Volevo scrivere qualcos'altro su Michael da un po' di tempo, oltre alla One Shot precedente e la storia vera e propria, quindi ecco qui la seconda One Shot sul nostro Clifford. Mi è piaciuto tanto scriverla ma vorrei dirvi che è un po' lunga. Spero che vi piaccia come a me è piaciuta idearla e scriverla. E se qualcuno se lo chiedesse no, non è una continuazione della precedente.
Aveva camminato tutto il pomeriggio, da quando era scappata da casa sua. Da casa sua e di Michael. Non ce la faceva più a stare lì dentro, e il litigio con lui non aveva decisamente giovato.
Ma ora era all'incirca mezzanotte e non poteva continuare a girovagare per la città senza una meta precisa, come un topino in un labirinto, e per aggiungere il danno alla beffa era stanca e non aveva cenato. I piedi le pulsavano anche mentre saliva le scale, un gradino dopo l'altro, in direzione del loro appartamento.
Non voleva rientrare, avrebbe preferito trovare un altro posto dove dormire o dove stare per la notte, ma non poteva presentarsi da nessuna sua amica e chiederle un rifugio senza prima raccontarle quanto successo, e quello proprio voleva evitarlo. Durante il pomeriggio era passata a fare una visita dai suoi genitori, cercando di occupare il tempo, sfruttando anche l'occasione per mangiare e bere qualcosa, ma non sarebbe potuta restare nemmeno da loro: si sarebbero preoccupati per quella strana richiesta.
Era arrivata davanti alla porta di legno trascinando i piedi doloranti su per le scale, e ora la fissava, ancora incerta se entrare oppure no. Ma che altro avrebbe potuto fare? Iniziò a cercare nella sua borsa le chiavi e le trovò immediatamente, quasi fossero state lì ad aspettarla e a sogghignare "Hai fatto la cosa sbagliata scappando senza risolvere"
Le infilò nella toppa della porta e l'aprì, tenendo lo sguardo basso. Michael era seduto sul divano del soggiorno, proprio la prima stanza che si trovava entrando nell'appartamento, e appena sentì la porta aprirsi scattò in piedi voltandosi verso essa. La figura dai capelli mori varcò la soglia senza degnarlo di uno sguardo, chiuse la porta e lasciò la borsa sul tavolino accanto all'entrata, solo allora alzò gli occhi blu su di lui, incrociando il suo sguardo verde per poco, prima di distoglierlo.
«Deve sei stata?» le chiese Michael. Kayla si tirò i capelli indietro e si diresse senza tanti preamboli verso la cucina. Non aveva voglia di parlare con lui.
«In giro» disse soltanto. Aprì il frigorifero per trovarci dentro uno yogurt alle fragole: a lei piaceva molto. Lo prese e cercò un cucchiaino.
«Che significa?» lui la seguì in cucina e la osservò muoversi in quel piccolo spazio.
«Che ho fatto una passeggiata» disse lei. Aprì il vasetto e, tenendo lo sguardo puntato sul rosa dello yogurt, iniziò a mangiarlo.
«Sei stata fuori tutto il pomeriggio» ribatté lui «Ed è mezzanotte. Non puoi cavartela dicendo che hai fatto solo una passeggiata» aspettò una risposta dalla ragazza per i successivi minuti ma lei non voleva dargli nessuna soddisfazione.
Finì il vasetto di yogurt, lo pulì e lo buttò nella spazzatura, poi finalmente rispose «Non volevo parlare con te»
Michael serrò la mascella «Potevi fare l'incazzata in un'altra stanza, non era necessario sparire in quel modo»
«Non volevo stare nella tua stessa casa» disse allora lei. Lo guardò un secondo negli occhi poi lo superò, diretta in bagno. Si sarebbe lavata i denti e poi sarebbe andata a dormire. Non avrebbe più discusso con lui.
«Non hai sentito tutte le chiamate che ti ho fatto?» lui continuò a seguirla «Anche solo un messaggio per far capire che non eri morta sarebbe stato carino»
«Tu certe volte sembri morire per mesi allora» rispose acidamente Kayla.
«Non è vero» protestò Michael, capendo a cosa la ragazza si riferiva «Quando sono in tour ci sentiamo almeno una volta al giorno, non dire stronzate» si stava seriamente alterando. Da quando lei era uscita era stato in pensiero per tutto il tempo, non era riuscito a seguirla. Quando era uscita dall'appartamento aveva sbattuto la porta così forte che Michael aveva avuto paura che anche i vicini l'avessero sentita.
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One Shot {Michael Clifford}
Cerita Pendek-Michael, mi vuoi lasciare in pace?- -Ma dai, stai sempre con quei libri, anch'io voglio la tua compagnia- sbuffa. -Allora, cosa vorresti fare?- -Non so, possiamo giocare, parlare, anche baciarci, perché no?-