Capitolo primo

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《Ci sei Dom?》
La bionda annuì e con un sorriso si sistemò un ciuffo biondo che le sfuggiva dalla coda di cavallo.
James e Dominique per evitare di bagnarsi completamente visto il violentissimo temporale che si abbattere in quel momento sulla scuola di Hogwarts, si erano rifugiati sotto il colonnato del giardino interno.
Con ancora le scope in mano i due ragazzi guardavano la pioggia tamburellare sul ciottolato del cortile.
《Hai freddo Dominique?》
Come risposta la bionda si strinse ancora di più nella felpa della squadra di Quidditch.
James sorrise e la abbracciò.
Dominique alzò la testa e sorrise.
《Grazie Jamie.》
Con un cenno della testa il ragazzo declinò i ringraziamenti. 《Vuoi una cioccolata calda?》
Dominique si staccò e lo guardò negli occhi e rise.
《Vuoi dirmi che hai un minibar portatile per caso?》
Anche James si mise a ridere.
《Sai cara Dominique Weasley, va detto che io sono un mago, e quindi posso far arrivare dall'altra parte del mondo in un nanosecondo quello di cui ho bisogno.》
Poi, sempre esibendo un ghigno vittorioso, tirò fuori dalla tasca della felpa la bacchetta.
《Accio due cioccolate calde.》
In un batterd'occhio due tazze piene di un liquido fumante atterrarono sulla panca di pietra. La bionda fece un sorrisetto.
《Vuoi dirmi che ti sei anche immaginato le renne sulla tazza?》
James sbuffò.
《Oh insomma volevo essere a tema natalizio. Sai com'è, tra poco inizia Dicembre....》
《Tra poco siamo a metà Novembre Jamie! Capisco che ti piaccia il Natale, ma mi sa che dovrai aspettare ancora un po'.》
Il moro scosse la testa e rise.
《Va beh dai. Ci siamo quasi. Dimmi piuttosto come va con il tuo ragazzo.》
Tutto d'un colpo Dominique diventò seria.
《Non bene.》
《Specifica il non bene.
La ragazza sorseggiò la sua cioccolata calda assorta nei suoi pensieri.
《Significa che litighiamo di continuo caro cuginetto.》
La ragazza scombinò i capelli del moro già di per se disordinati dopo l'allenamento.
《Ma ti....》
Ridendo amaramente Dominique fissò il cugino come se fosse un pazzo.
《Penso che se solo provasse a picchiarmi farebbe lui una brutta fine.》
James la guardò per un attimo assorto prima di scoppiare a ridere.
《Ma in realtà io volevo chiederti se lui ti piace....ma sono felice del fatto che se osasse solo toccarti potrebbe stare in un pacchetto di sigarette.》
《Come mai questo riferimento al fumo James? Non avrai mica cominciato vero?》
La ragazza puntò un dito contro il cugino che ghignando alzò le mani in segno di resa.
《E tu cuginetta perché eviti le mie domande?》
《Tu non fai lo stesso forse?》
James sbuffò e si sedette sulla panchina fredda.
《Quindi? Ti piace?》
Dominique seguì l'esempio del moro prima di rispondere.
《Non lo so più. È bello e affascinante ma basta. Troppo intelligente, si sente sempre obbligato a correggerti, non sa cosa sia il sarcasmo e pensa alla nostra relazione come qualcosa di troppo serio.》
《E non è seria? Mi sembravi molto presa.》
Dominique sbuffò.
《Sì presa dai suoi addominali da urlo, certo.》
James ridacchiò prima di pescare qualcosa dalla tasca della felpa.
La bionda afferrò il pacchetto che il ragazzo le porgeva con mani tremanti.
《Una ogni tanto. Quando ho bisogno di pensare a come sarebbe bello se tutto andasse come vorrei io.》
La ragazza tirò fuori una sigaretta dal pacchetto e iniziò a rigirarsela tra le dita.
《E quand'è che tutto va male?》
James si passò una mano nei capelli, segno che era nervoso.
Anche la griofncina lo capì e sorrise solidale al cugino.
《Più o meno tutti i giorni quando non mi alleno a quidditch o passo del tempo a parlare con Lily.》
《È la tua migliore amica Lily? Tua sorella?》
《Diciamo che è l'unica che mi capisce e ha la pazienza di ascoltarmi sempre.》
Dominique si perse a guardare la pioggia che cadeva sulle tegole del tetto.
《E perché va tutto male Jamie?》
Ora il ragazzo era molto nervoso e torturava i suoi capelli castani scuro.
《Non ti capita mai di desiderare che alcune cose non siano mai successe Dominique? Tipo quando fai una scelta e poi te ne penti.》
La ragazza annuì col capo spronando il cugino a continuare.
《Ecco vorrei non aver preso delle decisioni di cui ora mi pento tantissimo. Oppure quando vuoi opporti a qualcosa più grande di te. Hai presente?》
Dominique fece segno di non aver mai provato quella sensazione.
Questo sembrò bloccare il fiume in piena quali erano in quel momento i pensieri di James.
Mormorò che era fortunata e poi si mise a giocherellare con la bacchetta, quasi non volesse guardare in faccia la cugina.
Un silenzio carico di tensione calò tra i due cugini, e mentre la pioggia continuava a scendere imperturbabile, Dominique continuava a rigirarsi tra le dita la sigaretta babbana di James, quasi cercasse in quel modo di capire le parole del moro.
Alla fine fu proprio lei a parlare di nuovo, cambiando totalmente argomento, dal suo punto di vista quantomeno.
《E dimmi James. Ce l'hai una ragazza fissa?》
Il moro, se possibile, sembrò diventare ancora più triste.
《Quando avrò una ragazza fissa il mondo girerà al contrario e tu avrai lasciato quel Peres che tanto lo sanno tutti tranne lui che non ti piace.》
La bionda sbuffò.
《Davvero simpatico James. E comunque non è vero.》
Il ragazzo sembrò ferito nell'orgoglio.
Dopo essersi alzato si inginocchiò davanti alla ragazza.
Le poggiò una mano sulla guancia obbligandola a guardarlo negli occhi.
《Dominique, guardami negli occhi e dimmi che lo ami.》
La ragazza sembrò perdersi per un attimo nel nocciola degli occhi del ragazzo.
《Perché? Cosa ti importa?》
James si morse il labbro.
《Perché io ci tengo a te Dom.》
Dominique distolse lo sguardo perdendo il contatto visivo, contatto che il ragazzo si affrettò a recuperare.
《Quindi? Lo ami? Passeresti tutta la vita con lui? Guarda che se vai avanti convincendoti che le cose tra di voi vanno bene, alla fine finirai per crederci pure tu.》
Il moro sembrava scrutare dentro gli occhi della cugina come a voler ricercare la verità in quelle pagliuzze del colore del cielo.
《Io....io lo...》
James si passò una mano nei capelli con un'aria di chi si arrende all'evidenza.
Spronò comunque la bionda a terminare la frase.
《Tu lo?》
《No.》
《Cosa no?》
《Non lo amo.》
Poi si alzò, prese la sua tazza di cioccolata calda ancora mezza piena e ci mise una mano sopra.
Dopo essersi alzata il cappuccio e aver afferrato la sua scopa si incamminò sotto la pioggia battente lasciandosi alle spalle un James Potter ancora inginocchiato a terra.

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