3.14 ; Rivelazioni

1.1K 80 20
                                    

-LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE URGENTEMENTE.-
Di tutte le persone che mi sarei potuta immaginare mai mi sarei aspettata colui che poi mi ritrovai davanti.
Battendo le palpebre un paio di volte, ancora scossa dalla sorpresa che mi ritrovai davanti, incapace di lasciar che dalle mie labbra uscisse alcun suono, cercai di riprendermi dallo stato confusionale in cui mi trovavo.
Lui era lì, davanti a me, e io ero immobile e probabilmente più rossa di un pomodoro maturo, probabilmente ricordando la figlia di babbo natale per via dei miei capelli argentei. Rimasi così, immobile, per non so quanto tempo, osservando la figura che mi ritrovavo davanti , forse anche troppo familiare, ma mai osservata pienamente, il mio sguardo passò dai suoi capelli scuri, lievemente mossi, a poi gli occhi che quasi brillavano, le labbra carnose, le ampie spalle e il fisico muscoloso e ascitto.
"Finalmente ci incontriamo" la sua voce non lasciava trapelare insicurezza e questa cosa mi metteva leggermente in soggezione. Mi resi conto allora che non avevo ancora aperto bocca e che probabilmente avevo una faccia da pesce lesso stampata sul volto, a metà tra 'la mia anima ha appena abbandonato il mio corpo' e 'scappa prima che non risponda più delle mie emozioni e tu stupri seduta stante'.
"Arya? Va tutto bene?"
Trevor Black era uno di quei ragazzi che non potevi fare altro che guardare con occhi sognanti quando ti passava in fianco, non perché fosse di una straordinaria o assolutamente incredibile bellezza, ma solo per come camminasse sicuro tra i corridoi della piccola scuola. Avevamo in comune un paio di lezioni, tra cui ginnastica, la 'materia' in non avrei mai eccelso nemmeno se mi fossi trovata davanti un Harry Styles selvatico e compiere un esercizio ginnico alla perfezione mi avrebbe dato l'occasione di potergli saltare addosso senza che lui potesse opporsi, nemmeno se mi fossi trovata davanti un paradiso di Crispy McBeacon, nemmeno se...
"Arya?" Trevor mi stava agitando una mano davanti al viso per ridestarmi dai miei pensieri immensamente profondi.
"Sì, sono io" Risposi convinta.
Bella mossa Arya, si fa così, nota personale: schiaffeggiarsi non appena tornata a casa.
"Sei delusa? Ti aspettavi qualcun'altro?"
"No... In realtà non mi aspettavo nessuno in particolare... Insomma pensavo fosse solo uno scherzo di cattivo gusto da parte di qualcuno, ma in realtà sei vero... Cioè, non che non lo sapessi, ma sei tu! Sei qui per davvero! E non capisco nemmeno come..."
"Okay calma, tranquilla, predi fiato donna!" E sorrise, probabilmente ero diventata rossa peggio di quella volta che mi ricoverarono per intossicazione alimentare perché avevo mangiato troppi pomodori e ero diventata un piccolo pomodoro pure io. Già mi immaginavo di aver subito una mutazione genetica e di entrare nella squadra degli X-Men come 'Donna-Ketchup', il sogno di una vita.
"Tu sei vero" evidentemente ero ancora in stato confusionale, le parole mi uscivano incontrollate.
"Grazie per avermelo ricordato" e si mise a ridere, almeno era un bel ragazzo, già mi aspettavo di ritrovarmi Timmy del secondo anno, un ragazzo tutto brufoli e allergie, veramente sarebbe stata la ciliegina sulla torta.
"Ti va di andare a mangiare un boccone?" mi chiese poi, accettai ancora in imbarazzo e ci dirigemmo verso l'uscita dell'edificio.
Ros era ancora ai cancelli con lo sguardo diretto verso il corridoio da cui stavamo uscendo io e Trevor, mi stava tenendo d'occhio e stava facendosi aspettare dal suo ragazzo che si trovava in fianco a lei e la teneva per una mano mentre nell'altra teneva il telefono. Che coppia strana. Non appena mi vide iniziò ad agitare una mano facendoci segno di avvicinarci, riusciva a immaginarmi in tutti i modi una qualche via di fuga da quella situazione, ma proprio non ne vedevo, così mi rassegnai all'interrogatorio che mi avrebbe fatto, ignorando totalmente che mi sarei completamente imbarazzata nel risponderle con Trevor che mi stava in fianco.
"Eccoti finalmente! Ti stavamo aspettando, no Dylan?"
Lui per tutta risposta alzò lo sguardo.
"Uhm? Ah sì, ciao Arya, Trevor" mettendo poi via il cellulare e dedicandosi totalmente alla ragazza che aveva in fianco.
Ros nel sentire quel nome s'illuminò immensamente per poi iniziare ad agitarsi e cercare di sussurrarmi un 'oh mio dio', 'non ci credo' e 'è davvero lui?!'
"Trevor, giusto? E quindi tu saresti il ragazzo di cui mi ha tanto parlato questa sfigata, eh?" un sorriso malizioso si fece spazio sul suo volto "No perché sai, immagino che tu e il suo ragazzo andrete d'amore e d'accordo"
Oh no.
"Hai un ragazzo?" disse Trevor leggermente deluso.
"Tutti conosco l'incredibile ship #arylum creato dalla sottoscritta che serve per vincolare l'incredibile amore che esiste tra lei e Calum Thomas Filiberto Robin Hood, il loro amore è nato dalla polvere di stelle e i loro nomi risplendono nel firmamento, tanto che se un giorno di luna piena autunnale tu uscissi e dessi un'occhiata al cielo vedresti che la scritta #arylum risplenderebbe più di tutti e le loro..."
Mentre parlava potevo vedere un luccichio nei suoi occhi, incredibile, quella ragazza doveva cambiare spacciatore, perché quella roba le stava letteralmente fottendo il cervello.
"Okay diamoci un taglio" sbottai io, fermando quell'incessante parlare a vanvera
"Io non ho un ragazzo, è solo una malsana idea che Ros, la qui presente sì è inventata per assecondare i suoi scleri post-pubertà che non ha mai voluto assecondare prima: hai presente quella fase in cui una ragazza cede ai primi ammmori nei confronti di gruppi, alcune a livelli talmente estremi da scrivere storie in cui assecondano tali passioni nei confronti del loro membro preferito, alcune immaginando anche loro stesse come protagoniste? Ecco, Ros non c'è passata prima e tutti quanti gli ormoni stanno facendo effetto ora"
"Io credo di non aver capito, ma non so se sia un bene o un male" chiese Trevor ormai scandalizzato.
"Tu non farci neanche caso, sorridi e annuisci. Credimi sto con questa pazza da sette mesi e non ho ancora capito cosa sia uno ship, né cosa sia una otp" rispose Dylan con un sorrisetto stampato in volto.
"Bip bip bip bip" Ros iniziò a fare uno strano suono simile a quello di un radar e allora capii che il suo radar nelle tette non era una cosa da prendere alla leggera.
"A ore sei" mi bisbigliò.
"Cal, che ci fai qui? Pensavo fossi già sulla strada per casa ormai"
"Ti sto aspettando da un quarto d'ora ormai, pensavo te ne fossi andata ormai e mi avessi abbandonato qui, ma a quanto pare vedo che sei in dolce compagnia"
"Mai quanto potrebbe esserla se tu rimanessi qui con noi" Ros aveva gli occhi a cuoricino e rimbalzavano tra me e lui, probabilmente un giorno avrebbe deciso di mollare Dylan per poi fidanzarsi felicemente con Calum, al diavolo radar nelle tette.
"Tu devi essere..." continuò poi Cal.
"Trevor" si presentò il ragazzo in fianco a me.
"Arya andiamo a casa?"
"In realtà, Cal, io e Trevor volevamo andare a mangiare qualcosa"
"Oh beh, allora ci vediamo dopo a casa"
"Non si verso che ora tornerò, ma dopo ti chiamo, va bene?"
Il suo sguardo parve rabbuiarsi, ma non fece obiezioni, così salutò tutti e si diresse sulla strada verso casa. Mi accorsi solo allora che l'aria si era fatta istantaneamente tesa e che nessuno aveva fiatato durante la breve conversazione tra me e il mio migliore amico. Decidemmo alla fine di salutarci e io, accompagnata da Trevor, mi diressi verso una piccola tavola calda che ero solita frequentare insieme al ragazzo ambrato durante le fredde mattine, sul tragitto verso casa, in quelle rare occasioni in cui non arrivavo in ritardo.
-
"Allora, dimmi di te piccola Arya"
Da una decina di minuti eravamo entrati dentro alla piccola e accogliente tavola calda e dopo aver ordinato ci eravamo messi a chiacchierare del più e del meno.
"Eh no ragazzo mio! Ho parlato per quasi tutto il tempo, ora tocca a te dirmi qualcosa su di te..."
"Cosa vorresti sapere?"
"Boh, non lo so. Cosa ti piace fare nella vita? Aspitazioni?"
"Come mai ho il sentore che in realtà tu voglia arrivare a tutt'altra domanda?"
Colpita e affondata. Purtroppo in tutto quel tempo non avevo fatto altro che pensare al fatto che un ragazzo come lui con me centrasse poco nulla e non riuscivo a capacitarmi del fatto che lui avesse deciso di scrivere proprio a me, mi rendevo conto di non essere esattamente una ragazza 'comune', anche se in generale non avevo mai capito cosa volesse dire essere una ragazza comune, ero me stessa, con tutti i pregi e i difetti di questo mondo, ma ero me stessa, incredibilmente e pazzamente me.
"Hai ragione. La vera domanda che volevo farti era perché hai deciso di iniziare a scrivermi? O perché proprio a me?"
Una piccola pausa caratterizzò il momento tra la mia domanda e la sua risposta, e lì colsi l'attimo per poterlo osservare meglio. Gli zigomi erano pronunciati e la mascella squadrata, con un accenno di barba a coronarla, caratterizzavano il suo volto, non mi sorpresi delle voci che giravano sul fatto che molte ragazze gli andassero dietro, nonostante non fosse il ragazzo più popolare o bello della scuola, era sempre stato gentile in quei brevi momenti in cui ci eravamo scambiati parole, e dovevo ammetterlo, il suo sorriso era davvero bello.
"Non lo so in realtà, ma c'è qualcosa in te che mi spinge a volerti conoscere sempre di più. I tuoi occhi sono sempre così espressivi, ma allo stesso tempo impenetrabili, vorrei riuscire a conoscerti e vorrei che tu facessi lo stesso con me, ci terrei se mi dessi l'opportunità di conoscerti realmente"
Ero pronta? Ero veramente pronta a lasciare che qualcuno superasse tutte le mura che con cura avevo costruito? Ero pronta?

()*:•✧❁
heilà sono tornata! vi chiedo scusa, ma nel caso mi seguiate su instagram dovreste sapere che ho una mano ingessate e quindi è stato un po' complicato riuscire a scrivere. lo so che mi volete uccidere, ma mi sono divertita a scrivere questo capitolo vi sia piaciuto che non abbandoniate la storia perché calpal non è t. anche perché ho tante sorprese da dovervi ancora svelare.
altra cosa, nessuno si è accorto nel capitolo due di un piccolo riferimento alla mia storia 'in fifteen years', il ragazzo che si suicida è infatti il fatidico ragazzo misterioso, che volevo far morire nella storia in sé facendo un piccolo capitolo extra, ma che alla fine non ho fatto, ma potrei ancora fare, sempre che vogliate!
dopo questa lunghissima nota vi dico solamente di andare ad ascoltare 'alina baraz' che ascolto sempre quando devo scrivere perché mi rilassa tantissimo, detto questo pace e amore.

instagram: peachpiebean
twitter: hvrricanecalum

love letters | c.t.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora