Passò un mese. Nulla le privò di continuare a pensarci, a ricordare ciò che era successo.
Emma l'aveva riconosciuta perchè aveva visto una sua foto, ma Sarah no, non l'aveva mai vista, e continuava a tormentarsi che se lei le avesse mandato una sua foto, si sarebbero riconosciute a vicenda.
Teoricamente questo incontro mancato avrebbe dovuto spingerla a legare ancora di più con Sarah, ma ebbe l'effetto contrario. Per qualche settimana non si scrissero affatto. Perchè? Emma apeva che più si fossero scritte, più sarebbero diventate amiche, e aveva paura che potesse continuare così. La distanza era una cosa che sembrava regnare tra loro, insieme all'amicizia.E non lo sopportava.
Arrivò comunque il giorno in cui si scrissero ancora. Partì, come sempre da un ciao, arrivando a parlare di Urbino. Niente di eccezionale in realtà, una normalissima chat giornaliera, che però innescò una reazione a catena che fece si che non ci fosse quasi giorno che non si parlassero.
Era una specie di "quiete dopo la tempesta" oppure il periodo dopo di una guerra: il momento brutto era passato e si viveva in pace, tornando alla quotidianità. Eh si, perchè Sarah diventò pian piano una quotidianità che Emma imparò ad apprezzare sempre, nonostante ne ricevesse ogni giorno. Se lei mancava, in qualche modo il suo giorno diventava strano, più vuoto, più triste. Perchè se prima avevano legato, adesso stavano trasformando la loro semplice amicizia in un'amicizia indistruttibile.In quel periodo parlavano di tutto, scoprivano cose che non si sarebbero mai immaginate sull'altra, si confidavano, ridevano, si confortavano. Emma riusciva a dirle "ti voglio bene" con una scioltezza mai vista prima da lei, che ci metteva poco ad affezionarsi, ma tanto a mostrare l'affetto.
Persino lei si accorgeva che lei la faceva stare più serena: quando arrivava un suo messaggio sorrideva d'istinto e si chiedeva Chissà se anche lei sorride quando le mando un messaggio...
La faceva stare bene farla sorridere, cercava di farsi in quattro per riuscirci, ma aveva sempre l'impressione che lei ci riuscisse meglio.
Non aveva mai avuto qualcuno a cui diceva tutte quelle cose, a parte una piccola eccezione, non sapeva cosa sarebbe successo se lei le avesse voltato le spalle, non gli avesse parlato più, ma non passava molto tempo a rimuginarci sopra, dato che sapeva che lei, Sarah aka suo sorriso, non la avrebbe mai abbandonata. Glielo aveva promesso. E lei si fidava di lei più di molte persone.Certo, avere Sarah così vicina e potersi sfogare e parlare con lei senza filtri era un gran bene. Ma non riusciva a trascurare la parte negativa, ciò per cui aveva passato notti insonni, momenti tristi e lunghissimi minuti a fissare il muro.
Quel pensiero gli rodeva dentro, e spesso non riusciva a concentrarsi a leggere i suoi libri la sera. Gli rubava la mente ogni volta che voleva, la distraeva troppo facilmente, la estraniava dal mondo, le faceva smettere di ascoltare in classe o una sua amica, premeva finchè non ci si abbandonava totalmente a quel pensiero, tormentando anche per ore e ore.
Di punto in bianco il suo viso diventava assente e a scuola, con le amiche, nel letto o dovunque fosse si chiedeva:Ce la farò mai ad incontrarla?
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Lo so, lo so, non aggiorno da un po', ma indovinate? La scuola esatto.
Comunque boh, non so più che scrivere qua sotto, tranne che mi sto drogando di linkin park e fall out boy e che se ci fate caso ho cambiato i titoli.
E niente...
OMMIODDIO CHE INFARTO È PARTITA LA MUSICA PIÙ FORTE DEL MONDO AL MASSIMO DEL VOLUME COSÌ SENZA PREAVVISO MENTRE MI TROVAVO IN UNO STATO DI RELAX TOTALE.
Apparte ciò, CIAO A TURUTURUANANAS E BELAN PUZZANO.
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No Distance for me, thanks.
Genel Kurgu(Storia vera, nomi inventati) "Che sarà mai? In fondo, come si può essere amici se non ci si è mai visti?" Questo era ciò che aveva pensato appena vide quel post. Quell'immagine su Instagram di una page che non ricordava nemmeno di seguire. Quindi...