capitolo 8

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Il giorno della festa finalmente arrivò, durante la mattinata, Mikasa, cucì  il vestito,  la signorina Hanjie era stata tanto gentile da regalare alla corvina un rotolo di stoffa rossa. Non potevano permettersi un vestito, Mikasa soprattutto non voleva sprecare soldi per cose "futili", come lei definiva, ma non poteva negare il fatto di sentirsi felice all'idea di andare a divertirsi con i suoi amici.
Eren,  rimasto tutta la mattina a  letto, non voleva ne vedere , ne sentire nulla a riguardo della festa,  non era pigrizia,  ma stanchezza fisica e mentale. 《Vuoi che chiami Armin perché ti faccia compagnia? 》aveva chiesto Mikasa,  ormai aveva accantonato l'idea di portare Eren con se, e non voleva certo costringerlo, 《Armin é in campagna con il nonno...non sò quando tornerà》. Mikasa sì pentì di aver proposto il migliore amico  del  fratellastro,  si era dimenticata che era partito e soprattutto di quanto mancasse ad Eren.

La festa iniziava alle 21:00 a casa di un certo Mike , a quanto aveva sentito Mikasa, benestante, che aveva invitato moltissima gente per il suo compleanno.
Nella piccola casa Eren aveva già raccolto in un angolo del  legname,per loro , l'arrivo di Dicembre non era gradito come per il resto del mondo , la casa non era munita di riscaldamento ed il legname era difficile da trovare e troppo costoso per poterlo comprarlo.

Con ansia aspetatta da Mikasa, finalmente errivò l'ora di prepararsi, la miglior amica di Mikasa, Christa, le aveva prestato un rossetto ed un mascara,  che applicate sul viso della ragazza , già di per se bello, aveva un effetto fantastico. I grandi occhi blù erano messi ancora di più in evidenza mentre le labbra carnose erano di un rosso scuro. Il vestito Rosso era stato completato all'ora di pranzo, ed era  assiai migliore delle aspettative . Avendolo cucito su misura,  le forme di Mikasa venivano evidenziate al punto giusto, le sottili spalline risaltavano le magre spalle,  il corpetto le fasciava il petto in modo tale da non rendere visibile troppo ma neanche troppo poco, ed il laglio morbido a sirena slanciava la figura di Mikasa già di per se alta e snella comparabbile a quello di una modella.
《Come stò?》 Chiese Mikasa mettendosi fra la sedia , dove era seduto Eren, e la piccola televisione, che quest'ultimo stava guardando.
Il castano spense l'apparecchio di cui funzionava solo tre canali,  e spostò lo sguardo sulla sorella. Eren magnifica , bella più che mai, e lui non riuscì a non farle vedere il proprio stupore. Eren era così,  ogni sentimento e sensazione la rendeva visibbile a tutti.
《Wow, se..sei bellissima 》 aveva barbettato, la ragazza arrossì fino alla punta della orecchie.
《Come arriverei alla festa?》domandò Eren preoccupato. Non avevano mezzi privati, e di certo per Mikasa andare con i mezzi pubblici,  la sera, vestita così, non era sicuro.
《A piedi》, 《come a piedi? Ma sei pazza!》 Quasi urló Eren

《La festa é nella cas-villa davanti al Bar dove lavori》

Eren non disse nulla,  si limitó a spostare lo sguardo dalla corvina all'orologio. Erano le 20:40, si alzó e corse nella camera,  precipitandosi sullo scatolone che Hanjie aveva regalato loro. Afferó un paoi di jeans ad una camicia nera e chiuse la porta con delicatezza, altrimenti sarebbe crollata. Mikasa assistette confusa, le azioni  del fratellastro spesso la sorprendevano, ma non la deludevano mai.
In meni di tre minuti Eren era pronto,  la camicia era una taglia più piccola, diventando aderente sul suo petto , privo di grasso ma neanche troppo muscoloso, mente i jeans andavano benissimo.
《Ti accompagno solo》
Mikasa ne fù ugualmente felice. Camminatoro silenziosi uno affianco all'alta fino all'arrivo davanti alla porta della villa. La musica era udibbile anche all'estero, percui il campanello , insistentemente suonato da Eren, non si sentiva  minimamente.
Dopo un paio di minuti d'attesa , la porta venne aperta da un ragazzo alto e biondo. 《É lei  Mike?》Chiese Eren dopo che l'uomo aveva sorriso alla corvina.  I due piccoli occhi blù analizzarono Eren e la ragazza accanto  lui, al castano ,  più che un ragazzo sembrava un'uomo, la camicia , le cui maniche erano piegate fin sui avambracci e sbottonata fino al terzo bottone,  lasciavano visibili i peli biondi  che copriva il petto e le bracci dell'uomo, mentre sul mento erano meno morbidi e più scuri.《forza entrate》,Mikasa non  se lo fece ripetere una seconda volta , mente Eren venne trascinato all'Intero. Dalla porta principale, percorsero un piccolo corridoio, dalle pareti azzurre a cui erano appoggiati molti fumatori, attraversato  il piccolo tratto, entrarono in un salone brullicante di gente con grosse casse appena ad ugniuna delle pareti. La musica era ad un volume esagerato. Mentre  Mikasa cercava  i suoi amici , Eren la seguiva tenendo lo sguardo  fisso su di lei, la voleva lasciare in mani fidate per poi andarsene.
《MIKASAAA》 urló Christa.
I loro compagni erano seduti su una poltroncina bianca, una delle poche sistemate contro le mura.
《Bene, io vado 》 annunció Eren sollevato. Mikasa lo afferó per un braccio, le sue suppliche non ebbero nessun efetto sul fratellastro,  perché era ugualmente andato via.
Eren assaporó la fresca aria di fine settembre, il vento non soffiava,  era una serata piatta e monotona, il castano  camminava tranquillo verso casa, anche se non aveva una giacca a ripararlo dal freddo,  lui non ne sentiva il bisogno. Tenendo la testa bassa vide la sua ombra diventare stranamente molto visibbile davanti a lui.

I lampioni non sono così potenti.

Pensó Eren sorpreso,  si girò in direzione della fonte di luce. A illuminare la sua figura erano i fari di una macchina dal motore silenzioso. Il ragazzo si spaventò, era solo in un quartiera tutto meno che  sicuro,  era tardi e soprattutto era privo di un qualsuadi mezzo di comunicazione  per chiedere aiuto.

Rimase immobile davanti al veicolo, fin quando una figura a lui famiglia si afacciò dal finestrino del conducente. 

《EREN MA COSA ASPETTI?! SALI IN MACCHINA!》

Levi urlò, lo aveva visto uscire dalla casa di quel Mike, vecchio colegga , e lo aveva seguito. Il corvino era preoccupato per quel ragazzo dai occhi smeraldini, temeva fosse ubriaco ,o peggio ancora,  drogato,  percui lo aveva seguito. Anche se il motivo dietro a tale preoccupazioni, Levi ,provava a" nascondere " autoconvincendosi fosse il dovere di un professore.
Dovere o meno, Eren era appena entrato nella  sua macchiana, non puzzava di alcool,  anzi, il suo profumo era dolce e delizioso.

E ora...cosa faccio?

Pensò Levi mentre metteva in moto l'automobile.

Angoletto ><

Come promesso ho aggiornato prima del 12 ♡
Domani scuola bella gente ~

TANGO 《Ereri / Riren》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora