Capitolo 4

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"Scusalo.. non è sempre cosí...ehm impegnato?Hahaha è solo che sta lavorando su un caso da molto tempo e sembrerebbe che il paziente sia migliorato ma lo dice tutte le volte e tutte le volte ha una ricaduta" disse Louis, ancora seduto davanti a me passando oltre e annotando alcune note su una specie di cartella.
"Caso? È cosí che vedete i pazienti?" mi accorsi del modo in cui l'avevo detto soltanto quando posó gli occhi su di me troppo a lungo.
"Voglio dire, avevate l'aria di persone a cui piace aiutare il prossimo e dal modo con cui hai parlato di quel paziente sembra che lo consideriate un peso, o....una causa persa.." spiegai.
Ora Louis si era irrigidito, sembrava molto piú maturo di quanto era in realtà, il modo in chi mi aveva trattata da quando avevo lasciato Liam nella sala d'aspetto era amichevole e affettuoso, ora sembrava aver indossato il camice da dottore cattivo, per intenderci.
"Vedi, Rain , il paziente in questione è in cura da noi da tre anni ormai, Harry è l'unico con cui parla, letteralmente.
Io in tre anni non sono riuscito a cavargli una parola di bocca nonostante tutti i miei sforzi e tutte le mie ricerche su come affrontare il suo caso."
sospira "appena sembra fare un passo avanti, ne fa due indietro e recuperare tutti i vantaggi persi è molto difficile e stancante per Harry.
Perció no, per noi non è solo un caso, tutti in questa clinica hanno a cuore Niall e hanno cercato piú di una volta ad aiutarlo ma lui non ce lo lascia fare, anche se teniamo molto alla salute mentale delle persone che vengono qui non tutti sono pronti ad essere aiutati nonostante il nostro scopo sia di fornire loro tutte le cure che possiamo offrire."disse tutto d'un fiato, si tolse gli occhiali e guardó l'orologio alle mie spalle; segnava le 5,30 quindi era passata piú di mezz'ora da quando ero arrivata, perció la seduta era terminata da un po'. Non mi piace che persone pensino che io gli sto facendo perdere tempo.
Mi alzai di scatto, facendo stridere la sedia sul pavimento, strinsi gli occhi, quel rumore mi faceva ricordare la scuola, ma più che altro l'ansia causata da essa.
"Mi dispiace. Di aver insinuato uhm.....quello che ho detto.
Addio" mi voltai e uscii, senza osservare la sua reazione, avevo sicuramente fatto una figura di merda e non mi avrebbe piú voluta vedere; oppure si era offeso, si vedeva che era stressato..forse gli ho peggiorato la giornata, del resto lo faccio con tutti.
Perchè sono venuta qui?
Sapevo che sarebbe andata male, lo sapevo.
Rovino sempre tutto.
Ogni suono era amplificato, i palmi delle mani erano umidi e il mio battito cardiaco sembrava non voler collaborare.
Tutti mi guardavano, ci mancava solo una freccia luminosa sopra alla mia libreria testa con scritto 'sta avendo un'attacco di panico'.
Cercavo Liam tra le persone sedute nella sala d'attesa ma non lo trovai, tra tutti i pai di occhi non trovavo i suoi.
E quello fu sufficiente per darmi il colpo di grazia; pochi istanti dopo sentii nella parte sinistra del corpo un dolore lancinante e poi il nulla.

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