Due di picche

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"Eccoci arrivati" annunciò entusiasta Zen, voltandosi verso Shirayuki ed accennando un inchino.
La ragazza spalancò gli occhi alla vista del panorama sottostante.
Si trovavano sula cima di una collina, una scalinata di pietra scendeva fino ai piedi di essa, dove si apriva un maestoso giardino dove crescevano ogni sorta di piante e fiori colorati.
Erano soprattutto rose dai petali dai colori sgargianti che emanavano un profumo inebriante che arrivava fin lassù, a deliziare l'olfatto dei due giovani.
Ma vi erano anche peonie dalle corolle candide, pervinche, menta dalle foglie verde brillante ...
Al centro del giardino troneggiava un enorme stagno con una fontana da cui zampillava acqua fresca e sulla superficie galleggiavano ninfee rosa dai petali carnosi.
Se si alzava lo sguardo, invece, ci si perdeva nel paesaggio circostante, fra i boschi fitti e le montagne che lambivano il cielo con le loro vette.
"E' davvero stupendo" affermò Shirayuki mentre i suoi occhi cercavano di catturare più dettagli possibile, la vista era davvero mozzafiato e per quanto riuscisse a ricordare, i fiori le erano sempre piaciuti.
"Permetti?" chiese Zen porgendole il braccio.
Shirayuki esitò un attimo, il contatto fisico ancora la spaventava. Nonostante questo si domandò se fosse riuscita da sola a scendere tutti quei gradini senza inciampare nell'orlo del vestito e soprattutto se non fosse maleducato rifiutare l'invito del principe.
Incerta, Shirayuki prese il braccio che Zen le offriva e insieme iniziarono a percorrere la scalinata. Mentre la ragazza osservava con attenzione ogni singolo fiore, allungando ogni tanto la mano per sfiorarne i petali setosi, il principe non aveva occhi che per lei, nonostante non si ricordasse di lui e a causa di questo qualcosa nel loro rapporto si fosse incrinato, lei era lì; bella più che mai nella sua purezza e ingenuità ed in quel momento era lì al suo fianco.
Per Zen Shirayuki era il fiore più bello di tutti.
Si sedettero su una delle panchine che circondavano lo stagno e lei fu svelta a svincolarsi dalla presa del giovane e poggiare le mani sulle ginocchia.
"Come ti senti?" chiese Zen cercando di non fare troppo caso a quel gesto.
"Bene fisicamente"rispose lei sollevando la mano fasciata. "Ma mi sento ancora frastornata ... Zen - Tenka" si affrettò ad aggiungere.
"Non avevamo già chiarito che non devi essere così formale?"domandò lui poggiando il mento sul palmo della mano.
"Ma voi siete il principe" rispose lei nervosa, lisciandosi il vestito.
"Sì ma noi siamo anche ..." iniziò a ribattere Zen, ma s'interruppe quando il suo sguardo si posò sulla mano sinistra di Shirayuki, dove troneggiava ancora il suo anello.
Abbandonando ogni contegno e la discrezione che aveva cercato di mantenere tutto il tempo, Zen afferrò il polso della giovane e lo sollevò finché l'anello non arrivò all'altezza dei loro occhi.
"Sai cos'è questo?" le chiese con il viso diventato improvvisamente serio.
"Io ..." balbettò lei intimorita " ... non lo so, quando mi sono svegliata l'avevo al dito."
"Questo te l'ho dato io quando stamattina hai accettato di sposarmi."
Shirayuki spalancò gli occhi. "Cosa?"
"Sì, questo è il legame che ci unisce. Perché noi ci apparteniamo Shirayuki, io ti ho amata dal primo momento, io ... spero che questo ti faccia ricordare ..."preso dalla foga e dall'ansia di farle tornare alla mente i loro ricordi Zen unì velocemente le loro labbra. 

 

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