Valerio avrebbe compiuto dodici anni il giorno dopo. E' nel suo letto e non riesce a dormire, eccitato com'è dall'idea di scoprire che cosa gli abbiano regalato i suoi genitori. La sera prima aveva visto il padre che portava in casa una grossa busta di nylon, che subito aveva nascosto in un armadio. Il bambino aveva provato a indovinare cosa potesse contenere, ma erano tante le cose che desiderava!
A poco a poco si assopisce, e fa un sogno molto strano: è in una grande stanza, illuminata da una grossa lampada appesa al soffitto che gli acceca la vista; intorno a lui tante persone con camici verdi e con il volto coperto da mascherine, che fissano un corpo disteso su di un lettino celato da un lenzuolo. Improvvisamente, uno dei dottori si dirige verso il lettino con un bisturi lucente tra le mani. La lama si avvicina sempre di più al corpo immobile. Valerio si sente terrorizzato, ma non può muoversi né parlare. Di colpo vede il chirurgo che alza il pugno con il bisturi ben serrato nel palmo della mano, e lo abbassa con forza sul cuore. Valerio ha un sussulto e si copre inorridito il viso con le mani. Poi, a poco a poco apre piano le dita, e intravede il cuore nelle mani del chirurgo che ride come un pazzo isterico. Valerio continua a fissare con orrore quel cuore che pulsa senza sosta. Allora comincia a urlare con quanto fiato ha nei polmoni, sempre più forte, sempre più forte...
«Valerio! Amore mio! Che ti succede?»
Il ragazzo aprì gli occhi di colpo. Il respiro era affannato, e la sua pelle era ricoperta di sudore. Si alzò di scatto dal letto, mettendosi seduto, mentre respirava a bocca aperta. Si girò a guardare la sua compagna che era anche lei seduta accanto a lui.
«Hai avuto ancora quell'incubo, tesoro?» gli chiese Marina.
Valerio non rispose subito e si limitò a fissare gli occhi castani della ragazza, che nella penombra della notte s'intravedevano appena. Abbracciò Marina e le accarezzò i lunghi capelli scuri. I loro corpi nudi ebbero un fremito brevissimo.
«Marina... è stato più reale del solito! Mi sembrava veramente di essere in quella sala operatoria, di sentire l'odore del disinfettante, dell'anestetico... Ogni volta vedo sempre qualche dettaglio in più. E' terribile. Ma perché, perché continuo a sognare quest'uomo sul tavolo operatorio, il suo cuore che batte...?»
«Sei riuscito a vederlo in viso questa volta?» chiese la ragazza, cercando di sforzarsi di apparire tranquilla, ma la voce tradiva la sua tensione.
«No, però quando mi sono svegliato stava cambiando la prospettiva, come se guardassi attraverso gli occhi del chirurgo che rideva come un pazzo, ma ho visto solo il viso di un'infermiera che gli era di fronte. Era senza mascherina. Sai Marina, quell'infermiera eri tu.»
Marina tremò alle parole del suo compagno. Accarezzò teneramente Valerio. Avrebbe dato chissà cosa perché quell'incubo non turbasse più il sonno del suo uomo. Gli prese il viso tra le mani e lo baciò dolcemente. Fissò per qualche istante i suoi occhi poi, infine, si coricarono insieme, e la donna appoggiò il capo sulla sua spalla. Dopo pochi minuti Marina dormiva di nuovo, ma Valerio continuava a pensare a quell'uomo sul lettino. Rimase sveglio ancora per molto tempo, prima di riuscire ad addormentarsi, stremato dalla stanchezza.