Collina 204

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"Cazzo, cazzo, cazzo-"
Il monarca vestito di azzurro era in preda a un attacco di ansia. Chi l'avrebbe mai detto che Legaloni avrebbe rifiutato il suo invito ad unirsi al suo schieramento? Già era raro trovare degli alter-ego di Capa che non volessero distruggere il mondo, se questi erano pure permalosi Ludwig poteva già dire addio alla vittoria. Ormai stava camminando nervosamente per il corridoio mentale della mente di Caparezza, cercando di contattare l'unica persona che sapeva calmarlo in quei momenti di totale sconforto.
"Z-Zurg? Sei tu? SIAMO ROVINATI" Ludwig tremava e la sua voce solitamente solenne e contenuta era ormai diventata un rantolo sconnesso che non incuteva alcun rispetto. Dall'altro capo della linea c'era nientepopodimeno che l'Imperatore Zurg, o meglio, ex-Imperatore, direttamente dalla Luna e ormai unito alla causa del Re da tempo.
Ah sì, ed erano anche sposati.
"Calmati, sempliciotto. Non hai bisogno di quel corrotto spara-sentenze! Sei o non sei il più potente dei potenti?" chiese Zurg con un tono stizzito, ma al contempo dolce e insinuante. Ludwig non era più tanto certo della risposta: "Lo sai che non sono più quello di una volta..." e a queste parole non riuscì a trattenere un piccolo singhiozzo.
Quando Ludwig si buttava giù, Zurg si imbestialiva: "SANTISSIMO FLARNARG! TI DEVO RICORDARE CHI CONQUISTO' LA POLONIA CON UN SORRISO?"
Ludwig ebbe un sussulto, non andava fiero di quell'episodio, che causò la rottura delle due dimensioni, ma era stato pur sempre lui l'artefice di quell'impresa titanica! Dopo essersi asciugato le lacrime disse con una voce flebile ma rincuorata: "...grazie, Zurg." "Figurati! Dopo tutto sei mio marito, e anche se la tua impresa è assolutamente inutile e insignificante, io ti sono vicino."
Ludwig si spazientì: "Ok, ora non esagerare. Solo perché sei originario della Luna non vuol dire che questa cosa non ti riguardi."

Ludwig si era sempre chiesto perché Zurg stesse dalla sua parte e non quella di Argenti, d'altronde praticamente tutte le personalità avevano il partner nel loro stesso schieramento (quello Argentato, s'intende.) Non voleva avere dubbi sulla fedeltà del marito, ma a volte non poteva fare a meno di notare la sua ambiguità. L'aveva notata fin dal primo incontro. Questo avvenne nella data lunare dello spazio 1903, giorno in cui la famiglia reale di Baviera aveva organizzato un ballo intergalattico per rinforzare simbolicamente la pace che legava ogni Regno esistente, invitando i reali da ogni parte dell'universo. Come rappresentante della Luna venne proprio Zurg, ai tempi ancora Imperatore in carica. La sera che Ludwig lo vide, in quella tunica argentata e dorata, che faceva risaltare le curiose antenne che aveva sulla testa, si sentì subito catturato da quella presenza ineffabile e misteriosa. Per far scoccare la scintilla tra i due bastò un ballo, un lento tra i due reggenti, durante il quale Ludwig, imbarazzato, evitò quasi sempre lo sguardo dell'alieno, che dal suo canto invece lo guardava quasi stizzito, come se si aspettasse qualcosa di più che invece non arrivava. Alla fine della serata, senza che nessuno dei due avesse fatto la prima mossa, gli ospiti e gli invitati stavano dando i loro commiati sull'uscio della reggia.
Ludwig si inchinò davanti all'ospite lunare: "La ringrazio della sua presenza, spero ci rivedremo pre-" Prima che il Re potesse finire la frase, l'alieno stampò un sonoro schiaffo sulla sua guancia, nel silenzio imbarazzato dei presenti, che si voltarono per assistere a quella inusuale scena. "Domani. 7.30, collina 204." Zurg, pronunciate queste parole, girò le spalle e uscì, nello sgomento generale, lasciando un attonito Ludwig che, con una mano sulla guancia appena colpita, seguiva a bocca aperta l'andamento regale dell'Imperatore che si allontanava. Non sapeva che quel giorno aveva incontrato qualcuno che non solo numerava le colline come lui, ma che provava la pesantezza del comando sulle sue spalle, e che sarebbe diventato la persona che l'avrebbe sempre compreso non lasciandolo mai solo.

Ludwig, solo nel corridoio psichico, ripensava a quei primi momenti. La sua mente fuggiva spesso in quei ricordi, come per cercare continuamente una prova della bontà del consorte. Del resto Zurg stesso aveva detto, quando era l'ora di formare gli schieramenti per il nuovo scontro , che si sarebbe unito a Ludwig solo se gli avesse permesso di torturare qualcuno, e che onestamente non gliene fregava nulla dato che "proveniva dalla Luna". Pensoso, Ludwig si accarezzo nuovamente la guancia, che decenni prima aveva subito quello sgarbo. Risentì, al tatto, il piccolo marchio a forma di luna che l'Imperatore gli aveva lasciato.

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