Capitolo 2- la stanza

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Apro lentamente gli occhi, sono su una superficie morbida, ma è buio, non riesco a vedere nulla.
Sposto la mano su quello che sembra un muro, sotto le dita sento qualcosa di duro, pigio, è un interruttore.
La luce si accende di botto, è la mia stanza, sono sul mio letto.
Ma com'è possibile? !, era un sogno? Eppure sembrava così reale.
Il letto di mio fratello è vuoto, ultimamente non è mai con noi ha fatto nuove amicizie, non ho mai conosciuto i suoi amici ma so che sono più grandi di lui.
Scendo dal letto, cammino a piedi nudi fino allo specchio .
Non posso crederci, non vedo il mio riflesso, sto sognando per caso? Corro verso lo specchio ma tutto ad un tratto sento il vuoto sotto di me, sto...sto precipitando? ! Sento un forte dolore alle tempie, la caduta sta per finire, proprio quando stava per avvenire l'impatto apro gli occhi di botto.
Non era un sogno, l'ultima cosa che ricordo è che ero a casa con Max e poi... il vuoto, sono stesa sul pavimento e legata come un salame.
Un po più lontano da me c'è una sedia, un ragazzo con i capelli biondi stava dormendo su di essa aveva una maschera che gli copriva il viso, ora ricordo.
Ma non mi ricordo il suo volto, resto in silenzio cerco di capire dal suo respiro se sta o meno dormendo.
Sta dormendo, non mi resta che liberarmi, ma al mio primo movimento il ragazzo alza la testa e apre gli occhi《ma Buon risveglio 》dice abbozzando un sorriso sadico 《st**nzo》dico lentamente 《che complimento gentile, ma non hai la minima idea di quanto possa essere ancora più st**nzo, non è nulla questo, quindi vedi di non farmi arrabbiare, è un consiglio per il tuo bene》si alza dalla sedia si avvicina un po di più e si siede a gambe incrociate di fronte a me 《cosa avete fatto a Max?》dico quasi esplodendo per la rabbia 《non usare questo tono con me, porta rispetto》dice in tono calmo gicherellando con i laccetti della felpa.
Cade un silenzio assillante, 《allora, ti sei calmata? 》sbotta all'improvviso squadrandomi
《No》ma cosa ho detto.... quanto odio la mia lingua lunga in casi come questi, il ragazzo mi guarda, sembra stia per esplodere da un momento all'altro ma si limita a borbottare tra se e se qualcosa che non riesco a sentire.

-Punto di vista del ragazzo-

Conto tra me e me, ma non funziona più di tanto, quella ragazza mi da i nervi se solo potessi la ucciderei anche in questo momento.
Ma suo padre è ricco sfondato, devo solo avere quei soldi e poi la posso uccidere, come con le altre vittime, andrà tutto liscio Matt tutto secondo i piani.
《Allora, non sono io quello legato come un salame, ok? quindi ti conviene stare a bada, comunque so che il tuo papino ha moltissimi soldi》dico lentamente osservando i suoi occhi blu cielo 《siamo una famiglia modesta, non siamo ricchi sfondati》risponde interrompendo il mio discorso, non ci vedo più dalla rabbia, mi alzo e mi avvicino a lei, finalmente leggo la paura nei suoi occhi.
《Ascoltami bene, sono io che parlo, tu stai zitta e mi ascolti, siamo intesi? Io non ho fatto nulla a tuo fratello ma potrei farlo se non mi ascolti, Margherita Leman..》dico fissandola e scandendo lentamente il suo nome, ha lo sguardo assente, chissà a cosa pensa...

-Punto di vista della ragazza-

Sento "MARGHERITA Leman" e ad un tratto tutto mi è più chiaro, io e Margherita, mia cugina, ci assomigliamo molto e vedendomi con Max mi hanno scambiato per lei...pensano che mio zio sia mio padre...
Non uscirò mai da qui i miei zii hanno divorziato, macchiando la "reputazione" di mio zio e lui ci detesta, non ci saluta neanche per strada... è la fine

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