Ti ricordi di me?

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Michele si alzò.
Si tolse Eminem di dosso, salutò Eminem sul muro e gli mise i piedi sopra.
Naturalmente, non era il vero Eminem, sennò non sarei qui a narrarvi questa storiella.

Erano tutti gadgets che Caparezza teneva nella sua stanza, che guardava la mattina e a cui mandava un ultimo sguardo prima di dormire, era ossessionato dal rapper americano.
Aveva buttato via tutte le sue ambizioni per diventare come lui, anche se poi aveva acquisito stile e temi diversi.
Ma l'ossessione era rimasta.
Infatti, prima dei concerti, all'entrata faceva lasciare ai suoi fan dei fiori e dei cioccolatini in tributo ad Eminem, che poi raccoglieva e che naturalmente bruciava nel rogo serale.

"Buongiorno, mia sirena~" disse scendendo di sotto, la casa era tranquilla (non che non dovesse esserlo)...
Facendo colazione recitava il mantra che gli dava forza durante la giornata: Eminem non mi lascia, Eminem non mi mostra sdegno.
Ogni volta un sorriso beato compariva.

Uscì, si dirigeva dal suo produttore: Andrea Pellizzari."Ehi Michele!" disse un Andrea sveglio e pronto all'entrata. "Registriamo?" 
"Certo!" disse Capa cercando di contenersi. Entrò nella sala di registrazione, "Allora, Capa, che vuoi registrare? Abbiamo tutto l'arrangiamento più i testi di 4 canzoni quindi direi di cominciare con qualcosa di..." "Canterei Argenti Vive." Disse Michele interrompendolo subito, uno strano sorriso inquietante sulle labbra. Gli occhi sbarrati emanavano degli sfolgorii rossastri. Ma per Andrea era più che normale, e sapeva gestire la situazione. "Dai Capa io direi di cantare qualcos'altro...ieri l'hai già eseguita 4 volte!" Il sorriso di Salvemini si stava incrinando. "Andrea, ho detto cantiamo "Argenti Vive"."
Caparezza stava iniziando ad alzarsi da terra, ormai la luce rossa che emanava era chiaramente demoniaca. Non era mai stato così.

Andrea si limitò ad annuire impaurito e indietreggiò. Caparezza entrò nella sala di registrazione, e cominciò a cantare. Ad un certo punto lampi rossi scaturirono dal suo corpo e la stanza sembrò per qualche secondo l'Inferno.

Caparezza uscì dalla sala di registrazione, con addosso dei vestiti diversi, più antichi, come nel 1300. "Tu hai cercato di tenermi segregato qua." disse lui tenendo Andrea per il collo, come Roberto Pulita. "Ora brucerai come ho bruciato io!" Al centro della stanza si aprì un baratro con il fuoco che crepitava bruciando le anime dei dannati. "Capa, questo non sei più tu!" Andrea cercava disperatamente di divincolarsi dalla stretta di quello che fino a qualche secondo prima era il suo amico, ma inutilmente. Venne gettato nel buco, ma all'ultimo riuscì ad afferrare una trave del pavimento, rimanendo appeso con le fiamme sotto che cercavano di raggiungerlo. Caparezza si avvicinò lentamente e dopo averlo guardato divincolarsi per qualche secondo disse: "Te l'ho sempre detto, caro Andrea, stai lontano dalle fiamme, sennò ti bruci."
E dopo quella frase gli pestò la mano , facendolo cadere giù fino a scomparire, tra le fiamme e le urla dei dannati.

Caparezza tornò in sè, e nel momento in cui vide quello che aveva fatto, cadde in ginocchio con la faccia scioccata.

Sul pavimento c'era una scritta fiammeggiante intagliata nel legno: ARGENTI VIVE.


Hey! So che questa fanfiction è un po' diversa dal tipo che di solito scrivo...ma io amo Caparezza e Eminem e avevo questa idea in testa da un po' di tempo, quindi ho deciso di buttarla giù e quale posto è migliore di Wattpad per farlo?
È una cavolata assoluta, rido anche mentre la scrivo, ma sta proprio lì il divertimento!
Spero vi piaccia :D

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