CAPITOLO 36

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Metto una mano sulla maniglia per entrare ma subito vengo scaraventata via.
...
"Mi lasci!!" Urlo al medico che nel mentre mi aveva seguita ed ora mi aveva fatta cadere a terra.
"Lei non può entrare"
"Ma come si permette" arriva da dietro Iganzio " a buttarla a terra, che modi"
"Si calmi"
"Qui l'unico che si deve calmare è lei, forza Deni vieni qui" mi avvicino a lui e lo stringo forte, fortissimo.
"Quando posso entrare?" Chiedo io
"Ancora qualche ora, il paziente non si è ancora ripreso del tutto"
Annuisco delusa e stringo forte la mano di Ignazio.
"Bene, mi trova in reparto di oncologia, Ignazio mi accompagni in stanza?"
"Certo. Gianluca rimani tu?"
"Si tranquilli, vi avviso io"
Ci dirigiamo agli ascensori, pigio il tasto del mio piano ed arriviamo, noto mia madre e mi avvicino a lei, pare molto arrabbiata infatti,
"Dov'eri, ti ho cercato dappertutto!"
"Non hai cercato bene, ero in pronto soccorso"
"Perché eri lì?"
"Piero"
"Ancora lui, bene ti proibisco di vederlo, sentirlo, messaggiarci o altro"
"Non puoi farlo"
"Sono tua madre ed sei ancora minorenne quindi signorina fila in camera che ora dobbiamo andare a controllare le analisi"
"Ti odio"
Corro via in lacrime, come può impedirmi di vivere? Io non lo reggo altro che non mangiare, dormire o altro. Io non riesco più a vivere, non posso più vivere, tanto vale stare qui.
Entro in stanza con Ignazio e sbatto sonoramente la porta, non posso reggere a questo.
"Calmati, ehi calmati"
"Ignazio come faccio?! Spiegamelo, dimmi come, come?!"
"Ascoltami"
"Dimmi"
"C'è una soluzione a tutto"
"Ignazio io ho il bisogno, la necessità di vederlo"
"Lo so, lo so. Ora troviamo un modo per uscire da qui"
"Mia madre non mi farà uscire"
"Hai fame?"
"Come faccio a mangiare se..."
"Tu hai fame e dobbiamo andare al bar..."
"Che crampi allo stomaco ho famissima"
Usciamo complici e stranamente abbiamo il consenso di mia madre...
Bene ora devo andare da lui, vederlo.
Ritorniamo in sala d'attesa con Gianluca che non sembra abbia sue notizie. Passa un'ora buona e forse anche qualcosa di più che i medico di prima lascia il via libera.
"Uno alla volta"
Ma tutti mi lasciano andare, apro il portone ed arrivo al suo letto, l'ultimo .
Lo vedo sorretto sulla schiena con i suoi occhiali Rossi fuoco e passione ma, non come il mio sangue.
Abbiamo incrociato lo sguardo entrambi, i nostri occhi come un bagliore...
Mi sono letteralmente catapultata su di lui.
"Piero"
"Piccola"
"Amore"
"Come?"
"Non ti piace?"
"No, mi fa impazzire"
Iniziamo a baciarci con foga fregandoci degli altri, ora ci siamo solo noi. Io e il mio Cucciolo.
Lui mi stringe forte, fortissimo ed io contraccambio. Sono passati pochissimi giorni eppure già quando solo salita in auto mi sentivo già morta dentro.
Saranno passati si è no 3 minuti che un'infermiera mi intima a uscire.
"La prego altri 5 minuti poi lo lascerò riposare" rispondo io e lei acconsente.
"Amore c'è un problema"
"E quale piccola?"
"Io non posso più vederti"
"Ma come? Io? Tu?"
"Mia madre mi impedisce di stare con te, sentirti, parlarti, messaggiarti"
"Non ti lascerò più"
"Non me ne andrò più. Scusa ma ora devo andare, mi trovi in reparto"
"A domani piccola"
Chiudo la porta, ci voleva, ci voleva stare con lui, ci voleva stringerlo forte, ci voleva assaporare le sue labbra, ci voleva lui per farmi stare meglio.
Con Ignazio torno in stanza, lo vedo poi andare, tornare dai suo fratello mentre il con mia madre mi dirigo nello studio per vedere le mie analisi, come sono andate... So che dovrei essere felice cioè, ho potuto passare del tempo con Piero ma io sento, sento che qualcosa non va...

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