9. Sean

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Una bufera di vento si stava abbattendo sul campo.

«Siete tutti pronti?» chiese Sean ai compagni dietro di sé. «Non so contro chi o cosa stiamo andando, ma vi informo sin da subito che potrebbe avere delle abilità particolari.»

«A che ti riferisci?» domandò Ric impensierito.

"Alla magia nera." Il comandante della Milizia Imparziale non osò dar fiato a quella risposta. Aveva bisogno di appoggio per affrontare la ragazza che avevano salvato e parlare di stregoneria in un momento del genere non lo avrebbe di certo aiutato. Non dopo le notizie su pegasi e chimere che erano giunte dall'Est. Se voleva risolvere l'enigma dell'ex prigioniera, doveva dare l'impressione di avere la situazione sotto controllo, così da assicurarsi il supporto necessario.

«Vi basti sapere che non mi sono fatto da solo il taglio che ho sulla fronte. La nostra ospite è assai più agguerrita di quanto credessi; perciò vi sono venuto a chiamare non appena ho ripreso i sensi. Se fossi stato capace di interrogarla per conto mio, a quest'ora sareste da tutt'altra parte.»

«Io ti avevo detto di stare attento.» Fred si abbottonò la casacca fino al collo, la chioma bruna mossa dalla corrente, uno vena accusatoria nello sguardo. «Non sono mai stato convinto che quella che abbiamo liberato fosse una serva del governatore. Glover sarà anche un gran bastardo, ma non si è dato allo schiavismo. Per adesso, se non altro.»

Dopo la caduta dei Bloodworth, i Kingsley, i Crawford, i Lockwood e le altre famiglie che avevano sostenuto la rivolta si erano riunite nell'ex capitale dell'impero per ridisegnare la mappa di Uskaria. Nonostante il dominio di molte regioni fosse già chiaro dall'inizio del conflitto, si trovarono a dover assegnare un lord protettore alle terre a nord di Kirdford. Non sapendo su chi altro puntare, optarono per Brenden Glover, un nobile di Dribugh Covert che, sebbene non avesse niente a che fare con il Nord, divenne di colpo il signore di Northleach. Benché la Milizia Imparziale gli avesse dichiarato guerra a causa delle sue radici da forestiero, nessuno lo poteva accusare di essere un uomo sadico o crudele, dal momento che non aveva ancora mosso un dito contro i ribelli.

«La biondina non è immischiata in affari simili, di questo possiamo essere sicuri.» Il comandante sfoderò la propria spada, le sopracciglia inarcate, la ferita che pulsava. «Vedete di non morire.»

Sean entrò per primo nella tenda della detenuta, seguito da Fred, Ric e da altri due combattenti della compagnia. Procedette tenendo la lama innalzata davanti a sé e cercando di individuare la ragazza tra le timidi ombre del crepuscolo. La sorprese rannicchiata a lato di un baule mentre cercava di scaldarsi con una coperta di lana.

«Ferma dove sei o stavolta ti leghiamo alla branda.»

L'ex prigioniera non sembrò impaurita dall'avvertimento. Se ne restò accovacciata per terra, intenta a fissare la bacinella d'acqua che aveva di fronte. I suoi occhi violetti erano immobili a esaminare il catino, come se quella fosse l'unica cosa di valore all'interno dell'accampamento.

«Ehi, mi hai sentito?» la interpellò il comandante. «Non so cos'hai nel cervello, ma gradirei sapere perché ieri hai cercato di uccidermi sbattendomi contro una trave di legno. Capirei se ti avessi offeso in qualche maniera, peccato che negli ultimi tre giorni ti abbia a malapena rivolto la parola!»

Dinanzi alla staticità della ragazza, Sean fece cenno a Fred e Ric di andarle incontro. I due la presero sottobraccio e la costrinsero a drizzarsi in piedi, in modo che fosse alla stessa altezza del loro leader. Entrambi sguainarono la propria spada e la puntarono contro la gola della detenuta.

«Allora, signorina, ci vuoi dire come ti chiami?» insistette il capogruppo. «La nostra pazienza ha un limite e tu la stai mettendo a dura prova. Conterò fino a tre e, se non ti sarai decisa a parlare, non mi farò problemi a immergerti la testa in questa bella vaschetta. Voglio proprio vedere quanto resiste una muta sott'acqua.»

«Non c'è bisogno che ti bagni le mani» lo frenò l'ex prigioniera. «Ti toccherebbe trascorrere i prossimi anni nella stessa posizione, e alla fine non otterresti nulla. E comunque non sarebbe neanche una scelta intelligente, visto che avevo già in mente di rivelarti chi sono.»

«Perché siamo dovuti arrivare a tanto?» La voce del comandante era piena di sdegno. «Bisognava davvero minacciare di annegarti? Non potevi presentarti fin dall'inizio?»

«No, e non intendo farlo fino a quando non saremo soli.»

Tentando di nascondere ogni perplessità, Sean ordinò ai propri uomini di uscire dalla tenda. Rifletté per un istante sui rischi di non avere una scorta, ma subito ripensò alla spada che reggeva nella mano. Se ce ne fosse stato bisogno, non avrebbe avuto timore di usarla.

«Sei più tranquilla così?»

«Non sarei stata io ad agitarmi» ribatté la giovane platinata. «Ciò che sto per mostrarti non si vede molto spesso. Dai un'occhiata al catino e forse sarai d'accordo con me.»

Il comandante si avvicinò alla bacinella di legno. L'acqua contenuta al suo interno aveva cominciato a cambiare colore. Prima azzurra, poi nera, poi rossa. Si formò un'immagine nello specchio.

"Un'idra a tre teste."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 26, 2017 ⏰

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