... GUIDING LIGHT ...

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21dicembre

(Elena)

Dieci giorni.

La mia vita era cambiata, io ero cambiata e Damon non era Damon.

Mi ero trasformata, grazie a lui e per lui, ma erano passati dieci giorni e non l'avevo ancora visto, non ero ancora riuscita a riabbracciarlo.

Mi spiegarono che avrebbero dovuto liberarlo dalla possessione prima di farmelo incontrare di nuovo: doveva essere di nuovo lui, prima che potessi rivederlo.

Bonnie e i miei figli avevano aspettato il solstizio, avevano eseguito il rito, ma Damon non era ancora rientrato a casa ... e mi mancava ... più del sangue ... più della stessa vita, persa e ritrovata quella notte di dieci giorni fa.

Mi avevano raccontato che era andato tutto come avrebbe dovuto: Klaus era finalmente bloccato nel suo corpo, nella sua bara. Pheeb e Damon erano andati a seppellirla in fondo a qualche burrone, o mille metri sotto il mare, e sarebbero dovuti tornati in tempo per il compleanno dei gemelli.

Tutti, intorno a me, stavano sorridendo di sollievo e di gioia, per la ritrovata libertà o per un amico che non si rivedeva da tempo; tutti si stavano dando da fare per preparare una serata di festa per i gemelli, per l'arrivo del Natale, per la vita riconquistata dopo oltre vent'anni di angherie.

Se non fosse stato per Matt e Meredith, questa sarebbe sembrata una serata di tanti anni fa: una rimpatriata tra amici adolescenti, studenti del college. Volti che il tempo non aveva segnato si mescolavano a giovani anime che avevano dovuto conoscere troppo presto il tormento della scelta, il dolore della battaglia.

Dal giorno dopo qualcuno avrebbe ricominciato ad invecchiare.

Io non sarei stata quel qualcuno.

Dopo la doccia, mi ero osservata a lungo nello specchio. Avevo guardato quel volto uguale a vent'anni prima, che sarebbe rimasto uguale per tutti i vent'anni a venire. Lo guardai e non vi trovai i segni del tempo trascorso a piangere, a dormire, a disperarmi. Non lessi la mia vita tra le pieghe del tempo, non ritrovai le cicatrici di una battaglia infinita contro Klaus, contro me stessa. La mia pelle era una pagina bianca che nessun inchiostro, graffio o ferita avrebbe mai più potuto marchiare.

Avrei visto i miei figli andare avanti, i miei amici morire, le ere evolversi e l'unica cosa che avrei potuto cambiare sarebbe stato il taglio dei capelli o lo stile dei vestiti.

Tutto ciò mi sarebbe sembrato intollerabile, sarebbe stato insopportabile, se non avessi avuto la consapevolezza che Damon sarebbe stato con me.

Ma, ancora non era con me.

Ero scesa in salotto nella speranza di trovarmelo davanti, bello, strafottente, trionfante. Invece inciampai nella scatola con i miei diari. Ne afferrai uno, quello con la copertina verde, e andai a sedermi sul divano accanto al camino.

Quelle pagine, lo ricordavo perfettamente, raccontavano gli ultimi giorni della mia vita, gli ultimi istanti prima di annullarmi per rinascere, venticinque anni dopo, tra le sue braccia.

Le nostre liti.

Il nostro addio.

Il bacio in quel motel, a Denver.


Caro diario ...

Che cosa mi accade?

Cosa mi è preso?

Chi era quella ragazza, su quel balcone, in quel motel?

Il ricordo non mi abbandona, le sensazioni sono ancora sulla mia pelle, dentro la mia pancia ... in un angolo del mio cuore.

THE VAMPIRE DIARIES l'INFERNO DEGLI DEIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora