Capitolo 68

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Ho passato una mattinata bellissima con Gianluca, abbiamo parlato di tutto ed io non mi sono imbarazzata, non ci sono stati silenzi inopportuni ed il suo sguardo dolce mi tranquillizza. Ora sono a casa, da bravo gentiluomo com'è mi ha accompagnato fino al cancello e mi ha scoccato un bacio a stampo molto passionale allungando mani e lingua su di me, ci eravamo già scambiati i numeri perciò anche se lui é ancora in taxi mi sta scrivendo. Decido in qualche modo di defilarlo, non che mi dispiaccia parlare con lui ovvio, solo che per questa settimana sono stata fuori casa e tra qualche ora inizierò lo stage in uno degli alberghi più prestigiosi in città ed essendo abbastanza nervosa devo parlare con qualcuno, ho saputo che sta meglio, così controllo l'ora e dopo pranzo la chiamo.
//Parla Denis//
Siamo ancora tutti intorno al piano e Piero continua a suonare, non mi stancherò mai di vederlo suonare in realtà. Sento la suoneria del mio cellulare, lo prendo alla svelta e mi allontano così da non dare fastidio, senza guardare chi chiama rispondo subito e la voce di Rebecca mi rassicura.
"Deni"
"Rebi ei come va?"
"Insomma tu?"
"Che ti prende? Centra qualcosa Gianluca? Ti ha fatto qualcosa?"
"No no per l'amor del cielo lui no"
"E allora, che succede, dimmi a che pensi"
"É che mi sono innamorata di lui, e lui lo sa gliel'ho detto. Sembra che gli interesso pure io ma..."
"Ma cosa?"
"C'é qualcosa che non mi convince, dice che mi vuole, che lo faccio star bene dopo tempo ma... io ho bisogno di piu"
"Lo sai che scegliendo un cantante o un artista famoso non potrai avere quel di più, che magari non potrai icamminarci per strada vicino o nemmeno parlarci. Sai tutte le uscite che ho avuto con Piero in pubblico, non riuscivo a capire forse pure io volevo quel di più ma, mi sono accontentata, mi sono soffermata di più quando eravamo soli, quando mi coccolava o dormivamo insieme o molto semplicemente quando mi preparava la cena perché io ero stanca. I suoi occhi mi rassicuravano quando ero in ansia ed ora guardami"
"Lo vedo, sei una donna stupenda"
"Ora, non farmi sentire vecchia ma si, insomma io credo che dovresti pensarci, trovare del tempo per ascoltarti e poi parlarne con lui, capire se davvero ne vale la pena ma soprattutto devi capire se è lui che davvero vuoi, che ti rende felice"
"Grazie"
"Allora, per il resto come va? Dovresti iniziare lo stage oggi se non sbaglio?"
"Già... sono già in ansia, sono al bancone, spero di non fare figuracce"
"Dai su, fai come a scuola"
"La scuola... mi sta mancando un sacco"
"Anche tutti voi... tra qualche giorno risaliamo..."
"Salite?"
"Piero mi ha portato a conoscere tutta la sua famiglia e beh... ora siamo a Naro"
"Oh bello, sai qualcosa del Maesalese?"
"É sceso con noi ma presto andato da Alessandra"
"É una ragazza fortunata"
"Già, spero che tra di loro le cose migliorino"
"Perché non vanno bene?"
"Si, diciamo che sono in crisi"
"Che è successo ora?"
"Nulla di grave tranquilla, devono solo parlare e chiarirsi"
"Un po' come me e Gian"
"Si dai, mettiamola così"
"Scusa Deni, ora devo andare, ci sentiamo poi stasera"
"Certo non ti preoccupare e mi raccomando..."
"Grazie ciao"
Metto giù e ritorno in casa, trovo il nonno che sembra addormentato sulla poltroncina in pelle mentre Piero e sua nonna che parlano sul divano.
"Oh eccoti" esclama Piero sorridendomi, ha uno sguardo molto dolce
"Scusate"
"Tutto ok?"
"Si si, era Rebecca"
"Ottimo, sei stanca?"
"In realtà... penso che mi farebbe bene riposare un po'"
"Certo vieni, nonna noi andiamo in camera"
"Certo piè, e mi raccomando", fa esaltare la seconda parte della frase ed accenna un tono divertito, divento scarlatta in viso e stringo la mano di Piero che mi porta in una stanza con letto matrimoniale, spero non sia il letto dei suoi nonni,
"È dkve dormivano io, Franz e Mary non ti preoccupare", sorrido timidamente, mi tolgo le scarpe e con lui mi ci stendo sopra. Lui inizia a farmi le coccole per tutto il corpo, poi stanca mi addormento trovandomi le braccia di Piero avvolte ed una gamba incastrata tra le mie.
Mi sveglio agitata ho fatto un sogno orribile, ho il fiato corto e sembro sudare freddo.
"Piccola che hai?" Piero si è alzato anche lui, siamo entrambi con la schiena alla testiera del letto.
"Niente", sussurro
"Non piangere ti prego",non me ne sto rendendo conto invece si, sto piangendo ed anche molto. Mi butto tra le braccia di Piero che mi sta cullando con il tuo tocco gentile.
"Era tutto un brutto incubo, ora ci sono io con te" mi ripete all'orecchio.
"Ci sono io per te, per voi. Ti amo piccola"

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