Un'anima condannata

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Lo fissai a lungo anche quando lui mi puntò l'arma alla gola, i suoi occhi mi avevano mandato in una specie di ipnosi; mille domande mi stavano attraversando la mente, ed ognuna riguardava il possessore di quei due occhi rossi che mi stavano penetrando l'anima.

Ad un tratto mi sorse un pensiero...può essere che io lo abbia già visto da qualche altra parte? Mi erano troppo familiari quegli occhi ma non capivo dove e quando li avevo visti in passato, metre continuavo a pensare a tutte quelle domande, l'essere mi mollò di colpo facendomi cadere a terra, io uscii istantaneamente da quei pensieri e ritornai alla realtà che mi aveva circondato fino a poco prima, non riuscivo ad alzarmi a causa di una storta al piede destro causata dall'improvvisa caduta e lui se ne rese conto. Ora ero certa che di li viva non sarei uscita facilmente...almeno pensavo prima che il coniglio si inginocchiasse davanti a me e mi porse una mano, lo guardai negli occhi e, con mia sorpresa, non erano più rosso sangue ma di un viola spento, appena lo guardai girò la testa per spezzare il mio sguardo dal suo e mi aiutò a rialzarmi. Appena misi il piede destro a terra feci un gemito di dolore e lui al mio 'urletto' si....preoccupò?? Mi prese a mo di sposa, cosa che non mi sarei mai aspettata da un tizio che cinque secondi fa mi voleva uccidere, e iniziò, zoppicando, a camminare verso una stanza che non avevo visto durante la mia esplorazione del posto...e, con mia sorpresa era l'unico posto in cui il fuoco non era entrato, difatti all'esterno era tutto nero a causa del fuoco, mentre all'interno era come se non fosse mai successo l'incendio, sembrava molto un posto in cui le guardie che facevano i turni di notte potessero riposare: c'erano dei letti con degli armadi in versione molto più piccola del normale vicino ad essi e su un muro c'era un appendiabiti, la stanza era tutta tappezzata in quadrati bianchi e neri, c'era solo la luce esterna che entrava leggermente da un oblò tutto nero nella stanza e il pavimento era ricoperto interamente di piastrelle nere. Si avvicinò al letto nel mezzo e mi appoggiò delicatamente sopra esso, io mi misi seduta con le gambe distese mentre lo osservavo andare in giro nella stanza...sembra cercasse qualcosa, lo vidi bloccarsi e accovacciarsi davanti ad un piccolo mobiletto che non avevo notato in un angolo della stanza, lo aprì e iniziò a frugarci dentro...come se sapesse già dove e cosa trovare. Richiuse il mobiletto, si alzò e venne verso di me con tra le braccia delle bende, dei cerotti e qualche cosa da mangiare e da bere, appoggiò il tutto nel letto affianco; prese inizialmente le bende e le utilizzo per bloccarmi la caviglia affinchè non mi facesse male come prima e che mi potessi muovere, poi prese i cerotti e iniziò a metterli in tutti i graffi presenti sul mio corpo...anche quelli poco importanti, e poi mi porse un succo e un panino...erano tutti e due andati a male, e da molto tempo sembrava, lo ringraziai lo stesso per il gesto, ma...non la prese molto bene ed abbassò lo sguardo andandosi a sedere a terra contro il muro, mentre si sedette fece un tonfo...deve essere molto pesante anche se non sembra.

Ormai avevo capito che era lui il killer che cercavo anche, se ora, avevo dei dubbi a riguardo. Ora che ci facevo caso, lui emanava un odore molto forte...come di qualcosa che era in decomposizione da molto tempo; volevo chiedergli tante cose ora che si era calmato (?) ma non dissi una parola accorgendomi che aveva un'espressione molto triste e pensierosa, infatti continuava a roteare il coltello con cui mi aveva minacciato prima.

Ad un tratto iniziò a parlare con una voce molto distorta e bassa ma si poteva capire abbastaza cosa diceva "Ti faccio paura non è vero?", io risposi scuotendo la testa anche se sapevo che quello che dicevo non era del tutto la verità; rimasimo entrambi in silenzio per un po' ma poi mi decisi a fargli delle domande "Chi sei ?", "C'è gente che mi chiamava Springbonnie a causa di questo costume, nella mia vita, prima di morire, mi chiamavano Vincent o semplicemente Purple guy o Purple abbreviato, ora mi puoi chiamare Springtrap...." lo disse mantenendo lo sguardo basso con un tono abbastanza distaccato "Aspetta...cosa intendi quando eri in vita?! Sei una specie di zombie?!" dissi sbarrando gli occhi "Preferisco definirmi un anima incatenata dai suoi stessi delitti alla sua tomba" affermò.

Il male non muore mai...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora