Fisso i suoi gelidi occhietti azzurri. Il mio sguardo va dall'espressione schifata sul suo volto cicciotto al volantino che tiene in mano, faccia da culo - pezzo di carta, testa di minchia- volantino di propaganda. Gli strappo il volantino di mano: Azione studentesca. Lo giro e vedo il volto di Mussolini che mi fissa stupito, come se neanche lui volesse essere lì. Adesso lo ammazzo, penso, adesso prendo a calci quel suo enorme culo grasso e lo appendo a testa in giù. Così qualcosa in comune con Mussolini lo avrà. Sento la mia mano alzarsi da sola, la sento, pronta con tutta l'indignazione a posarsi con rabbia poco ortodossa su quel viso suino. Eccola, Anna mi prende il polso, mi tira verso di se. Quello sguardo... cazzo ancora più gelido di quello del coglione. Anna si gira, con i capelli riccioluti che sembrano fendere l'aria con la stessa rabbia della padrona, uno sputo ben mirato finisce a pochi millimetri dalla scarpa del porcello fascista. Fantastica!
La mia alleata mi prende per il braccio e mi trascina verso il nefasto cancello verde, a pochi passi da esso ci giriamo e un bel "FASCISTA DEL CAZZO" riempie con brio la mattinata.
Impossibile, dico, mentre con rabbia lancio lo zaino sul banco, seriamente Anna, dobbiamo fare qualcosa! Anna mi fissa tra l'attonito e l'addormentato mentre, con naturalezza, addenta un panino con cotoletta alle otto di mattina. Si, cavolo! bofonchia tra un morso e l'altro.
Hey puffetta, cos'è hai lo scazzo già di mattina? Guarda che se hai il ciclo devi spostarti eh! "contratto tra compagni di banco".
Guardo Simone come se me lo volessi mangiare vivo. Mi risponde con l'imitazione della mia espressione poco amabile e mi sciolgo in una risata. Dobbiamo fare qualcosa... ma dobbiamo arrivare! Capisci? Si, le rispondo. Però pulisciti scema. Stai zitta te, Desy, come possiamo arrivare a più persone? Da chi partiamo? Come cambiamo il mondo? Scuoto la testa. Già, come?
Ma come ci sono finita qui? Penso mentre duemila occhietti vacui mi scrutano. "Ciao sono Desirèe, mi candido come rappresentante di istituto" Qualcuno sbadiglia, gli altri fissano i loro telefoni a pochi centimetri da naso.Cerco di parlare ma le parole mi si bloccano in gola. Come posso avere la loro attenzione? Perchè sti ragazzini non hanno il moto della ribellione? -Vado?, sussurro piano ad Anna. Sorride. -Hey. Sicura? Smettila! Falli tuoi, mormora
Mi alzo. Di scatto. Gli altri sei candidati mi fissano attoniti. Prendo di nuovo in mano il microfono. Eccomi, in centro al palco, vedo qualche testa alzarsi, qualcuno si ridesta dalla soporifera vita studentesca. Li guardo con aria maliziosa –Non è che qualcuno ha del filo?
-Eh? Perché?, sento dal fondo dell'Aula Magna
Bhe devo attaccare bottone!
Guardo la platea che dopo due secondi di imbarazzo generale scoppia in una risata così fragorosa che mi ricorda perché sono lì.
Alla fine se la vita ha un senso deve essere quello dell'umorismo.
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Through my word
Short StoryQuando hai sedici anni e la vita non può che sembrarti un noioso pendolo tra noia e dolore ci sono due strade: O su le mani o su le maniche. Mi chiamo Desirèe, sono un'adolescente. Lo dimosrano i miei capelli blu e i miei anfibi sporchi. Sono un'ado...