-continuo quando ci saranno 20 stelline, LEGGETE L'ANGOLO AUTRICE, GRAZIE.-
Mi incamminai per le fredde strade della città. Ormai era autunno inoltrato e ciò che un paio di mesi prima era tutto luce e calore era stato sostituito dal freddo grigio e autunnale, ma a me piaceva così, c'era sempre stato qualcosa nel suono della pioggia che era stato in grado di tranquillizzarmi, qualcosa nel rumore delle foglie secche che venivano calpestate che mi provocava una immensa gioia, qualcosa nel gelo iniziale che mi portava a indossare abiti più comodi e caldi. Con le cuffie nelle orecchie proseguii il mio percorso per dirigermi a scuola, senza dimenticare però dell'appuntamento che ogni mattina mi attendeva qualche isolato prima di giungere a scuola e a cui io puntualmente arrivavo come minimo con cinque minuti di ritardo.
"Sei in ritardo" una voce che ormai conoscevo troppo bene mi distrasse dalla canzone che stavo ascoltando.
Calum Hood era il mio migliore amico da quando in prima elementare non riuscii a batterlo giocando con le carte dei pokémon.
"Sei una femmina! Non puoi vincere!" aveva detto, dopodiché si era messo a piangere per cinque minuti buoni, infine era nata un'incredibile amicizia. Andavamo nella stessa scuola, ma avevamo molti corsi separati: io sognavo le stelle e lui voleva esserne una, ma la nostra amicizia aveva sempre sorprendentemente funzionato, forse il fatto di averne passate tante insieme aveva fatto sì che i nostri caratteri, nonostante fossero così diversi, potessero coesistere.
"Voglio proprio sapere quale nuova scusa riuscirai a ideare oggi per il tuo ritardo Arya!" aveva sempre odiato i ritardi e le persone ritardatarie, ma mi era sempre piaciuto provocarlo.
"Cal piantala! Sono solamente cinque minuti e abbiamo ancora venti minuti prima che la campanella suoni" gli risposi punzecchiandolo.
"Io ti odio te ne rendi conto? La vedi la linea della nostra amicizia? Puff, ormai non esiste più" continuò ironicamente.
In tutta riposta lo pesi sottobraccio prima di posargli un bacio sulla guancia per poi dirigerci verso l'ingresso della scuola.
Arrivammo all'ingresso della scuola giusto in tempo per salutare i nostri amici: Michael e la sua ragazza May, Ashton e Luke, i ragazzi insieme avevano formato un gruppo, era sempre stato il loro sogno, ma non in molti li prendevano seriamente, May invece aveva centrato i suoi studi sulle lingue, senza sapere però cosa il destino aveva riservato per lei. Lei e Michael si erano conosciuti per caso, si erano scontrati in un angolo di una strada e erano rimasti folgorati dal fatto che entrambi amassero colorarsi i capelli in maniera stravagante. Era subito stata accolta dal gruppo all'unisono, non eravamo mai stati un gruppo particolarmente aperto a persone nuove, ma vedere Michael così felice aveva convinto tutti quanti. Ashton era una delle persone più solari e positive che avessi mai conosciuto, c'era sempre per i suoi amici. Luke invece era un ragazzo non troppo sveglio e la maggior parte del tempo aveva una faccia abbastanza persa, e sono fermamente convinta che all'interno della sua testa risuoni costantemente una melodia tipica degli ascensori, è un bambino di cinque anni intrappolato nel corpo di uno di diciotto, ma cosa ci si può fare? Ogni volta che lo guardo penso solamente al fatto che lui crede di essere un normalissimo cucciolo di giraffa che cresce di circa cinque centimetri al giorno, ma gli vogliamo molto bene e la sua ingenuità porta allegria nel gruppo.
Al suono della campana ci separammo dirigendoci ognuno nella classe designata e, dopo aver preso nuovamente sottobraccio Cal, ci dirigemmo insieme verso l'aula di matematica.
"Io non credo di potercela fare a sopportare quella donna per un'ora intera" disse lui preoccupato.
"Calum Thomas Hood, sai cosa ho promesso a tua madre all'inizio dell'anno? - gli risposi mentre aumentavo il passo in maniera da poter arrivare in orario a lezione - Che avresti passato l'anno senza corsi! Sappiamo tutti e due che non accadrà, ma almeno cerca di arrivare in orario alle lezioni, insomma non eri tu colui che odiava i ritardi? E poi vuoi davvero arrivare in ritardo alla lezione di Frozen?"
Lo sguardo spaventato che ricevetti al posto di una sua risposta valse più di mille parole, tanto che aumentò il passo in maniera smisurata e mi costrinse a corrergli dietro.
Nota personale, ricordare a Calum che lui, insieme ai suoi amici, ha delle gambe da giraffa, e che un suo passo equivale a dieci fatti con le mie gambette da bassotto.
Arrivati in aula ci sedemmo ai nostri posti e aspettammo l'arrivo della tanto temuta professoressa Frozen.
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Durante la lezione Calum continuò a passarmi bigliettini dove parlava di quanto Frozen fosse malata e frustrata, l'avevamo soprannominata così durante la prima lezione che tenne, per via degli occhi chiarissimi che ricordano il ghiaccio e il suo grandissimo amore per l'umiliare pubblicamente coloro che non erano in grado di capire immediatamente l'argomento che veniva trattato durante la lezione, era talmente apatica che il terzo anno rimasi sotto shock nel sapere che era rimasta incinta, e ancora di più nel sapere che quello non era il suo primo figlio. Come faceva una donna così ad aver trovato un marito? Forse davvero c'era speranza per tutti.
Nell'udire il tanto sognato suono della campana, segno che le lezioni erano finite, Calum esultò proferendo un: "Mai suono è stato tanto piacevole per codeste orecchie!"
A volte mi sorprendo nel pensare che io considero questo personaggio il mio migliore amico.
"Calum piantala di fare il coglione e accompagnami a lettere!" aggiunsi io, alzando gli occhi al cielo.
"Non posso... Io ho da fare. Ma ci vediamo dopo, te lo prometto" Era visibilmente imbarazzato, ma non ci diedi troppo peso, gli stampai un bacio sulla guancia promettendogli che ci saremmo visti durante l'intervallo.
Iniziai ad incamminarmi verso la classe quando mi scontrai contro una piccola furia che avrei riconosciuto ovunque: Ros con la sua ricchissima e voluminosissima chioma riccia. Ros era una ragazza che mi piaceva considerare come una delle mie più care amiche, ci eravamo conosciute durante letteratura, una delle tante materie che sua madre l'aveva costretta a imparare perché 'così avrai più possibilità di lavoro', tutte stupidate a quanto però pensava lei. Il suo sogno era quello di fare arte e se non ci fosse riuscita di fare la mantenuta, da me. Era una delle persone più spontanee che conoscessi e anche più originali, aveva avuto per un certo periodo di tempo un amore passeggero per Luke, ora però stava insieme a un ragazzo amante dell'arte tanto quanto lei e l'unico Luke di cui poteva sentir parlare era quello di Star Wars.
"Rae sempre allegra e scattante. Come fai ad avere tutta questa energia la mattina?" le chiesi ancora scossa dallo scontro.
"Sto correndo a letteratura! Non voglio che il prof mi riprenda nuovamente, né, men che meno, che al prossimo colloqui con mia madre dica ancora che sono 'un caso disperato, con alcuna possibilità di recupero'" disse mimando il segno delle virgolette per citare il suo amatissimo professore.
"Ros la classe è dall'altra parte" le ricordai altamente divertita dall'impacciataggine della ragazza.
Dopo un paio di secondi di riflessione la riccia esplose in una sonora risata, per poi abbracciarmi e ringraziarmi e accompagnarmi in classe.
"Allora con Calum come vanno le cose?" chiese con un'espressione che faceva pensare a tutto tranne che a qualcosa di casto. Uno dei passatempi preferiti di Ros, oltre Star Wars, Supernatural e parlare di quanto odiasse il suo attuale ragazzo (la loro era una relazione complicata), era fare supposizioni sulla 'relazione' tra me e Calum, adorava parlare di quanto io e Calum fossimo perfetti per stare insieme , ma troppo ciechi per accorgercene.
"Quante volte devo ripeterti che tra me e Calum non c'é nulla?" le risposi con tono esasperato.
"Quante volte vuoi, tanto entrambe sappiamo come le cose andranno a finire" aggiunse con tono soddisfatto.
Fortunatamente il tragitto per arrivare in classe terminò lì, perché, per quanto ami quella ragazza, quando si mette in testa qualcosa è difficile convincerla del contrario.
Ma ovviamente durante la lezione non mancarono le occhiatine e i mimi di riguardante l'argomento trattato durante il tragitto in corridoio.
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Le lezioni passarono velocemente e così la giornata si concluse. Al suono dell'ultima campana gli innumerevoli ragazzi della scuole si fiondarono fuori dall'istituto, lasciandomi così uscire con più calma per dirigermi verso l'armadietto. C'era qualcosa di altamente magico nel vedere la scuola vuota, senza persone che corrono da un corridoio all'altro.
Giunsi alla mia destinazione, sentendo a ogni mio passo l'eco delle scarpe a contatto con il pavimento, aprii l'armadietto, e sorprendentemente trovai al suo interno una busta, l'aprii e mi trovai sorpresa nel vedere che si trattava di una lettera, scritta a computer, togliendomi così la possibilità di riconoscere la scrittura.
"Arya,
Oggi eri bellissima e te lo volevo dire dal profondo nel mio cuore. Eri bella da morire, anzi no, bella da vivere.
Mi piacevano i tuoi capelli scuri, ma ora di questo colore sembrano essersi tinti nel colore delle stelle.
A domani.
T."
E rimasi così, immobile, in mezzo al vuoto corridoio immaginandomi chi potesse aver iniziato a scrivermi e perché.(ノ◕ワ◕)ノ*:•✧❁
hi cuties! spero che come primo capitolo vi possa esser piaciuto. ho cercato di scrivere molto di più rispetto al solito e in questo primo capitolo di introdurre tutti (o la maggior parte) dei personaggi a cui, come mio solito, non ho voluto associare una celebrità, tranne che per i 5SOS (duh), per il semplice fatto che in questa maniera ognuno ha la possibilità di immaginarsi che preferisce.
detto questo fatemi sapere cosa ne pensate e chi credete questo t. sia.twitter: hvrricanecalum
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love letters | c.t.h.
FanfictionIn cui una ragazza per settimane trova delle lettere da un misterioso ammiratore segreto. E se per caso lei iniziasse ad innamorarsi del ragazzo e a rispondere alle sue lettere?™ liqhtblue's idea | 2016-2017