5. Shayla

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Silchester era inghiottita dalla bruma. Sentieri, empori e palazzi erano divenuti irriconoscibili tra il grigiore della foschia. Solo pochi impavidi avevano osato mettere piede nelle strade, per poi fare dietrofront e rintanarsi di nuovo nelle abitazioni. Il manto dell'autunno aveva iniziato ad avvolgere le terre dell'Ovest.

"Ci mancava soltanto la nebbia." Shayla Crawford stava ammirando il desolante scenario dalla finestra della sua stanza. Era seduta vicino al davanzale, le braccia distese, le gambe incrociate. Un'espressione contrariata le dominava il viso. Aveva da poco finito di vestirsi: portava un fastoso abito dorato che le lasciava scoperta gran parte del collo; una scollatura che si sarebbe prestata a un ornamento di qualche tipo.

La principessa non aveva mai amato i gioielli. Quando sua madre era ancora in vita, era stata costretta a portare orecchini e diademi in occasione delle feste e dei banchetti di corte. Per quanto appariscenti e pregiati fossero, non si era affezionata a nessuno di quegli oggetti. Li considerava degli accessori superflui e ingombranti, da acquistare con l'unico scopo di esibire la propria ricchezza. Invece di investire denaro in cianfrusaglie del genere, avrebbe preferito comprare qualche libro o gioco tavolo, se non altro per divertirsi durante la giornata.

«Mia signora, posso entrare?» La domanda di Liam Smith risuonò da dietro l'uscio. «Il re e il Piccolo Concilio ti stanno aspettando.»

Shayla si alzò dalla sedia e si diede una veloce sistemata alla chioma ondulata. Con l'arrivo dell'umidità, i suoi lunghi capelli aurei finivano sempre per incresparsi. Era obbligata a spazzolarli come minimo due volte al giorno, per evitare di andare in giro con l'acconciatura di un riccio.

«Al massimo è te che aspettano» ribatté aprendo la porta alla guardia personale. «Posso sapere dov'eri finito? Mi avevi detto che saresti andato e tornato dalla cittadella entro questo pomeriggio, e invece ti ripresenti all'imbrunire. Ti eri forse dimenticato della cena di stasera?»

«Niente affatto.» L'armigero tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un piccolo pacchetto di pergamena. «Ho impiegato più del previsto perché mi sono fermato dall'orafo a ritirare un regalo.»

«Ah, sì? E per chi sarebbe questo dono?»

«Per l'unica persona che se lo merita. La mia principessa.»

Il soldato porse la scatoletta ocra alla sua signora. Shayla l'afferrò con tutto il tatto possibile, le mani le tremavano. Scartando l'involucro, vi trovò dentro un cuscinetto rosato su cui riposava una sottile collana d'argento. Attaccato al monile, un topazio splendeva al centro del pendente, riflettendo il proprio bagliore celeste sugli anelli della catenina.

«È meravigliosa, Liam» ammise la giovane Crawford. «Non so cosa dire.»

«L'ho fatta fare apposta per te. L'argento richiama il colore del tuo stemma, mentre l'azzurro, beh... il colore dei tuoi occhi.»

L'emozione fu tale che la principessa si ritrovò abbracciata alla guardia, petto contro petto, i volti che si sfioravano. Dopo tanto tempo, per la prima volta si sentiva davvero serena. Non provava una sensazione simile da quando suo padre le aveva augurato la buonanotte la sera in cui era stato ucciso. Per un attimo fu come se quei tragici eventi non fossero mai accaduti. C'erano solo lei e Liam, due anime in un mondo più grande di loro.

«Mi aiuteresti a indossarla?» chiese Shayla con un filo di voce.

L'armigero si liberò con delicatezza dalla sua stretta e le scostò dalla nuca i fluenti capelli biondi. Recuperata la collana, gliel'appoggiò intorno al collo, stando attendo a non sfregarle la pelle delicata. Ogni suo tocco era morbido come quello di una balia, dita di velluto per un ragazzo dal cuore d'oro.

"È tutto così bello, peccato non possa durare."

«Grazie per la sorpresa.» Lo sguardo della principessa era ancora perso nelle pupille del soldato. «Non mi interesso di bigiotteria, ma questa catenella è diversa da tutte le altre che possiedo. Sarà anche più semplice e meno curata, ma ha un significato ed è per questo che la porterò.»

«Mi fa piacere sentirtelo dire» replicò Liam riaprendo la porta della camera. «Non ti ho mai vista con una collana addosso, almeno stavolta non avrai scuse per non indossarla.»

Shayla e la sua guardia si incamminarono tranquilli verso gli alloggi del re. Le luci del crepuscolo ne accompagnavano il tragitto, tracciando ombre discontinue alle spalle della coppia. Una flebile brezza gli scompigliava i vestiti, obbligandoli a fermarsi ogni tanto per risistemarli.

«L'estate è proprio finita» constatò l'armigero osservando le cupe vetrate di Castel Scarlatto.

«Pare sia così. Il maestro Sullivan ha ricevuto dei messaggi da Northleach in cui annunciano che nel Nord sono iniziate le nevicate. Sostengono pure che il freddo abbia spinto alcune creature a muoversi verso Sud.»

«Sul serio? Che tipo di animali?»

«Oh, non si tratta né di orsi né di lupi» rispose la principessa ridacchiando. «Parlano di chimere, ti rendi conto? Ci devono ritenere dei pazzi se pensano che crediamo a simili baggianate.»

«La fonte era attendibile?» Liam aveva un'aria tentennante. «Magari ne hanno trovato qualche vero esemplare nascosto tra i boschi.»

«Credi anche tu a queste scemenze? Dai, non fare il bambino. Chimere, ninfe e idre sono sparite da Uskaria tre secoli fa. Come possono essere risaltate fuori all'improvviso?»

«Non ne ho idea, ma perché spedirci dei corvi se sono tutte fandonie?»

«Chiedilo a loro, sempre che ti ascoltino. Gli uomini del Nord sono molto superstiziosi, potrebbero aver anche scambiato una delle loro donne per una chimera...»

La guardia si fermò un istante a fissare Shayla, e subito iniziò a sghignazzare insieme a lei. Ben presto arrivarono di fronte allo sfarzoso ingresso degli appartamenti del sovrano. Varcandone la soglia, tornarono a essere seri e posati.

«Sorella, allora ci degni della tua presenza!» li accolse Nathan Crawford dal suo comodo seggio. «Accomodati a tavola che sei arrivata giusto prima della proposta di lord Raines.»

«Proposta?» La principessa fu colta alla sprovvista. «Mi sono persa qualcosa?»

«Eccome.» Tyler Raines le venne incontro e le indicò il posto a cui era stata designata. «Re Nathan si è lamentato dell'attuale scarsezza di Spade Rosse al suo servizio. Con criminali come Ian Black in libertà, la sicurezza nel regno è fondamentale. Ero in procinto di esporgli la mia soluzione.»

«Ossia?» domandò Shayla titubante.

«Invincibili, mia signora. I mercenari di Bridport.»

The Wings of TreasonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora