del promontorio, dove poco fa si è buttato e guardare giù. Mi chiedo come debba essere decidere di buttarsi. Slanciarsi nel vuoto, sentirsi leggeri per un paio di secondi prima di atterrare nell'acqua.
-'vuoi provare a tuffarti?'- chiede lui alzando un sopracciglio incuriosito.
Arretro subito di un passo.
-'assolutamente no'-
-'perché no?'- chiede avvicinandosi.
-'perché.. Ci sono un'infinta di motivi.. Insomma è una cosa stupida e posso farti una lista delle ossa che potrei rompermi'-
-'invece tu vuoi farlo'- mi provoca con un sorrisino.
-'non è vero'- ribatto guardandolo male.
-'si invece, non vedi l' ora ma hai troppa paura di ammetterlo. Cosa ti spaventa? L'altezza?'-
Scuoto la testa.
-'non è giusto non fare qualcosa solo perché si ha paura di farla, potresti scoprire che è la cosa migliore che tu abbia mai fatto.'-
Non dico niente, rimango a fissare l'acqua cristallina sotto di noi e Ryan continua.
-'perché non ti lasci andare?'-
Mi volto verso di lui incrociando il suo sguardo. È esattamente quello di cui avrei bisogno. Lasciarmi andare, vivere il momento senza pensare, disattivare il cervello. Ma sono stata cresciuta con il divieto di farlo e credo che una parte di me si rifiuterà sempre.
-'ho paura di non ritornare su'- dico rispondendo alla sua domanda.
Ok è stupido, so bene che la forza dell'acqua mi farebbe ritornare a galla ma ho comunque paura.
-'d'accordo allora'-
Si ritoglie la felpa e mi porge una mano guardandomi, i suoi occhi scuri carichi di aspettativa.
-'ti riporto su io'-
Guardo la mano tesa verso di me e poi di nuovo l'acqua.
-'no, non posso farlo'- dico ritraendomi di un altro passo ma lui rimane immobile.
-'va bene avere paura, ma vuoi vivere con il rimpianto di non averlo fatto?'-
Lo guardo per qualche secondo. Al diavolo. Ha ragione.
Prima di cambiare idea afferro la sua mano e a lui compare un sorriso.
-'prometti che mi riporti su?'- chiedo stupidamente.
-'promesso'- ribatte.
A me viene un risata nervosa mentre mi rendo conto di cosa sto per fare. Io che mi butto giù da una scogliera?
-'pronta?'- chiede sorridendomi.
Io annuisco con un sorriso stupido stampato in faccia.
Lui inizia a contare alla rovescia.
1 stringo più forte la sua mano. -'sei sicuro che sia una buona idea?'-
Mi ignora e continua a contare.
2 trattengo il respiro
3 mi do lo slancio e sento l'aria tentare inutilmente di fermare la mia caduta, dura pochi secondi ma quei pochi secondi mi fanno sentire leggera e libera come non mi sono mai sentita. Mi fanno sentire viva. Finisco nell'acqua fredda del mattino e vado leggermente nel panico quando mi accorgo di quanto sono andata sotto ma la mano di Ryan è ancora stretta alla mia e come promesso mi riporta a galla.
-'è stato...bellissimo!'- grido boccheggiando una volta riaffiorata facendolo ridere.
-'preferivi non farlo?'- mi schernisce mentre ancora tenendomi per mano mi porta alle rocce per risalire.
Sento ancora addosso la sensazione di essere nel vuoto...
-'grazie per avermi convinta'- dico boccheggiando per l adrenalina.
-'è stato un piacere- ribatte.-'ora sta attenta, le rocce sono scivolose, non voglio ripetere la scena di prima anche se è stata esilarante.'-
-'grazie tante!'-
-'a parte la risata... Quella è stata inquietante'-
Scoppio a ridere e metto giu male un piede finendogli praticamente addosso, ma lui mi sorregge, Se non fosse alto un metro e ottanta e non avesse quel fisico probabilmente lo avrei atterrato. Comunque ora che l'ho così vicino mi torna quel caldo opprimente di cui ho parlato prima.
-'scusa'- mormoro scostandomi.
Il mio sguardo passa dai suoi occhi, all sua bocca fino a raggiungere la sua mano stretta al mio braccio da cui partono piccoli brividi, rivedo il suo tatuaggio sull'avambraccio e la curiosità si fa di nuovo largo in me.
-'che significa quel tatuaggio?'- chiedo guardandolo.
Lui lascia subito la presa su di me.
-'niente'- ribatte prima di ricominciare ad arrampicarsi sulle rocce dandomi una mano di tanto in tanto.
-'è bello, non ne ho mai visto uno simile'- ed è vero, ne ho viste di rose tatuate ma mai nessuna era perforata dalle spine, ha un che di macabro..
-'è solo un tatuaggio'- taglia corto rimettendosi la felpa e io decido di non insistere.
Ci rincamminiamo verso casa e lui si accende una sigaretta. Mi chiedo come faccia ad avere il fiato per correre..
Mentre cammino sento un forte bruciore nel punto della botta.
-'tutto ok?'- chiede preoccupato, probabilmente notando la mia smorfia.
-'si, metto del ghiaccio appena torno a casa, è solo una botta'-
-'così studi medicina eh'- chiede lanciandomi un'occhiata. Sembra incredulo.
-'si, perché? Ti sembra strano?'-
-'un po', forse ti ci vedo di più come scrittrice.'- dice indicando con un gesto il quaderno che tengo in mano.
Un sorriso mi spunta sulle labbra.
-'mi piace scrivere. Ma fare medicina è importante...'-
-'immagino sia quello che continuano a ripeterti i tuoi'- dice traendo un' altra boccata di sigaretta.
-'fumi molto'- gli faccio notare per cambiare discorso.
Lui alza le spalle.
-'non dovresti'-
-'parla il medico che c'è in te?'-
Sorrido.
-'già. È come uccidersi lentamente.'-
-'lo facciamo tutti ogni giorno in un modo o nell'altro'- dice scuro in volto guardando dritto davanti a se.
-'che vuoi dire?'- chiedo confusa.
-'che ci sono cose peggiori. Tipo vivere la vita come gli altri vogliono che tu lo faccia'- mi lancia un'occhiata e io distolgo lo sguardo colpita dalle sue parole.
-'cosa scrivi?'-
Sembra assurdo ma nessuno mi ha mai fatto questa domanda. Nemmeno a Rox è mai interessato veramente cosa scrivessi.
-'storie. Mi piace scrivere storie.'- dico fiera. Dirlo ad alta voce mi fa sentire bene.
-'immagino che non le abbia mai fatte leggere a nessuno'-
-'nessuno me lo ha mai chiesto'- ribatto.
-' ti piace molto se ti svegli all'alba per trovare l'ispirazione'-
Rido.
-'si, mi piace molto'- assicuro e lo scopro a guardarmi, incrociamo gli sguardi per un attimo e dopo che lui lo distoglie un sorriso gli increspa le labbra.
Mi viene davvero naturale parlare con lui. Anche troppo.
Quando arriviamo davanti casa ci salutiamo, e io rientro più leggera di quando ne sono uscita, non solo per l'alba, per lo scrivere o per il tuffo in se... Credo che il mio sentirmi meglio sia merito suo. E di quello che ha detto, di quello che mi ha convinta a fare.
Riaperta la porta mi trovo davanti Rox che probabilmente è appena strisciata fuori dal letto, ha occhiaie scure e i capelli scompigliati.
-'sto una merda'- mi accoglie con voce roca mentre sorseggia il caffè che le avevo preparato.
-'buon giorno raggio di sole.'- ribatto divertita.

Andiamo in spiaggia più tardi del solito e io faccio subito un bagno veloce. Quando torno all'ombrellone ritrovo Rox seduta all'ombra con un cappello a visiera e un paio di occhiali da sole. Stile vampiro con la repulsione del sole.
-'hai chiamato Jordan?'- chiedo buttandomi sul lettino per asciugarmi.
Lei fa un verso che dovrebbe essere una risposta.
-'cosa?'- chiedo.
-'non ho intenzione di chiamarlo. Ho fatto una figuraccia'- si lamenta.
-'si ma dopo che l hai fatta mi ha lasciato il suo numero, e non voglio che pensi che io non te lo abbia dato'- mento per convincerla.
-'non ho intenzione di chiamarlo... Poi in realtà un po' mi spaventa quel ragazzo'- dice e io la guardo confusa. Jordan le fa paura?
-'non in quel senso'- si affretta a dire.-'solo che ieri l'ho guardato e per un attimo mi sono passate davanti delle immagini, come delle scene future che potremmo passare insieme... Ti è mai successo? Di immaginarti con qualcuno seriamente? Perché a me no'-
-'ed è una brutta cosa?'-
Lei alza le spalle.
-'stareste bene insieme ed è stato carino ieri, ti ha riportata a casa e merita che tu lo chiami.'-
Continuiamo la conversazio nel tragitto verso casa e poi io mi metto a cucinare e lei decide di sviare l'attenzione.
-'quindi tra te e Ryan?'- chiede alzando le sopracciglia con fare allusivo.
-'che vuoi dire?'-
-'beh è stato romantico stamattina...'-
Le ho raccontato tutto ma lei ovviamente ha preso in considerazione solo certi aspetti.
-'si, la mia caduta epocale dovrebbe finire in una storia di nikolas sparks'-
-'non sto parlando di quello! Vi siete buttati giù da una scogliera all'alba mano nella mano!'-
-'si tutto molto romantico'- taglio corto porgendole il piatto su cui si butta a capofitto.
Se ci ripenso e non prendo in considerazione la caduta potrei darle ragione ma non la vedo come lei... Credo che in quel momento siamo stati entrambi noi stessi e basta. Tutto qui. Né più né meno, ed è stato bello proprio per questo, perchè se sei libero di essere te stesso è tutto più semplice e naturale.

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