Capitolo 53

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"Cosa vuoi dire?"
"Le ho viste spesso le tue pasticche, non prendermi per scema: antidepressivi, antistress, per non avere l'asma e persino per il battito cardiaco. Piero Barone per favore, non giocarmi brutti scherzi"

"Piero rispondimi"
"..."
"Piero cazzo rispondimi, perché prendi tutta quella robaccia"
Perché? Perché? Per stare meglio, per essere stabile, perché ogni giorno mi manca il respiro e gli attacchi sono più frequenti, perché non voglio farti preoccupare, nessuno doveva saperlo
"Come lo sai?"
"Non importa ora, dimmi che non lo farai più ,voglio tu stia meglio"
"Li prendevo durante il tour, non ti preoccupare ora non li prendo più", già chi voglio prendere in giro, forse me stesso. Continuerò con quelle pasticche ogni giorno e forse aumenteranno anzi, togliamo pure il forse.
"Deni, vai a chiamare gli altri così glielo diciamo", lei esce dalla stanzetta e fa entrare tutti che ci fanno i migliori auguri.
"Piero, Denis, io e Rebecca, penso che ora ritorneremo in hotel" dice Gianluca
"Tranquilli ragazzi, ci sentiamo" dico io, dopotutto sono stanchi e non li biasimo
"Ignazio, penso che vado anch'io", ci saluta poi Alessandra; rimaniamo io, Denis e Ignazio, vengono a chiamare Denis per dei controlli ed Ignazio rimane con me.
"Piè"
"Ignà"
"Piè come va?"
"Cosa intendi Ignà, sto alla grande"
"Piero smettila di mentirmi"
"Ignazio davvero, sto bene"
"Dove le hai messe?"
"Dentro il comodino"
"Piero, devi smetterla con sta roba"
"Ignà, io non..."
"Zitto, muoviti"
Mi porge la bottiglietta e le pasticche, lo so che non dovrei farlo ma senza esse non sarei qui molto probabilmente.
"Denis non lo deve sapere"
"Lo sa, pensa che io abbia smesso"
"Non le mentire"
"Non posso"
"Fai come vuoi"
"Non te la prendere, non voglio che pensi anche a me"
"Ricordati che io sono con te, comunque"
"Grazie fratello"
"Forza ora mangia", ceno con lui e dopo arriva anche Denis,
"Io vi lascio soli, se succede qualcosa chiamatemi e non fatemi stare in pensiero"
"Grazie, a domani"
Rimaniamo soli in stanza, ora che l'anestesia ha svanito il suo effetto riesco a muovermi e vado a sedermi sulla sedia lasciandole il letto libero per riposare.
"Ti hanno operato Piero"
"Lo so"
"Piero te lo ripeto, non giocarmi brutti scherzi"
"Ora è tutto ok, finchè ci sei tu io sto bene"
"Piero..."
"Dimmi"
"Io ti amo"
"Io vi amo", gli lascio qualche coccola, qualche bacio poi è costretta ad andare, a tornare in stanza e così rimango solo.
Subito un frullato di emozioni sta uscendo da me, non sento più nulla e non distinguo più nulla. Un conato di vomito si fa sentire sempre di più ed io non riesco a stare sul quel maledetto letto così di scatto, con delle forze che non riesco a capacitarmi di avere ancora, vado in bagno ma il conato è più  forte di me. Sono a terra in ginocchio, che piango come un bambino, solo, inerme e senza speranze. Gli antidepressivi non servono più, i miei attacchi d'asma continuano, il battito cardiaco si accelera e la testa si fa pesante, sono solo da buttare e dimenticare.
"Calmati penso, calmati cazzo" ma questo non mi fa bene e mi agito ancora di più
"Piero cazzo, alzati e calmati", ritorno in camera e cerco il cellulare, compongo ad occhi chiusi il numero di Ignazio.
"Piero, tutto ok?"
"No cazzo"
"Ok calmati, 10 minuti e sono lì", mi mette giù ed io ritorno a piangere fino a che non arriva, forse non avrei dovuto chiamarlo, forse sono solo un coglione, forse e forse, le forze mi continuano a mancare ma devo resistere, lo devo per me e per quel fratello che nonostante potesse riposare ora sta venendo qui, solo per me, sono solo uno scemo, nulla di più.

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