La sveglia suona.
Mio fratello è ancora troppo piccolo per capire quello che succede.
I miei stanno litigando..
Forse per un pelo fuori posto o quasi sicuramente per me.
Io sono spesso la causa dei loro problemi.
Ignorando le urla esco da casa per andare a scuola.
Apro il mio pacchetto e metto la sigaretta tra le labbra.
Ormai non posso fare nient'altro.
Guardo le altre.
Hanno i capelli sempre in ordine e sono amate da tutti.
Io no.
Non mi nota mai nessuno.
Lui è lì con una ragazza coi capelli lunghi e biondi.
A volte mi mena delle occhiate ma io lo ignoro.
È stato per troppo tempo un mio problema e credo che continuerà ad esserlo ancora per molto.
Vedo solo gente finta che è il risultato di una generazione finta.
Vogliono piacere non essendo loro stessi.
Se solo tutti bruciassero le loro maschere sarebbe un mondo migliore.
Se i figli cominciassero a confidarsi coi genitori, e i genitori insegnassero ai figli di sicuro non ci sarebbe tutta questa rivalità tra i due.
Siamo noi che non ci sforziamo per migliorare.
Vogliamo un mondo di pace e poi litghiamo con un'amica perché abbiamo la maglietta identica o perché ha baciato il ragazzo che a noi piace.
A me non piace questo mondo.
Questo non è il mio mondo.
Da piccola volevo essere come Barbie, ora sono una principessa oscura e non è che mi dispiaccia.
In classe è sempre uguale.
Delle ragazze spettegolano, i ragazzi si picchiano e li aeroplanini di carta volano.
In fondo nessuno ascolta i professori.
Tutti ascoltano quello che vogliono ascoltare.
Noi ragazzi siamo stanchi, siamo esigenti.
Abbiamo problemi e di sicuro non pensiamo a risolvere quelli di matematica.
Ormai ho osservato così tanto le persone che saprei descrivere ogni persona che frequenta questa scuola.
Loro non pensano che io non noti nessuno, invece noto sempre tutti.
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Ció che non vedi
Ficción GeneralMi chiamo Sara. Ho 16 anni. Vivo con i miei genitori che a stento si accorgono di me. La mia vita non è vita. Amo guardare il mondo ma non farne parte.