Capitolo secondo

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La mattina dopo l'allenamento di quidditch interrotto dalla pioggia, James insistette perchè la squadra si alzasse prima di tutti gli studenti normali di Hogwarts che non devono finire di studiare, per recuperare il tempo perso il pomeriggio precedente di prima mattina, per poi allenarsi nuovamente al termine delle lezioni.
Quando la sveglia suonò due ore prima del solito, Dominique si girigrò nel letto, cercando di convincere se stessa che fosse tutto frutto della sua immaginazione.
Ma quando dopo appena due minuti il suono petulante e assai fastidioso emesso dalla sveglia della giovane Weasley tornò a risuonare nell'aria, la ragazza dovette arrendersi all'evidenza: era ora di alzarsi.
Gettò una veloce occhiata all'orologio digitale poggiato sul comodino, e per poco non le cadettero le gambe.
Erano precisamente le 4.37 del mattino, e Dominique si era completamente dimenticata dell'allenamento supplettivo.
Per la prima volta dopo molto tempo non si curarò dell'aspetto che poteva avere, la bionda si infilò dei pantaloni della tuta e senza neanche cambiarsi la maglietta afferrò al volo un reggiseno e la scopa prima di fiondarsi giù dalle scale del dormitorio a tutta velocità.
Arrivata in sala comune e con ancora il gancetto da agganciare la Weasley si rassegnò, la squadra era già scesa in campo e lei come suo solito era in ritardo.
Mentre cercava di attivare la parte del cervello dedicata unicamente al non perdersi ad Hogwarts, Dominique si spremeva le meningi per ricordarsi l'orario esatto dell'allenamento.
Era indecisa tra le cinque e le quattro e mezza.
Maledisse il cugino per pretendere uno sforzo così grande già di prima mattina.
Mentre sgusciava fuori dal porone del castello assottigliò la vista nel vano tentativo di distinguere le forme della squadra in volo, ma vista la fitta nebbia di quella mattina l'impresa si rivelò assai ardua.
Maledicendosi per non aver preso una felpa, la bionda si diresse verso gli spogliatoi, più che decisa che mai a non prendersi una strigliata dal cugino già di prima mattina.
Ma ovviamente quando si spera una cosa succede sempre l'esatto contrario.
Un attimo prima il parco di Hogwarts era silenzioso e mezzo secondo dopo il campo da Quidditch era riempito dalle urla di James Potter che probabilmente svegliarono tutto il castello, dalle torri ai sotterranei.
Dominique rabbrividì oltre che per il freddo per il cugino che la guardava minacciosa prima di esplodere definitivamente.
《Dominique Weasley se osi arrivare tardi ad un altro allenamento sei fuori! Ci saranno almeno altre cinque persone che sarebbero qualificate per prendere il tuo ruolo!》
James non fece in tempo a finire di parlare che la bionda scoppiò a ridere.
《Qualficate? Davvero Jamie? Hai appena detto qualificate? Fammi pensare....tra le persone qualificate per prendere il mio posto ci sono forse anche Hannah Sanders ed Emily Bidrest? Non sanno montare sulla scopa da quiddtich ma sull'altra si dice molto bene...o sbaglio?》
La squadra era atterrata a terra e rideva di gusto alla vista del loro capitano che assumeva sempre più il colore della sua casata prima di borbottare: 《Emily è Serpeverde...》 per poi recuoerare il suo contegno e urlare alla squdra di rimontare immediatamente sulle scope perchè l'allenamento non era neppure incominciato visto il ritardo cronico della cugina.

Ancora avvolta nella felpa che James le aveva dato per compassione, vedendola tremare come un pinguino durante l'allenamento di quella mattina, Dominique entrò in sala Grande per fare colazione e in teoria anche per finire di studiare, cosa che dubitava avrebbe fatto.
Appena varcata la soglia il suo sguardo corse al tavolo corvonero cercando di individuare una chioma biondo cenere tra i tanti studenti seduti a mangiare.
Individuato il ragazzo in questione si diresse verso di lui con passo felpato.
Quando si trovò alle sue spalle gli coprì gli occhi con le mani impedendogli di continuare a leggere il giornale.
Il ragazzo rise e spostò le mani della bionda.
《Dominique?》
La ragazza emise uno sbuffo.
《Però non vale! Devi indovinare chi sono prima di aprire gli occhi! È così che funziona!》
William Peres, corvonero del settimo anno, era il ragazzo di Dominique da ormai sette mesi.
Si erano messi insieme verso l'aprile dell'anno precedente e oramai facevano coppia fissa.
Ad Hogwarts correvano voci secondo le quali Will tradiva ormai da un po' la sua ragazza.
Ma i più, vista la bellezza della Weasley, credevano che queste voci, quasi sicuramente false, fossero state messe in giro per coprire il contrario, ossia che la bellissima Dominique faceva le corna al suo perfetto ragazzo corvonero.
Da chi fossero partite queste voci nessuno lo sapeva, per cui i più saggi, ma comunque appassionati di gossip, preferivano credere che la relazione tra i due andasse a gonfie vele e che fossero un esempio da seguire per tutti.
Lei bella, lui pure, entrambi giocatori di quidditch e anche per questo molto popolari, intelligenti senza essere dei so-tutto-io, erano il modello da seguire per la maggior parte degli studenti della scuola.
La bionda si sedette di fianco al suo ragazzo, facendo spostare con una sola occhiata una primina, o forse era del secondo anno, poco conta, che si era seduto di fianco a Peres.
Iniziò a inzuppare un biscotto nella cioccolata calda mentre sbirciava le notizie in prima pagina.
《Cos'hai alla prima ora Dom?》
La ragazza parve riflettere a lungo su quella domanda, quasi non ricordasse veramente che materia aveva alla prima ora.
《Mmmm aritmazia, credo. Tu?》
Il biondo, a differenza della grifoncina, impiegò mezzo secondo per fare mente locale.
《Incantesimi.》
Dominique borbottò qualcosa che somigliava molto a un beato te.
《E dimmi Dom, pensi che oggi potresti saltare la tua amata aritmazia?》
La ragazza saltò al collo del suo fidanzato prima di baciarlo velocemente sulle labbra.
《Davvero un corvonero mi sta proponendo di fare vela? Non finirai mai di stupirmi William Peres!》

I due fidanzatini inizialmente avevano fatto finta di dirigersi a lezione per poi all'ultimo istante nascondersi in una nicchia dietro a un'armatura dove in teoria non si era visti da nessuno.
In questo preciso istante, mentre il resto di Hogwarts stava affrontando la sempre traumatica prima ora di lezione, loro si stavano baciando molto meno castamente rispetto a prima.
La ragazza, con la schiena al muro, se avesse aperto gli occhi avrebbe avuto la vista del corridoio vuoto.
Mentre lui doveva cercare di non far cadere la pesante armatura alle sue spalle per non attirare l'attenzione di tutta Hogwarts.
《Dominique?》
Will si staccò e guardò la bionda negli occhi, perdendosi nuovamente in quell'azzurro che tutte le volte che lo guardava sembrava essere sempre più infinito.
《Sono qui. Dimmi.》
Il ragazzo sorrise e si spostò il ciuffo dal viso.
《Dom io penso, anzi no, ne sono certo, di amarti. E...sentivo di dovertelo dire.》
Il cuore di Dominique fece un tuffo.
Ma non uno di quelli piacevoli e belli che fanno le tuffatrici alle olimpiadi babbane, uno di quelli in cui ti butti da quindici metri e atterri di pancia.
La sembrò di scendere sempre più in profondità in un oceano infinito e di non aver abbastanza ossigeno nei polmoni per risalire in superficie.
Ecco, quello era esattamente quello che stava provando in quel momento.
Annaspava cercando di trovare una risposta non troppo brusca da dargli, adatta alla situazione insomma.
Chiuse gli occhi cercando di concentrarsi.
Il ragazzo davanti a lei attendeva trepidante una sua reazione, non immaginando la lotta che si stava svolgendo dentro la bionda.
Cautamente, senza nessuna fretta, Dominique riaprì gli occhi, trovando ad aspettarla una sorpresa che se possibile le fece incamerare ancora più acqua nei polmoni.
Ora sì che stava per affogare!
James era poggiato al muro del corridoio, quasi stesse aspettando anche lui la sua risposta.
Dominique serrò gli occhi sperando che fosse tutto frutto della sua mente malata che le faceva tornare in mente le cose sbagliate al momento sbagliato.
Ma quando li riaprì James era ancora lì.
Poggiato al muro con nonchalance che si puliva gli occhiali sulla camicia.
E Dominique smise di ragionare.
Il silenzio stava diventando troppo imbarazzante, e si costrinse a pronunciare qualcosa. 《Will...penso di amarti pure io.》
Da qui momento non capì più nulla.
C'erano solo le sue labbra sulle sue, le sue mani sul suo corpo, lui che la sollevava e la portava in un'aula in disuso, la sua divisa che veniva gettata da qualche parte lontana e un banco freddo e duro sul quale poggiava ora la schiena.
Ma nulla era importante.
Solo quello che James le aveva sillabato prima di andarsene con un'espressione di puro disgusto sul volto.
Menti.

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