CAPITOLO 1: VERGINE MAI

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Sono nato il 23 settembre 1979.

10 giorni e più dopo la data presunta del parto. Hanno dovuto stimolare mia madre per invitarmi gentilmente ad uscire.

Chissà se il mio ritardo fosse dovuto alla mia concezione visionaria di un mondo non così gradevole rispetto a quello a cui ero stato abituato fino a quel momento o semplicemente non volevo portarmi per tutta la vita l'appellativo di vergine, sia pure come segno zodiacale.

Vergine mai, sia mai.

Sta di fatto che mi hanno tirato fuori, direi quasi con prepotenza, senza chiedermi il permesso e senza che firmassi il mio atto di nascita.

Nascere da un'espulsione. Gran sballo!

Vieni fuori, cazzo, vieni fuori che ti dobbiamo imbottire di vaccini, finti anticorpi, finti ideali, fragili illusioni, vieni fuori, cavia, abbiamo bisogno del tuo lavoro per arricchirci.

E che cazzo non chiedevo un permesso scritto, in modo tale da poter avere una prova tangibile che tutto fosse stato una mia scelta, ma almeno bussare prima di entrare no? O forse in questo caso bussare prima di uscire!

Non che non sarei mai nato ma probabilmente mi sarei goduto ancora qualche giorno di pace attaccato al cordone ombelicale, in quel mondo dove sembra che tutto abbia un senso e dove c'è una pace assoluta che forse mai più si ritrova al di fuori del ventre materno.

Gran sballo.

Non so cosa possa pensare un bambino appena tirato fuori dal suo paradiso primordiale o se abbia addirittura facoltà di pensare.

La cosa certa è che sin dalla nascita la società ci mente su quello che ci aspetterà.

Come? Ci sbattono una tetta in bocca e innocentemente crediamo che il mondo sia soltanto ciucciare un capezzolo.

Questo sì che è un gran sballo.

Ad un certo punto dopo qualche mese di giorni trascorsi ad attendere spasmodicamente il ciucciamento, questo privilegio ci viene sottratto, ci catapultano nell'inferno e in men che non si dica ci ritroviamo a combattere con le prime malattie, i compiti, la timidezza, la pubertà, i compagni di scuola, la strada, la tv, la ricerca di un lavoro, come perdere la verginità, il doversi necessariamente creare una posizione ecc. ecc., tutto questo con un sogno americano nella testa: una tetta da ciucciare per rimembrare il periodo in cui eravamo vergini da qualsiasi imposizione e congettura sociale.

E di tutto questo vi parlerò, a mio modo, nei prossimi capitoli.

Vergine mai.

La società non ti vuole vergine.

Tu non ti vuoi vergine.

Al massimo si può sopravvivere essendo Bilancia, cuspide vergine.

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