Trentaquattro

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GOODNIGHT MY LITTLE BABE.

Venni svegliata da un forte calore, sembrava quasi di essere in procinto dell'estate, sotto di me non c'era il mio solito materasso morbido e non ero coperta dalle mie solite lenzuola; addosso avevo ancora i vestiti e mi sentivo gli occhi incollati per via del trucco residuo. Aprii gli occhi per cercare di capire e realizzai immediatamente: mi ero addormentata da Michele appoggiata a lui. Feci mente locale, le immagini di ieri sera subito mi saltarono alla testa: avevo cenato con Michele, avevamo bevuto qualche bicchiere ma nulla di grave, ballammo e infine ci eravamo baciati; baciandoci siamo finiti sul divano dove alla fine ci siamo addormentati dopo il famoso ''riposo gli occhi per cinque minuti''.

Non dovevamo riposare gli occhi per cinque minuti, volevamo soltanto goderci un po' quel momento dove le cose andavano perfettamente, dove io e Michele non stavamo litigando ma eravamo abbracciati a coccolarci a vicenda. Peccato che poi ci siamo addormentati fino al mattino seguente.

Michele dormiva beatamente, sembrava un angelo che aveva ancora bisogno di riposare dopo una lunga giornata impegnativa; il viso era rilassato, le labbra leggermente socchiuse, la testa era girata dall'altra parte e il respiro era leggero e regolare; non potei fare a meno di rimanere ferma a guardarlo, guardare tutta quella bellezza che un tempo era mia... e che desideravo fosse mia di nuovo.
La mia ammirazione nei suoi confronti venne interrotta da una sveglia suonare sotto di noi, il volume era alto, tanto che mi fece sobbalzare. Michele reagì più o meno come me facendo un piccolo sobbalzo spalancando gli occhi. Si guardò prima in giro, per capire dove fosse poi incrociò il mio sguardo e rimanemmo a fissarci per qualche secondo.

''Credo sia la sveglia'' dissi io con voce assonnata.

Lui si riprese spostandosi da me per mettersi seduto, si strofinò il viso e sbadigliò. ''Cazzo...'' disse stiracchiando il collo muovendo la testa da una parte all'altra. ''Che dolore'' se lo massaggiò.

Controllai l'ora: erano le 07:30. Ero decisamente in ritardo. Mi alzai di corsa recuperando tutto ciò che c'era di mio e come una pazza correvo avanti e indietro di fronte allo sguardo ancora assonnato di Michele.

''Posso sapere che cosa stai facendo?'' chiese di conseguenza lui.

''Sono in ritardo, molto in ritardo! Devo andare a casa mia a recuperare i libri e rendermi presentabile! Accidenti non ce la farò mai'' Sarebbe stato bello e utile se nel mio corso saltare una lezione non fosse stato un problema; peccato che lo era. Se saltavi una lezione, quella seguente eri obbligato a portare un certificato medico che provava il motivo per cui tu eri stata assente. Sì, una rottura.

Lui si alzò allungando le braccia verso il soffitto alzando così la maglietta fino all'ombelico, degluttii. ''Ti accompagno io, solo dammi due minuti che mi lavo la faccia e mi cambio almeno la maglietta''

''D'accordo ma fai in fretta, davvero sono in ritardo!''

''Siamo in due ad essere in ritardo'' ribattè lui andando in camera. Lo vidi cambiarsi mentre percorreva il corridoio per andare in bagno e darsi una veloce lavata al viso e ai denti.

Come da lui promesso mi riaccompagnò a casa e mai come quel giorno adorai e odiai il suo modo di guidare: avevamo rischiato di fare almeno tre incidenti, però almeno era arrivato in poco tempo a casa mia dandomi il tempo di cambiarmi, recuperare il mio materiale e darmi una sistemata al viso; per non farmi perdere ulteriore tempo mi accompagnò pure all'università; due secondi prima che iniziasse la lezione mi sedetti accanto ad Elodie che mi stava guardando con uno sguardo misto al rimprovero e curiosità.

''Passi le notti fuori casa adesso?'' domandò.

Sbuffai e mi concentrai sul professore; decisi di spiegarle bene come fossero andate le cose subito dopo la lezione, alla macchinetta del caffè con della buona caffeina ad entrare in circolo.
Le spiegai che mi ero dimenticata di avvisarla, ero stata distratta dalla proposta di fare di nuovo da babysitter alla piccola Eleonora, poi la cena seguita dal ballo e infine beh.. il bacio. Per ogni cosa raccontata Elodie reagiva in modo diverso, quando arrivai al bacio sembrava stesse per dare una festa urlando in mezzo ai corridoi ''Finalmente! Era ora oddio!'' E più che urlare sembrava essere in mezzo ad un atto molto intimo. ''Elodie per favore, calmati. Era solo un bacio.''

Come un lampoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora