Le mie lacrime erano incapaci di smettere di scendere.
Ero così concentrata su Alex che non mi ero resa conto del casino che c'era attorno.
Ci sono più o meno sei macchine della polizia e 3 ambulanze, l'uomo che guidava l'altra auto, schiantata verso di noi, é morto.Mi hanno portata in una delle ambulanze, mi hanno portato del ghiacco da mettere alla testa, anche se io ho bisogno di sapere come sta Alex, non ho bisogno dello stupido ghiaccio.
"Dov'è?!" chiedo all'infermiera cercando di prenderle il braccio, ma lo sento debole e non riesco a muoverlo bene.
"Quel ragazzo?" chiede come se non sapesse di chi sto parlando. "Non lo so, e non sono affari tuoi"
in questo momento vorrei ammazzare tutti quelliche mi stanno in torno e andare da Alex."Come scusi? Ho il diritto di sapere dov'è e cosa sta succedendo al mio ragazzo." insisto e le lacrime non smettono di dominare le mie guance.
"Senti ragazzina, se vuoi sapere che fine ha fatto quel mocciosetto non devi chiedere a me, non dovevate fare la stupidaggine di andare in macchina alla vostra età... quanti anni avete eh? 13? 14?"
"Per sua informazione quel ragazzo ha 18 anni e io 16, quindi non siamo tanto piccoli, e non è stata causa sua quell'incidente, ok?! E se vuole fare la smorfiosa se ne va a casa, e non fa un lavoro delicato come questo!" dico urlando. Mi calmo un'attimo. "E ora se non le dispiace vado a chiedere a una persona più competente e utile" dico andndomene, e vedo sul suo volto la sconfitta.
Cerco disperatamente in qusto casino qualcuno che possa aiutarmi e vedo in una barella il mio amato Alex, lo stanno facendo salire su una ambulanza.
Corro verso i paramedici, che subito mi bloccano. "Sei la ragazza che ha fatto l'incidente con lui?"
"Si" rispondo tremando e cercare di vedere il suo volto."Okay, sali sull'ambulanza." tiro un sospiro di solievo e avvolgendomi alla giacca di Alex che mi aveva dato prima quando tutto questo casino non era successo.
Mi affretto a salire sull'ambulanza e i paramedici mi fanno sedere accanto ad Alex. Lo guardo, tutto pieno di sangue, a mala pena respiro, mi sento morire a vederlo piazzato così. Allungo la mano verso la sua fronte, gli accarezzo piano, piano, il viso e le lacrime continuano a scendere.
In poco tempo arriviamo all'ospedale, mi fanno scendere e portano Alex in una stanza d'urgenza, mi dicono di seguirli, ma io mi sento persa.
"Okay signorina, aspetti qui. Hanno chiamato i tuoi genitori e quelli del ragazzo, arriveranno."
Oh merda.
I miei genitori... Cosa gli dirò?!
Dieci ore dopo
"MARGHERITA! MARGHERITA DOVE SEI? STAI BENE!?" sento dal coridoio l'indistinguibile voce di mia madre, e un susseguirsi di forti e inconfondibili tacchi che mi raggiungono.
Sono stesa su quattro o cinque sedie e i miei arti sono tutti scomposti. Apro lentamente gli occhi e vedo vicino a me dei medicinali e del ghiaccio, molto probabilmente l'infermiera me li avrà lasciati qui per non disturbare il mio sonno.
"Oh mio dio Marghe, santo cielo, sei sana e salva." sgrano gli occhi e vedo tutta la famiglia al completo, compresa mia nonna.
"Ehm...Ehi." Dico imbarazzata portandomi una mano alla testa e alzandomi dalle sedie.
Si fa spazio tra le sei persone quella più importante per me, Ricky.
"Oh dio Marghe, ero troppo preoccupato per te, stai bene? Tutto okay? Ti hanno dato punti? Cosa è successo?! Dimmi tutto?! Ora." Chiede insistente aiutandomi ad alzare con espressione molto preoccupata.
"State tranquilli, io sto bene, non mi hanno dato punti, mi hanno solo messo del ghiaccio alla testa dato che ho solo preso una piccola bottarella. Alex... stava guidando, molto tranquillamene, non è stata colpa sua, ma dell'altro conducente che è morto. Quando ho visto Alex l'ultima volta... era su una barella..." inizio a piangere e Ricky mi abbraccia come se questo potesse aggiustare tutto. "Lo hanno portato in una sala, voglio andare a vedere come sta... dov'è!?" chiedo disperata.
Mia madre interviene con la sua freddezza "AH AH cara, non funziona così. Adesso tu mi spieghi cosa ci facevi con Alex quando dovevi essere dalla tua amichetta di cui non conosco l'identità insieme ad Alice."
"Mamma... credo che possa parlarne dopo, ora il suo ragazzo sta male, stiamo parando di una cosa seria, puoi farla andare dal suo bell'innamorato?" Interviene stranamente Sofia. La guardo, mi fa l'occhiolino e cenno di andare, e mamma non fiata neanche.
Mi alzo di scatto dalle sedie e mi sistemo i vestiti, mi dirigo verso le mille corsie dell'ospedale e riesco a riordarmi la strada. Davanti a una sala ci sono Karen e Robert i genitori di Alex. Mi dirigo verso di loro correndo e loro forzando un sorriso mi salutano.
"Cos'è successo?! Come sta?!" Li guardo con aria preoccupata, ma loro si limitano a lanciarsi un'occhiata. "Sta bene" Sussurra Karen, ma non è convincente.
"Ditemi la verità per favore... Non sono una bambina a cui si deve nascondere la verità per farla sorridere." dico non smettendo di lacrimare.
"Abbiamo appena parlato con il dottore... non sta per niente bene, crede che non ce la farà..."
Mi sento come se una parte della mia anima si fosse staccata.
Mi sento come se nessuno ci fosse attorno a me
Mi sento completamente distrutta
Vedo tutto sfocato
Mi lascio cadere a terra.
Non sento più niente.
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Rinasco dai miei resti
RomanceAveva una vita perfetta, piena di amici, famiglia che andava sempre d'accordo, e un ragazzo semplicemente adorabile. Era sempre solare, sorridente, e innamorata. Finché un giorno... tutto cambiò. Ha visto davanti ai suoi occhi andarsene la persona...