6.30, la sveglia suonava e non avevo neanche la forza di alzarmi dal letto. Dopo poco entró mia madre in camera, spalancó le finestre e tiró via il lenzuolo, ma continuavo a rimare a letto "O ti alzi con le buone maniere, o mi costringi ad usare le cattive signorina" non risposi. Vidi mia madre prendere il bordo del materasso e tirare, un attimo dopo ero a terra, con la faccia sul marmo freddo di camera mia. Non ci potevo credere, aveva avuto il coraggio di buttarmi giù dal letto, mi sentivo una merda e andai in bagno, mi guardai allo specchio e non mi riconoscevo neanche, lì riflessa c'era una ragazza con i capelli disordinati, le occhiaie agli occhi che erano pieni di lacrime e arrossati, la pelle pallida, e lo sguardo spento. Raccolsi i capelli in uno chignon, mi sciacquai il viso, pizzicai le guance per dar loro colore, misi un po' di trucco sugli occhi e il sorriso più falso del mondo spiaccicato sulla faccia.
Eh già l'amore...
In quel momento uccisi letteralmente la mia vocina fastidiosa e guardai l'orologio, 7.10, avevo dieci minuti per essere alla stazione, non feci neanche colazione, mi vestii, presi lo zaino e mi scaraventai fuori di casa urlando un "Ciao mamma!" quasi isterico prima di sbattere la porta con violenza. Arrivai all'entrata della stazione mentre sentivo il treno frenare, corsi per le scale e mi ci fiondai dentro appena in tempo prima che le porte si chiudessero, poi sentii una voce alle mie spalle "O mio Dio. Cosa vedono i miei occhi? Un'Alex sul treno delle 7.20! Stai migliorando" era Rach, ma aspetta lei che ci fa su questo treno? "Ah ah simpatica, davvero. Piuttosto, tu che ci fai qui dentro?" chiesi con ancora il fiatone, mi rispose che era rimasta a dormire dal suo ragazzo, Andrea, e che mi aveva anche provato a chiamare. E chi lo guarda più il telefono da ieri! Arrivammo a scuola puntuali e precise come un orologio svizzero, lasciando la professoressa di disegno geometrico di sasso, e ovviamente Alessio non c'era, le lacrime minacciavano di uscire, sapevo che si stava facendo del male, in questi giorni tra noi si era formato un legame particolare, ma le ricacciai indietro e per una volta diedi ascolto alla mia voce interiore. Questa cosa è già successa con Francesco no? Quindi, perché invece di fare il solito errore non lo aiuti ad uscirne? Si vede lontano un chilometro che ne sei persa, e lui ti guarda in una maniera, come se non esistesse nessuno oltre te. Passai tutta la giornata da sola, ogni tanto qualcuno cercava di rivolgermi la parola, ma non li consideravo. Uscita da scuola, mi avviai alla stazione ma mi bloccai quando vidi Alessio poggiato al muretto di fronte al liceo, si vedeva lontano chilometri che era fatto. Bene Alex a quanto pare qui dobbiamo iniziare subito. Aveva un aspetto orribile, capelli disordinati, borse sotto agli occhi, viso pallido, sguardo...da drogato ovviamente, labbra screpolate, brividi e occhi stanchi. Indossava una felpa larga per via dei brividi appunto, e jeans strappati, avevamo di nuovo entrambi le Vans nere e stava fumando. Corsi da lui, non si reggeva in piedi, buttai la sigaretta che aveva tra le mani e lo abbracciai, a quel contatto sentii le farfalle nello stomaco, lui non disse niente ma scoppió a piangere sulla mia spalla "Scusami, sono un fallito" stava delirando. Mi ricordai che qualche giorno fa mi disse in che zona abitava, la conoscevo, era vicino al cinema, quindi lo aiutai a camminare fino a casa sua, una volta arrivati non riusciva neanche ad infilare le chiavi nella serratura, così gliele presi di mano e aprii io al suo posto. O mio Dio, questa casa è enorme! Mi guardai intorno e vidi che era una sottospecie di villetta, poi qualcosa mi colpì alle gambe, abbassai lo sguardo ed era un Boxer marrone con il muso bianco, quella doveva essere Laran. In casa non c'era nessuno e Alessio mi disse che la sua stanza si trovava al piano di sopra accanto al bagno, lo aiutai a salire le scale, entrammo in camera sua e lo lasciai cadere a peso morto sul letto, poi andai in bagno, aprii l'acqua calda e iniziai a riempire la vasca, tornai in camera e...stava dormendo. Mi schiaffeggiai la fronte con una mano e mi scappó una risatina, non avevo mai conosciuto nessuno in grado di addormentarsi così velocemente, dopo una ventina di minuti andai a chiudere l'acqua in bagno, la vasca era piena, andai da lui e lo svegliai, stava ancora malissimo così lo aiutai anche a spogliarsi, gli tolsi la felpa e le scarpe, lo convinsi ad andare a farsi un bagno caldo, ma quando arrivammo al bagno, corse subito al gabinetto dritto a vomitare. Non potevo vederlo così, stavo per scoppiare a piangere ma mi trattenni, dovevo essere forte per lui, lo aiutai ad alzarsi, gli tolsi la maglia e spalancai la bocca di fronte a quei muscoli ben definiti. Il ragazzo fa palestra...interessante. Alessio mi prese il mento tra l'indice e il pollice, costringendomi a guardarlo negli occhi "Ti piace quel vedi, Alex?" mi chiese sussurrando il mio nome è marcando la x. Cazzo questo è proprio fuori. Però ammettilo, non è messo per niente male. Beh una volta arrivata ai pantaloni non potevo fare altro, così uscii dalla porta e andai in camera ad aspettarlo. Stavo brava e tranquilla sdraiata sul pavimento che mi rilassavo tirando la pallina a Laran che me la riportava, quando sentii la porta aprirsi di scatto, mi girai ed era completamente nudo "Non mi sono portato il cambio dietro..." questa era la sua scusa "Esistono gli asciugamani!" Urlai quasi divertita e mi misi le mani sugli occhi, lo sentii ridere e prendere i vestiti, poi si mise seduto dietro la mia testa a gambe incrociate, mise le sue mani sulle mie che tenevo ancora sugli occhi "Direi che adesso puoi guardare" mi misi seduta di fronte a lui a gambe incrociate e mi accorsi che indossava solo i pantaloni da tuta "Visto che in bagno ti è piaciuto quello che hai visto, ho pensato di rimanere senza maglia" quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Adesso scegli, o rimani o te ne vai, ti ricordo solo che sta ancora male ed è fuori come un balcone. Senza pensarci due volte, presi le mie cose e andai verso la porta, mi sentii prendere da dietro, le sue braccia erano intorno a me, e sapere che mi stava abbracciando senza maglia mi fece venire caldo "No! Non andartene! Scusami, rimani un altro po'" aveva la voce assonnata, sembrava un bambino "Va bene, ma sono le quattro, io rimango un altro po' ma tu vai a dormire che ne hai bisogno" lo sentii sorridere sul mio collo, poi ci lasció un bacio "Grazie" sussurró. Il mio cuore perse un battito, mi sentivo il viso prendere fuoco "Adoro quando arrossisci per me, sai?" disse con la voce roca, la situazione peggioró e sentii una strana ma bellissima sensazione nel basso ventre. Lo feci stendere sul quel letto da una piazza e mezzo che si trovava al centro della camera, si addormentò quasi subito, io rimasi un po' a guardarlo, sembrava un angelo, la voglia di accarezzarlo era tanta, ma avevo paura di svegliarlo, così presi le mie cose e mi diressi verso la porta di ingresso al piano di sotto, la aprii e sentii un urlo provenire dalla sua stanza "No!Basta! Ti prego! Lasciami!" Corsi subito da lui, era ancora con gli occhi chiusi, sul letto a petto nudo, sudato e con un espressione sofferente in volto "Alessio svegliati! È un incubo" spalancó gli occhi e quando mi vide, mi tiró nel letto con lui, mi teneva stretta tra le sue braccia, era terrorizzato, aveva il respiro accelerato "Shh, dai ci sono io e basta qui" lo tranquillizzai mentre il suo respiro riprendeva a tornare normale "Non andartene, resta con me" mi sussurrò all'orecchio "No Alessio non posso, a casa mia saranno già preoccupati" risposi pensando a mia madre che conoscendola avrebbe potuto chiamare la polizia, carabinieri e vigili del fuoco visto che dovevo essere a casa già da due ore. Mi supplicó "Ti prego, fino a domenica non torna nessuno, sono solo in casa" mi strinse al petto mentre mi accarezzava i capelli che avevo sciolto prima scendendo di sotto. Mandai un messaggio a mia madre, l'unica scusa a cui avrebbe creduto, era quella che sarei rimasta a dormire da mia cugina, che abitava lì vicino. Rispose poco dopo con un semplice "Okay, se vuoi puoi stare a dormire da lei anche tutta la notte, basta che entro domani sera sei a casa" era incredibile la sua fiducia in me. Tra le braccia di Alessio mi sentivo a casa, al sicuro. Rimanemmo così, abbracciati e a coccolarci guardandoci negli occhi, finché non ci addormentammo.
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L'arco e la freccia
ChickLitIl cervello agisce come se fosse drogato, o meglio, non agisce affatto. Brividi, farfalle nello stomaco e sospiri, al pensiero di vederlo viene un diffuso dolore allo stomaco. Il colorito scompare e il respiro si fa affannoso, il cuore batte all'im...