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La sveglia quella mattina non le pesava nonostante fosse l'inizio del quarto anno di superiori. Bea si alzò dal letto con fare goffo e andò a lavarsi e vestirsi. Subito dopo con un gran sorriso e una faccia più riposata del solito salutò i genitori e fece colazione. Suonò il campanello, era Chris che ogni mattina andava a casa sua a fare colazione per poi andare a scuola insieme come previsto la sera prima dopo aver incontrato Thomas. Thomas. Stamattina non vedeva l'ora di incontrarlo anche per sbaglio è scambiarsi uno sguardo di quelli solo loro. Fece in fretta colazione e raccontò tutto a Chris che esultò insieme all'amica e la rimproverò per non averla avvisata prima. Parlando del più e del meno arrivarono davanti al cancello del liceo che frequentavano e lui era lì, appoggiato al muro con una t-shirt colorata, una felpa nera semplice e jeans neri il tutto abbinato a converse nere. Era così semplice ma così perfetto per Bea che non riusciva a scollagli gli occhi di dosso. Ed ecco che arrivò come un tuffo al cuore. Un sorriso《Ciao Beatrice》era paralizzata dalla sua bellezza che non riuscì a proferire parola per il resto del tempo che restarono a scuola, trovò solo la forza di restituirgli un sorriso impacciato.
Continuarono così fino agli inizi di novembre. A scambiarsi sguardi che trasmettevano discorsi interi e sorrisi timidi finché non arrivò il 17 novembre. Era una giornata fredda e non lo aveva visto. Cercava la sua chioma rossa ovunque ma non riusciva a vederlo. Passate le lunghe ore scolastiche uscì dall'edificio con aria avvilita finché non vide un motorino parcheggiarsi ai suoi piedi.《Ehi》era arrivato il sorriso che aspettava ogni mattina e finalmente quel giorno riuscì a rispondergli《Ciao Tom》gli rispose arrossendo e aggiustandosi i lunghi capelli neri ai lati del viso per nascondere le guance《Il freddo》si giustificò Bea impacciata《Ti andrebbe di andare al parco, vorrei parlare con te》subito incredula rispose annuendo e si diede un pizzicotto nascosto per vedere se fosse tutto vero.《Allora sali? Ho due caschi possiamo andare ora se per te non è un problema, provvederò io a portarti a casa dopo》subito Bea si allacciò il casco e si tenne stretta a Tom mentre guidava veloce per le strade cittadine. Quando si fermò erano davanti a un piccolo parco dove Jon la portava da piccola perché c'erano le anatre in un laghetto poco distante e un piccolo ponte che lo sormontava. Si fermarono proprio lì. 

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