2.La foresta di pini

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Heaven stava passeggiando per le verdi colline oltre al maniero di Aileen quando sentì il vento cantare; era la prima volta che lo sentiva, di certo il vento nelle Highlands scozzesi non mancava, però questo era diverso, era una specie di richiamo.
Heaven non aveva mai creduto nel soprannaturale, nonostante fosse cresciuta in un instituito protestante, lei non credeva; aveva letto tanto nella sua vita, e Dio non aveva mai salvato nessuna persona buona degna della Sua misericordia.
'Sono stanca' pensò Heaven, 'il vento che mi parla, devo essere proprio stanca'. Il tempo si stava facendo minaccioso e nuvoloso, 'solita tempesta in arrivo' pensò, 'meglio tornare a casa'. Solo che a casa, quel pomeriggio non ci sarebbe tornata.
Dalla collina alla casa bisognava attraversare una foresta di pini; quando il tempo era bello la luce filtrava attraverso i brachiblasti creando giochi di luce, come delle ombre che si muovevano attraverso i cespugli di mirto.
Quel pomeriggio, per via dell'umidità c'era un forte odore di resina e fresco muschio nella foresta, 'devo sbrigarmi o mi prenderò tutta la pioggia' pensò Heaven, che con le mani teneva il suo vestito bianco di fresco lino e correva con le snelle gambe pallide, non aveva scarpe, non se le era messe quel giorno.
Stava iniziando ad addentrarsi nel bosco quando una ghianda d'oro le cadde in testa, si fermò per raccoglierla, 'che strano pensò, qui non ci sono querce' pensò, alzò la testa per vedere da dove provenisse, ma sopra di lei non c'erano altro che aghi di pino e un cielo azzurro, 'cielo azzurro? Ma se stava per piovere!' Pensò Heaven un po' scocciata, però si addentrò nella foresta; per andare e tornare seguiva lo stesso sentiero, oggi volle addentrarsi di più, era curiosa, voleva sapere da dove provenisse la ghianda. 
'Che meraviglia' pensò Heaven, non era il solito bosco con alti alberi, rocce e muschio; qui c'era un piccolo ruscello, tutt'intorno a lei cespugli di bacche colorate e nessun sentiero, non le importava di essersi persa, ora voleva solo fondersi nella luce dorata e respirare la terra. 'Camminare mi ha fatto venire sete' disse Heaven, si inginocchiò vicino al ruscello, mise le mani a conchiglia e prese l'acqua, 'fresca e buona, chissà se quelle bacche sono dolci' pensò Heaven, sapeva che alcune specie erano velenose, ma ce ne erano alcune, che secondo il suo libro di botanica erano buone, e quelle nere dovevano essere bacche di sambuco, non ne aveva mai assaggiate. Ne prese un grappolo, alcune erano troppo mature e si schiacciarono sul suo palmo bianco, creando rivoli di succo che sembravano sangue, ne mise in bocca due o tre, 'acerbi, dopotutto è ancora maggio' pensò Heaven, si girò per tornare al ruscello per lavarsi le mani ma, ad un tratto iniziò a girarle la testa, si sedette vicino al corso d'acqua e si sdraiò, con un braccio nell'acqua, e poi buio.

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