Draco.

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Sono ormai due ore che mi rigiro nel letto senza potermi dare pace.

Non riesco a capacitarmene, non ho ancora realizzato ciò che è successo, ciò che ho fatto. Eppure i sensi di colpa li sento, fitte continue al cuore, occhi che bruciano, mente annebbiata.

"Mi hanno costretto loro, non è colpa mia" ripeto a me stesso. 

Sbuffo scendendo dal letto e avvicinandomi alla finestra. Chi voglio prendere in giro? 

Guardo il cielo che sta iniziando a colorarsi, che sta abbandonando il buio della notte. 

Controllo il mio orologio da polso che mostra le 5:08. 

Mi sento così stupido, così frustrato e allo stesso tempo, debole. Sospiro abbassando lo sguardo sulle mie mani leggermente ustionate. 

Sono stato io.

*qualche ora dopo*

Guardo quel poco cibo presente nel mio piatto e lo smuovo leggermente con la forchetta, non avendo fame, non volendo mangiare. 

Alzo lo sguardo sul tavolo dei Grifondoro, ancora con la speranza di vederla lì seduta mentre legge il giornale, un libro o mentre parla con quei due. 

E invece no. 

Hermione non è lì, a pochi metri da me, a lanciarmi sguardi di nascosto, a guardare i miei occhi freddi come il ghiaccio, ad abbassare la testa ai miei appena accennati sorrisi, a ridere a qualche stupida battuta di Weasley. 

Lei non c'è e nemmeno gli altri due. 

Mi sento bruciare.

Poso bruscamente la forchetta nel piatto richiamando involontariamente l'attenzione di Malcolm che mi lancia un'occhiata fastidiosa. 

Mi alzo velocemente dalla panca e cammino senza meta, non riuscendo a guardare quei posti vuoti conoscendone la causa e il responsabile. 

Mi porto le mani al viso mentre mi accascio lungo una colonna del corridoio leggermente più isolata. Non posso nemmeno andare in infermeria da lei perché ci sarebbero tutti gli altri Grifondoro e non sarebbe per niente sicuro farmi vedere lì. 

Per incontrare Hermione, soprattutto. 

Sbatto i pugni a terra, arrabbiato con me stesso. 

E se lei si fosse ferita? I dubbi mi stanno uccidendo e non posso farci niente. 

Mi metto le mani nei capelli, tirandoli. Non ce la posso fare

In più Potter questa sera dovrebbe andare nella foresta proibita. Non penso vogliano farlo fuori, ma non ne sono del tutto sicuro. 

Non importa. 

Mi alzo e continuo a camminare. 

Passo davanti il dormitorio dei Grifondoro e mi tornano in mente i pensieri della notte scorsa: il passo silenzioso, la parola d'ordine sussurrata al quadro per entrare, i piedi che salgono un gradino dopo l'altro facendo attenzione al più piccolo rumore, la porta della stanza che si apre lentamente, quell'incendio mormorato appena ma abbastanza efficace da appiccare il fuoco, il biglietto lasciato nella tasca di Potter, le fiamme che iniziano a propagarsi a poco a poco, i miei passi svelti mentre fuggo dalla scena e ritorno al mio dormitorio, il mio corpo caldo e affannato che tenta di calmarsi infilandosi nel letto freddo fingendo di dormire, la lacrima silenziosa che scorre sul mio viso. 

"Draco" sento dire da una voce, fin troppo familiare, fin troppo bella e rara. 

Mi giro e la vedo col viso rosso, le occhiaie profonde e le labbra asciutte. 

Corre verso di me, facendo sparire la distanza e mi bacia cercando di sorridere, cercando di dimenticare tutto. La sento tremare e di conseguenza la stringo di più a me sussurrandole un "ti amo". 

Poi mi i pensieri che per pochi secondi mi avevano lasciato libero, mi riaffiorano in mente. Sono stato io. Sta male per colpa mia. 

Si calma e sospira. "Dove sei stato tutto questo tempo?" mi chiede dopo un po'. 

"Sono stato male" rispondo atono. La vedo abbassare la testa iniziando ad agitarsi. L'abbraccio di nuovo.

Non posso farcela.

"Andrà tutto bene, piccola" la voce mi trema mentre le accarezzò dolcemente la schiena con una mano. 

Si stacca improvvisamente asciugandosi le lacrime. 

"E' tardi, oddio, devo andare. Scusa" mi stampa un bacio veloce e corre via, nella direzione opposta alla mia.

Butto la testa indietro passandomi una mano sul viso. 

Mi sento uno schifo.

"Draco! Draco!"

Una voce stridula e fastidiosa mi entra improvvisamente nelle orecchie, disturbando il mio silenzio.

Vedo arrivare da lontano una Serpeverde, del quarto anno di cui non ricordo il nome. Ci siamo già parlati una volta, insopportabile.

Alzo gli occhi al cielo "Che vuoi?" dico scontrosamente. 

La vedo impallidire e la sua eccitazione scende fino a sparire sotto il mio sguardo.

"Mi chiedevo se..." inizia a dire con occhi timidi.

Alzo un sopracciglio facendole capire che non ho proprio voglia di sprecare il mio tempo con lei.

"Niente, lascia stare" conclude provando ad andarsene ma venendo subito trattenuta con forza dal mio braccio.

"Parla." le ordino con sguardo duro mentre la sento deglutire.

"Io.. uhm" stringo più forte la presa "Volevo chiederti di venire al Ballo del Ceppo con me".

Mi allontano lentamente, sorridendo falsamente.

"Penso tu abbia già capito la risposta" le comunico guardandola negli occhi scuri. Annuisce e se ne va velocemente, spaventata.

Mi ero dimenticato di quello stupido ballo. 

Anche se, pensandoci, quest'anno potrebbe non essere poi così inutile.


n/a

hi people;

so, non voglio dilungarmi but i'm so sorry per avervi lasciato senza aggiornamenti per un bel po' di tempo, sono successe varie cose, alcune abbastanza gravi.

anyway, grazie per le visualizzazioni, i voti e i commenti, crescono sempre di più e noi non potremmo far altro se non esserne felici.

non mancano molti capitoli alla fine((:

che ne dite, ce la facciamo ad arrivare a 30/35 stelline e 7 commenti? thx.

ily, see u soon.

^S^

they don't know about us; dramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora