Capitolo 3

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Mai, fino a quel momento, l'aviatore aveva pensato di aver vissuto abbastanza a lungo.
Non ci aveva pensato quando erano comparse le rughe sul suo volto, nè quando aveva cominciato a zoppicare.
Neppure quando nacque il suo primo nipote si considerò anziano.
Ma quel momento, quel singolo, dannato istante era diverso. Lo avrebbe ricordato per tutta la vita quel giorno.
Il giorno in cui, d'un colpo, l'aviatore era divenuto vecchio.
Il giorno in cui, per lui, era finita la vita. E fu l'inizio della fine.
Quel giorno era iniziato come uno qualsiasi. Si era trascinato giù dal letto, aveva aggiustato quella parte del materasso del suo letto matrimoniale in cui dormiva. Aveva sospirato, guardando con una strana espressione negli occhi la perfezione immacolata dell'altro lato del lenzuolo. Nulla faceva pensare che qualcuno dormisse lì. Del resto, quel posto era vuoto da tanto, troppo tempo. Si alzò e scese le scale poggiandosi al corrimano, si diresse in cucina e, come al solito , bevve una tazzina di caffè con otto cucchiaini di zucchero. Dei ragazzi una volta lo avevano preso in giro per la quantità di zucchero che metteva nel suo caffè, ma lui non vi faceva molto caso. Fece una smorfia, come di disgusto, indossò il suo solito cappello di lana rosso e uscì di casa,l'aquila sulla spalla destra, l'uniforme nella mano sinistra. Doveva volare anche quel giorno sorvolando la città, in una di quelle sciocche esercitazioni, ma in seguito avrebbe avuto una mezz'oretta libera con July, il suo aereoplano dalle ali dorate e dalle eliche azzurre.
Le macchine del vicinato sfrecciavano sulla strada principale e lui, in sella alla sua bici, imprecava contrò le automobili e il loro frastuono.

Silenzio.
Le parole che il comandante stava pronunciando non arrivarono alle sue orecchie.
Silenzio.
Le parole che il comandante aveva pronunciato erano arrivate bene alle sue orecchie.
"Sei troppo anziano per continuare a volare, dovremo revocarti la licenza".
Silenzio.
L'aquila beccava la spalla dell'aviatore , arrabbiata.
Voleva volare.
Avevano persino riverniciato Jane, nella sua giornata libera.
Ora era un aereoplano nero pece, chiamato "Captain".
La faccia dell'aviatore non esprimeva emozioni.
Si limitò ad alzarsi, salutare e andarsene. E cominciò a pensare a come volare ancora.

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