sixteen snowflakes

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(16.)

Alexa.

“Dio” sussurrai, prendendomi la testa tra le mani.

“Al-“ iniziò a dire Dakota.

“N-non dire niente. Mi sto sforzando veramente, veramente” sottolineai bene quella parole “di crederti”.

Dakota congiunse le mani e mi fissò, in attesa che dicessi qualcosa.

Sospirai profondamente e chiusi gli occhi. “Okay”.

“O-okay?” chiese insicura. “Mi credi?” si illuminò.

“No” risposi subito, e il suo piccolo sorriso morì all’istante. “Cioè, non proprio, ma posso conviverci” ammisi poi.

Lei continuò ancora a guardarmi. “Voglio provare a fare una cosa. A dimostrartelo.” Iniziò con voce un po’ tremante. Mi voltai verso di lei, incuriosita dalle sue parole.

Dakota sospirò e riprese a parlare. “Fidati di me. Non ti posso garantire che funzionerà, ma ci posso provare” si strinse nelle spalle, abbassando improvvisamente lo sguardo.

Infondo, che altro avevo da perdere?

“Dove dobbiamo andare?” chiesi cercando di essere positiva.

“Al parco.”

***

Dakota.

“Ancora non capisco perché sei venuto anche tu” borbottai acida, rivolgendomi a Logan. Lui sospirò tristemente e cercò di avvicinarsi, ma non glielo permisi.

“Volevo stare con la mia sorellina” mormorò.

“La tua sorellina pazza? Oh, aspetta, ora ti ricordi di averne una?” continuai. Non riuscivo proprio a mandare giù il fatto che fosse tornato da me perché pensava che avessi qualche problema.

Mentre in tutto quel tempo si era preoccupato di sentirmi il meno possibile.

Scossi la testa e accellerai il passo, stringendomi nel mio cappotto. Per ragioni ovvie, non avevo messo la sciarpa e stavo morendo di freddo.

“Mi dispiace, è tutta colpa mia” Si intromise Alexa.

In un'altra situazione, avrei sicuramente smentito, almeno per non farla sentire in colpa. Ma sta volta non poteva proprio contraddirla.

“Siamo arrivati” dissi, una volta raggiunta l’entrata del parco.

“Tu devi stare qui” ordinai a mio fratello.

“Perché?” aggrottò le sopracciglia.

Mi morsi le labbra nervosamente “Perché sì, okay? Non muoverti, non parlare con nessuno” continuai.

“Sì mamma” sbuffò e alzò gli occhi al cielo.

“E se riesci non respirare” mormorai tra i denti, in modo che non mi sentisse nessuno.

Presi Alexa per un braccio e la invitai silenziosamente a seguirmi.

All’inizio era confusa, ma poi seguì il mio consiglio e si fidò.

“Ehi ma lo sai che questo posto-“

“Era il preferito di Harry?” conclusi io al suo posto.

Lei rimase interdetta per un secondo, poi scosse la testa e potei giurare di aver visto un sorrisino spuntarle sul viso.

“Dimenticavo che lo ‘conosci’ già”.

Breathin' in a snowflake - h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora