Udienze, litigi ed intrighi

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Non poteva essere vero, quello doveva essere un incubo, sì, decisamente lo era. Senza farsi vedere da nessuno si pizzicò un braccio e il leggero dolore che provò non lo fece stare meglio, anzi lo fece sprofondare in un baratro di confusione e rabbia.
Non poteva assolutamente crederci, suo fratello gliel'avrebbe pagata cara, questo era sicuro; serrò la mascella rabbioso e strinse i pugni, mentre vari metodi di tortura gli passavano per la testa: una fustigazione o una decapitazione erano quelli più cruenti e tutti avevano per protagonista il principe Izana che, ignaro dei pensieri del fratello, lo osservava con un sorriso sornione come quello di un gatto, sfidandolo a reagire a quell'inaspettata notizia. Zen sapeva che suo fratello non aspettava altro, quindi decise di non dargliela vinta e, raddrizzando la schiena, gli lanciò uno sguardo di sfida che però non scompose Izana, che rimase immobile a guardarlo.

 Zen sapeva che suo fratello non aspettava altro, quindi decise di non dargliela vinta e, raddrizzando la schiena, gli lanciò uno sguardo di sfida che però non scompose Izana, che rimase immobile a guardarlo

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"E' un piacere fare la vostra conoscenza, principessa" disse Zen inchinandosi lievemente e sorridendo affabile "Il piacere è mio principe Zen. Ho sentito molto parlare di voi, siete molto amato nel vostro regno."
"Io ho un dovere nei confronti della mia famiglia e del mio popolo da assolvere, non posso certamente deluderli, non credete?"
"No, sono sicura che non lo farete. Siete un uomo d'onore, principe Zen, le mie erano semplici constatazioni."
"Ma certo, principessa, vi chiedo scusa" disse Zen volendo mettere fine al più presto a quella conversazione. Non gli piaceva come lo guardava quella donna, come se fosse un pezzo di carne da esporre e sfoggiare davanti a tutti, ma non sarebbe stato al gioco.
"Zen, perché tu e la principessa non fate una passeggiata nel cortile del palazzo? Potreste conoscervi meglio" intervenne Izana ricevendo un'occhiata minacciosa dal giovane principe "Non mi sembra il caso ora, la principessa ha dovuto affrontare un lungo viaggio per giungere fin qui, sarà sicuramente stanca e vorrà riposare" disse Zen cercando una qualsiasi scusa che lo tenesse lontano da quell'arpia "E' molto premuroso da parte vostra principe Zen, ma non vi preoccupate, non sono così stanca e sarei molto contenta di visitare il vostro palazzo, certo sempre se siete disposto ad accompagnarmi" disse lei sbattendo le lunghe ciglia scure e assumendo un 'espressione maliziosa o almeno al principe parve tale. Ora era con le spalle al muro: se non avesse accettato probabilmente suo fratello gli avrebbe fatto una bella lavata di capo e non era proprio dell'umore per sorbirsi la predica fraterna, d'altra parte se avesse accettato avrebbe dovuto fare da guida alla principessa per chissà quanto tempo e poi c'era il rischio che Shirayuki li vedesse e fraintendesse la situazione, allontanandola da lui ancora di più di quanto non fosse già. Doveva fare qualcosa, non poteva perdere la sua donna per una principessina arrogante e viziata come quella Mayu, non lo avrebbe permesso; in quella situazione però non poté far altro che annuire e lasciare il passo alla principessa che squittì deliziata da quella bella prospettiva "Adoro le passeggiate, stare a contatto con la natura, è davvero meraviglioso" disse contenta mentre avanzava sotto lo sguardo di Zen e le due guardie che finora erano rimaste immobili a d osservare la scena. Mitsuhide si abbassò fino a giungere all'orecchio di Zen sussurrandogli: "Non vi preoccupate Zen Tenka, sarò qui dietro di voi pronto a intervenire a ogni evenienza" Zen gli lanciò un'occhiata grata da dietro le spalle per poi affrettarsi a raggiungere la principessa poco più avanti.
Il sole era ormai calato quasi del tutto e gli ultimi raggi accendevano il cielo di un tripudio di colori caldi e soffusi, come se delle fiamme fossero giunte fino al cielo per consumare anche l'ultimo briciolo della grande sfera infuocata che ora spariva dietro l'orizzonte, salutando il vecchio giorno e dando il benvenuto al sottile spicchio di luna che cominciava a comparire nella volta celeste.
Zen e Mayu camminavano in silenzio fianco a fianco, lei si guardava intorno estasiata, continuando a complimentarsi per la magnificenza dei giardini reali mentre Zen si limitava ad annuire a ogni parola ma non prestando attenzione ad alcuna di esse, troppo perso nei suoi pensieri nel tentativo di architettare qualsiasi stratagemma che lo allontanasse dalla principessa che non aveva smesso un attimo di parlare. Dietro di loro, a una certa distanza, Kiki e Mitshuide seguivano i movimenti del principe pronti a intervenire al minimo segnale; quando le spalle di Zen cominciarono a irrigidirsi, segno che ormai stava per perdere la pazienza, Mitshuide decise di intervenire prima che fosse troppo tardi: "Perché non fate visitare alla principessa la serra, Zen Tenka? Così la nostra ospite potrà svagarsi un po' e nel frattempo ammirare tutta la bellezza del nostro palazzo" disse la guardia mentre i due si erano avvicinati a un colonnato che sorgeva li nei dintorni. Entrambi si appoggiarono al muro e diressero lo sguardo al vasto giardino di fronte a loro mentre un leggero venticello cominciava leggero a soffiare, scuotendo la candida chioma del principe e quella corvina della principessa:"È un po' tardi per quello Mitshuide, ormai tutte le piante si saranno chiuse dopo il tramonto, preparandosi per la notte. E poi c'è molta umidità lì dentro, non vorrei che la principessa si ammalasse con un tale balzo di temperatura" spiegò Zen pacatamente mentre dentro di sé incrociava le dita speranzoso."Siete molto premuroso a preoccuparvi per la mia salute principe Zen, ma non trattatemi come se fossi di cristallo, perché vi assicuro che non lo sono" intervenne la principessa incrociando lo sguardo con quello del principe. "E' mio dovere preoccuparmi per i miei ospiti, e voi principessa sarete sempre trattata col massimo riguardo, ve lo assicuro" disse Zen, continuando a guardarla negli occhi, non disposto a togliere lo sguardo dal suo.
Mentre i due erano impegnati a conversare non si accorsero delle due persone che in quel momento stavano rientrando a palazzo attraversando il giardino: improvvisamente una delle due figure si fermò, spalancando i grandi occhi gialli e facendo fermare anche l'altra persona che, incuriosita, guardò nella stessa direzione e rimanendo sorpresa nel vedere il principe Zen in compagnia di una bellissima ragazza dal portamento fiero e elegante; entrambi sostavano nel mezzo di una piccola struttura sorretta da colonne in mezzo al giardino e nessuno dei due sembrava essersi accorto dei due intrusi, troppo occupati a sfidarsi con lo sguardo. 

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