Capitolo 12

1.1K 86 14
                                    


Restai tutto il weekend chiuso nel dormitorio, ma lunedì mattina dovevo farmi vedere, e andare faccia a faccia con la realtà. Non dovevo fare il depresso, se no Agatha se ne sarebbe accorta, ma dire che stavo bene...! Tutti mi dicevano sempre che sembravo un fantasma, pallido e smunto, ma non capivano il motivo.

Al pomeriggio finii prima, verso le due, quindi andai a sedermi al lago. Ma non presi la solita panchina; mi sedetti due panchine più a nord.

Rimasi qualche ora lì, pensando a niente, ad osservare le bolle che ogni tanto uscivano dalla superficie piatta del lago, immaginando che tipo di creatura marina potesse farle.

Dopo un po' sentii la fragile panchina abbassarsi un po'. Qualcuno si era seduto. Una voce femminile mi parlò.

<<Ehi Thomas, come stai?>>

La guardai in faccia. Era Nina, l'amica Corvonero di Agatha.

<<Bene.>>

<<Lo so che menti. So quello che è successo. È naturale che ti senti depresso. Ma tutto si risistemerà. Non fare quella faccia.>>

Smisi subito di fare la faccia poco convincente, ma non cambiai le mie idee.

Nina mi sorrise.

<<E così Agatha te l'ha detto?>> le chiesi.

<<No,>> rispose lei <<l'ho scoperto da sola, non era difficile da vedere. È dalla fine delle vacanze che non parlo più con lei. Non ci vediamo più. Non so perché.>>

Sembrava molto triste anche lei, e mi dispiacque per Nina.

<<Non credo sia stato molto simpatico, quello che ha fatto Agatha, comunque...>> aggiunse. <<Scappare così, senza preavviso... Ci sono altri metodi per rompere con qualcuno. Io me la sarei presa molto di meno se non avesse fatto la falsa per tanto tempo...>>

<<Quindi, sta con Faith da tanto?>> chiesi, immaginando già la risposta.

<<Da un po'...>> rispose lei, vaga. <<Dopo che siete tornati dal vostro giro, lei non è più andata dalla sua famiglia. Ha passato un mese da Faith.>>

<<Come lo sai?>>

<<Le voci girano...>> rispose amara. <<Ma lei me l'aveva detto, quando eravamo ancora amiche. Ci eravamo viste subito dopo il vostro viaggio, per l'ultima volta. Mi ha raccontato un po' di cose su di te e su Faith. Lì ti amava ancora, ma era già diventata una buona amica di Faith. Non so cosa le ha detto per perdonarlo, non me lo ha voluto dire. Mi ha detto però che andava un mese in Francia con lui, e mi ha confidato che Faith le piaceva un pochino, ma anche che naturalmente aveva già te e che non si poteva avere tutto. E quando è tornata, stavano insieme, almeno in segreto, infatti non volevano che nessuno lo sapesse, credo per via di te. Ma continuavano a baciarsi in giro nei corridoi, e io li vidi. Ti giuro, rimasi scioccata. Ma non ti ho detto niente perché non volevo farti del male. Forse avrei dovuto dirtelo. Ma pensavo che Agatha avrebbe avuto un po' di buonsenso e ti avrebbe avvertito. Ma no. Ha aspettato fino ad ottobre. Io sapevo che stavano insieme dall'inizio, ma gli altri l'hanno scoperto man mano, quando quei due si sono un po' lasciati andare con la segretezza. Credo che dopo un po' non le fregava più niente, basta che tu non lo venissi a sapere. Pregava in giro che non ti dicessero niente. Ti chiamava Il mio sfigato. "Non dire niente al mio sfigato", e tutti capivano che si riferiva a te. E visto che Agatha era la loro bellissima, il loro mito, non dicevano niente. Anche le ragazze che le stanno dietro. Scusami, Thomas, ma dovevo dirtelo. Anche se ti fa male, devi sapere come stanno le cose. Mi porto questo peso dietro da un mese. Non lo sopporto più. Non la sopporto più.>>

Un tempo ero Tom il popolare, Tom il brillante, Tom lo studente modello. Anche Tom il furbo, e cose così. Una volta mi hanno persino chiamavo Tom il cattivo, nel senso che mi ammiravano. Da quando ho conosciuto Agatha, non sono più niente. L'unica cosa che mi aiutava a sopportarlo senza problemi era la sua presenza, ma ora che mi aveva lasciato, non ero più niente. Adesso ero solo Tom lo sfigato. "Il mio sfigato".

<<Senti, Thomas, se fossi in te non mi deprimerei. Quel Faith lì non mi è mai piaciuto, e non è tipo per Agatha. Si risistemerà tutto, vedrai...>> Fece un sorriso incoraggiante. <<Quando ritornerà da te, so che lo farà, perdonala per tutto, soprattutto per quello che ha detto. In questo momento la odio a morte pure io, ma forse per dire quelle cose era condizionata dal quel mostro. Perdonala.>>

<<L'ho già fatto. Senti, io la amo ancora.>>

<<Ma certo! E non devi mai smettere di amarla.>>

Nina si alzò dalla panchina.

<<A presto, Thomas!>> E se ne andò, lasciandomi solo a guardare il lago, incerto se disperarmi, o sorridere.

Cuore d'argentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora