Punizione

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- Molto astuto, Lysandro. Un vero peccato che non sia lui quello nei guai. -

Furono quelle le ultime parole che ricordavo. Quella frase e il sorriso di Alaister, prima che un dolore fitto alla nuca mi cogliesse impreparato. Di certo non mi aspettavo che il Re degli Assassini mi colpisse così forte, anche perché non l'avevo neppure visto muoversi. Eppure, lo fece senza neanche esitare. Dopo, c'era stato solo buio.

Un penetrante, doloroso e fitto buio.


Delle braccia mi stringevano, mi tiravano via e mi allontanavano, strattonandomi dolorosamente. Ma io urlavo. E le mani sporche di fuliggine premevano contro la mia bocca per impedirmi di gridare, per far in modo che la mia voce non si sentisse. Ma io mordevo, e scalciavo, e piangevo.

Con la forza di un'esplosione, l'allarme magico della gioielleria mi pugnalava le orecchie con brutalità, spingendomi ad urlare ancor di più, e a divincolarmi da chi mi stringeva con maggior impeto. Ma la scena che mi si stagliava di fronte mi faceva desiderare di sgusciare via dalla mia stessa pelle per andare da lui. Lui.

Morsi la mano che mi tappava la bocca.

- HELIAS! - liberai un grido, che squarciò la confusione di quella prestigiosa via di lusso e che sovrastò l'ululato di quell'allarme magico. Non sembrava la voce di un ragazzino, non sembrava la mia voce.

Ed intanto ciò che i miei occhi guardavano attraverso un velo offuscato di lacrime era lo scenario peggiore che potessi mai immaginare: il ragazzino, colui che avevo accolto nella banda di ladruncoli, colui a cui piano piano mi ero affezionato, a cui facevo riferimento, il ragazzino che mi proteggeva, il mio amico; la persona che amavo, ora era lì, fuori dalla gioielleria. Non aveva fatto in tempo a scappare.

Aveva provato a correre, aveva provato a confondersi fra la folla. Ma l'allarme era scattato troppo velocemente, le guardie reali erano troppo vicine. E adesso era tardi per scappare, perché il ragazzo dai capelli d'oro, nascosti sotto la coltre di sporcizia, era circondato da un innumerevole gruppo di guardie.

Ed io invece ero tenuto stretto dai ragazzi della banda, che mi impedivano di andare ad aiutarlo. Un suicidio, sarei stato ammazzato con lui e avrei esposto l'intera banda al pericolo. Ma a me non importava. Non potevo lasciarlo solo al suo destino.

Morire con lui mi sarebbe bastato.

Eppure, mentre il biondo veniva portato via, trascinato con la forza mentre gridava, io venivo pian piano costretto ad arretrare verso le stradine di Skys Hollow, lontano, in modo che non potessi intervenire. Lo guardavo scontrarsi contro il suo destino, mentre io invece mi ci allontanavo. Sentivo che quel destino comune, pian piano, si divideva in due futuri diversi. Due futuri che si allontanavano sempre di più. Ed io non volevo, non sopportavo questo pensiero. Volevo che il mio futuro fosse assieme a lui.

Tesi il braccio verso di lui, un puntino biondo in lontananza, sovrastato dalle guardie. Sentii le lacrime che continuavano a rigarmi il volto. Volevo andare da lui. Andare da lui.

- HELIAS! -


Spalancai gli occhi.

Erano umidi, e feci una leggera fatica per mettere subito a fuoco la scena che mi si parava di fronte. La testa mi faceva stranamente male, ma avevo le braccia rigide, addormentate. Questo perché erano legate. Legate alla testiera del letto, poiché infatti ero steso lungo il baldacchino. Completamente nudo.

Le cronache dell'Assassino 1.5 - Il cortigiano | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora