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Kim's POV

Meno di due ore al ballo. Indossavo  il mio soffice vestito rosso, coperto da un accappatoio bianco. Aspettava di essere liberato, mentre il mio volto veniva impiastrato da colori caldi tendenti al rosso e l'arancione. I miei capelli elegantemente legati, in uno chignon al quanto perfetto. E le mie 'de colte' nere opache , riposte in un angolo della stanza.

E ancora tutto ciò non mi faceva sentire a mio agio avevo voglia di strapparmi tutto di dosso,liberarmi di tutta quella perfezione che non faceva per me, la quale il mio corpo non era degno di portare.

Liberai il vestito e calzai le mie scarpe, uscii di quella casa e montai sul l'auto di mio padre. 
10 chilometri mi dividevano da quelle che sarebbero state le mie ultime ore all'interno della struttura, e da quello che sarebbe dovuto essere il mio cavaliere, per quella notte e per il resto dei miei giorni.
Mi persi nei pensieri e quei pochi minuti d'auto volarono via.

A pena varcai la soglia della scuola, potevo sentire il mio cuore battere così forte da uscire dal petto. Fortunatamente nessuno fece caso a me.
La prima cosa che decisi di fare fu cercare le mie amiche, che trovai nel giardino esterno, decorato da mille luci, e nel quale le coppie erano intente a passeggiare e a scambiarsi dolci baci sotto i bianchi raggi della mezza luna, che aveva deciso di brillare immensamente in questa notte magica.

Uno stridulo urlo si senti nell'aria, e vidi le mie amiche corrermi incontro e soffocarmi in un dolce abbraccio che da molto attendevo.
Parlammo per l'intera serata, ballammo, cantammo, e bevemmo.
E infine ci ritrovammo davanti al laghetto artificiale costruito dalla scuola, a raccontarci per l'ultima volta, gli ultimi segreti che sarebbero stati custoditi dall'acqua di quel laghetto, che da parte nostra,aveva gia sentito troppe parole ,negli anni.

"Ho sentito la tua mancanza più di ogni altra cosa al mondo"
Sorrisi e istintivamente abbracciai quella che da sempre era la mia migliore amica.

Continuammo a parlare fra di noi , fin quando della voci maschili si fecero risentire nell'aria.
Ci alzammo, le mie amiche mi dissero di dover andare a ballare un lento con i propri cavalieri, e che sarebbero tornate in meno di 5 minuti, mentre in quel tempo io sarei stata a viaggiare con la mente camminando sul bordo di quel laghetto.

Fra mille pensieri mi ritrovai sulla sponda opposta, dove abbassai lo sguardo per vedere il mio perfetto riflesso pieno di mille imperfezioni.

Un piccolo pesciolino rosso nuotava beato in quelle basse acque, sembrava libero, e felice, fin quando toccò la riva dell'altra sponda, e qui anche lui, come i 7 miliardi di persone nel mondo, si ritrovò in trappola, in una bolla , senza poter scappare, fuggire e essere veramente libero. Io come questo piccolo pesciolino mi sentivo così, avevo tutte le acque del mondo in cui poter nuotare, ma ero destinata a ritrovarmi sempre nello stesso posto, nello stesso punto, con le stesse persone.
Il piccolo pesciolino smosse l'acqua del laghetto e poi tornò a nuotare nella sua bolla.
Continuai a fissare quel punto, in cui l'avventura del pesciolino era terminata, e in cui la mia era appena ricominciata.

Il suo splendido riflesso nell'acqua che costantemente mi guardava, e io persa nelle mille domande che mi stavo ponendo in quel momento, non mi resi conto di chi avevo a soli 10 metri da me.
Una goccia ricadde pesante nel laghetto, scomponendo quella figura.
Alzai lo sguardo, impaurita. Tranquillizzandomi non appena i nostri sguardi si incrociarono.

Le sue gote rosse e le lacrime che le rigavano.
I suoi capelli biondi spostati dal vento.
E il suo corpo perfetto avvolto nel tessuto di quel vestito.

Nell'aria riecheggiavano i nostri respiri.
Bastò un altro sguardo, per far si che le nostre perfezioni si trasformarono in imperfezioni.
Ci buttammo nell'acqua che ci copriva metà ginocchio, ma che mano a mano aumentava, fino ad arrivare al mio corpetto.
Cercai di correre, raggiunsi il suo corpo, e ci baciammo, come se non fosse mai accaduto nulla, come se il nostro amore non si fosse mai dissolto, e come se ancora una volta c'era l'acqua a buttare giu la nostra maschera di perfezione e a liberare i veri noi stessi.

'Dove sei stata per tutto questo tempo?' Mi chiese
'Da quanto sei qui ad osservarmi?' Chiesi

E restammo li nell'acqua a porci mille domande, delle quali non sapevamo nemmeno noi la risposta, ma per le quali sarebbe valsa la pena aspettare.
Avremmo avuto tutto io tempo che ci restava da vivere, in quella bolla, piena d'amore.

Uscimmo dall'acqua, mancavano 5 minuti e il ballo sarebbe terminato.

Un minuto per un lento.
Un minuto per la foto
Un minuto per cenare
Un minuto per fare una passeggiata.
Un minuto per poter vivere la migliore serata della nostra vita.

Invece, noi, in quei 5 minuti corremmo.
Per ritrovarci ancora li, su quell'altalene a leggere pagine del mio diario, a mangiare dei panini, a ballare sotto la luce della luna e a vivere gli ultimi instanti di quella notte che sarebbe stata la più magica.

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Sono tornata girlssssss.
Ditemi se volete che faccio l'ultimo capitolo o se devo fare il sequel del sequel o se devo fare qualsiasi altra cosa voi vogliate hahahah.
Vi sono mancata?
Come vi è sembrato questo capitolo?
Vi ha entusiasmato il loro rincontro?
Pensieri sul capitolo?

Rainbow Eyes /R.LDove le storie prendono vita. Scoprilo ora