Addio Amore Mio

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Mycroft aveva sempre amato quella grande casa dai muri rosa e il tetto bordeaux. Gli ricordava i momenti felici della sua infanzia e della sua adolenscenza. Da bambino si sentiva protetto in quella casa perché sapeva che le persone cattive che lo prendevano sempre in giro erano lontane chilometri da lì perciò lui si sentiva al sicuro dagli insulti e dalle occhiatine sprezzanti dei suoi coetanei.
Adesso Mycroft però guardava quella casa con occhi diversi, non gli sembrava più la sicura dimora di un tempo, gli ricordava più una prigione.
-Ho sempre odiato questa casa- sussurrò Sherlock avvicinandosi alla porta d'ingresso. Mycroft si limitò ad alzare gli occhi al cielo e per un secondo venne invaso dal ricordo di Sherlock che girava sbuffando nel salotto della casa urlando ai suoi genitori che si annoiava.
Il consulente investigativo aprì lentamente la porta d'ingresso che non era stata chiusa a chiave dopodiché entrò con la stessa lentezza, seguito da Mycroft.
Attraversarono l'ampio corridoio, entrambi con le pistole in mano, poi decisero di dividersi per perlustrare la casa più velocemente. Sherlock si diresse verso il salotto e gli bastò una breve occhiata per capire che un uomo era stato lì recentemente. Più precisamente un uomo di un metro e ottanta con delle scarpe da ginnastica con la suola rossa e un cappotto di velluto arancione. Nessun altro era stato in quella stanza secondo il consulente investigativo.
Dall'altra parte della casa Mycroft stava perlustrando le camere da letto senza trovare nulla di significativo se non il recente passaggio di un uomo che molto probabilmente portava un ridicolo cappotto di velluto arancione.
I due fratelli si diressero verso la cucina e quello che trovarono lasciò entrambi increduli e straziati.
Sul grande tavolo in marmo erano appoggiati disordinatamente sia i vestiti di John che quelli di Gregory, ma purtroppo su quel tavolo c'era ben altro: due alluci appartenenti ai piedi di due persone.
Sherlock si avvicinò al tavolo e riconobbe subito il dito di John grazie ad una piccola cicatrice che il dottore si era fatto da bambino.
- È l'alluce di Greg- sussurrò Mycroft dall'altra parte del tavolo. -E questo è  quello di John- disse Sherlock. Entrambi stavano ragionando silenziosamente sul da farsi quando il cellulare di Mycroft squillò.
Il governo inglese rispose subito mettendo in vivavoce.
- Myc, tesoro mio, sono Greg. Ascoltami bene non venite a cercarci, non venite ce la caveremo. Lui ha rapito noi per arrivare a te, vuole delle informazioni per far scoppiare una guerra tra l'Inghilterra e il resto della Gran Bretagna. Non vinite a cercarci capito? Ti amo Mycro..-
La voce di Gregory venne interrotta improvvisamente, sostituita subito da un'altra voce ben meno conosciuta.
-Vedo che siete nella vostra vecchia casetta, molto bene. Spero vi sia piaciuta la sorpresa- in sottofondo i fratelli Holmes poterono sentire chiaramente un forte sibilo seguito da un sonoro colpo. - Gregory è stato proprio cattivo a rubarmi il cellulare, mi dispiace Mycroft, ma per questo dovrà pagare...con la vita naturalmente. Di addio al tuo amato, mio caro ispettore prima che ti uccida a frustate- continuò il rapitore rivolgendo l"ultima frase a Gregory. Pochi secondi dopo la voce roca e sofferente dell'ispettore sussurrò semplice - Addio amore mio-

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