CAPITOLO 10

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La testa mi duole da morire, mi sembra di avere una corona di spine addosso.

" Ahi..." dico massaggiandomela delicatamente, mi alzo dal letto molto lentamente cercando di non fare movimenti bruschi per non avere giramenti di testa. Sento un dolore lancinante al fianco e la schiena è tornata a farmi male come prima, mi alzo la maglietta e vedo un bendaggio completamente sporco di sangue. Stringo i denti per non urlare da male.

Cerco di alzarmi, ma mi viene un giramento di testa improvviso e ricado sul letto mordendomi il labbro per non urlare dal male. Comincio a sudare e il fiato comincia a mancarmi, mi guardo intorno per cercare di capire se posso trovare qualcosa con cui aiutarmi, ma oltre alle cose comuni dei pelle rossa non vi è nient'altro.
Non posso farcela da sola, e anche se il mio orgoglio cerca di impedirmelo, cerco di chiamare aiuto, ma dalla mia bocca non esce nemmeno un sussurro.

Capendo che non ho altra possibilità mi alzo dal letto stringendo i denti e cercando di capire quale sia la strada giusta da seguire delle 40 mila che mi si presentano davanti per colpa dei giramenti, ma è come se nemmeno ci avessi provato,appena  cerco di fare un passo le gambe non mi reggono e cado ancora una volta però non sul letto ma sul pavimento, tirandomi dietro pure il vaso che si trova vicino al letto e che cadendo si rompe. L'ultima cosa che vedo prima di svenire sono due ombre che corrono verso di me, poi buio ancora una volta.

Peter's Pov

"Calmo?! Calmo?! tu non mi dici di stare calmo" urlo contro Giglio che non fa altro che ripetermelo. " tu non capisci Gi, lei mi ha difeso da suo padre anche se non ce n'era il minimo bisogno nonostante tutte le sue ferite senza pensarci due volte, e ora è colpa mia se si trova su un letto in punto di morte" lei mi mette una mano sulla spalla stringendola cercando di calmarmi. Ma non serve a molto, l'ansia e la paura restano, non so perché mi sento in questo modo. Forse era meglio se non sentivo quello che aveva da dire il medico, preferivo non saperlo.

Sto per allontanarmi dalla tenda insieme a Gi, che tiene sempre la mano sopra la mia spalla, quando sentiamo un rumore provenire da dentro la tenda, in meno di mezzo secondo ci guardiamo e corriamo dentro.
Lei è li a terra, con il vaso rotto a pochi centimetri dal viso, il mio cuore perde un battito ma mi riprendo velocemente, mi avvicino e cercando di fare meno pressione possibile sulle ferite o sulla schiena la giro e la prendo in braccio rimettendola sotto le coperte del letto di Giglio; ha un ciuffo di capelli davanti agli occhi chiusi faccio per spostaglielo ma ritraggo subito la mano ( che ti prende Peter, riprenditi! ), è più pallida di quando l'ho lasciata 5 ore fa e il suo viso è imperlato di sudore.

Gi nel frattempo ha raccolto come poteva i vetri rotti e ora le stava controllando la ferita, spostandole poi il ciuffo da davanti gli occhio e passandole un panno bagnato sul viso per far andare via il sudore, non ce la faccio a restare li a guardare la scena ma quando faccio per allontanarmi  una mano mi blocca prendendomi per il polso e stringendolo.
Riconoscerei il suo tocco ovunque, mi giro con la speranza di vederla sveglia, ma lei sta ancora dormendo profondamente, guardo Gi per chiederle una spiegazione,ma lei alza le spalle e scuote la testa, nemmeno lei capisce il perché di questa cosa; cerco di togliere il polso dalla sua mano però lei stringe più forte come se avesse paura che possa succedermi qualcosa mentre lei non è sveglia, un sorriso ebete mi si stampa sul viso.
Gi mi avvicina la sedia della sua scrivania e se ne va senza dire una parola mentre io mi siedo e la guardo dormire, poco dopo non so come mi addormento sulla sedia con la mia mano nella sua.

Non so quanto tempo ho dormito, so solo che mi sono svegliato con delle urla: le sue urla.
Lei è li, seduta che urla come se non ci fosse un domani ed io dietro di lei che le stringo le spalle con le braccia per cercare di calmarla.

Dio perché Giglio non arriva! Non so per quando ancora riuscirò a tenerla ferma, non vuole essere tenuta ferma, continua a graffiarmi le braccia come se volesse liberarsi dalla mia presa, ma io non posso lasciarla perché non è sveglia, il problema è proprio questo: lei NON è sveglia.

Senza neanche farlo apposta appena Giglio entra nella tenda lei smette di urlare e si riaddormenta tra le mie braccia "eh ma allora mi prendi in giro " dico alzandomi dal letto e appoggiandola meglio sul cuscino "fino a due secondi fa urlavi come se non ci fosse un domani e appena arriva Giglio smetti ? Non mi sembra una cosa possibile"  so che sembra che stia parlando da solo, ma in qualche modo dovrò pur sfogarmi e perché non sfogarsi con l'ironia ?
Giglio al mio fianco scuote la testa cercando di trattenere le risate e va a controllarle le ferite.
Io mi controllo allo specchio i graffi che mi ha lasciato, per fortuna non ha le unghie lunghe se no sai che belle braccia a strisce mi venivano ?
"PETER!" mi giro verso Gi e la guardo con un sopracciglio alzato come per dire: cosa vuoi ? Lei mi fa un cenno con la testa verso la ferita sul fianco di Jenny, la faccia non promette nulla di buono.
Mi avvicino e la guardo a mia volta: la ferita è diventata tutta nera e da quella partono per una zona ancora minima delle striscioline nere, come se i capillari da rossi fossero diventati improvvisamente di un altro colore . Guardo Gi spaesato "cosa vuol dire ?" Le chiedo, non riesco a darmi una spiegazione plausibile a meno che.... "aspetta non dirmi che..." "Si" mi interrompe guardando sempre più preoccupata la ferita.

"non può essere Giglio, dove l'avrebbe trovato? Nessuno lo vede più da almeno un secolo e poi non poteva essere lei il bersaglio, andiamo, dopotutto è sua figlia" siamo fuori dalla tenda e io comincio a camminare in tondo passandomi le mani tra i capelli in continuazione, sono nervoso "non lo so Peter, ne ho sempre e solo sentito parlare, non pensavo esistesse veramente. E non sono del tutto sicura che abbia sbagliato bersaglio, non ti ricordi la sua schiena com'era conciata? Non è certo un padre amorevole" anche lei è spaventate e preoccupata lo sento da suo tono di voce "non capisco" lei mi guarda un attimo spaesata prima di aprire bocca "che c'è?" le dico fermandomi a fissarla "perché tu non stai male? tu hai combattuto prima di Jenny con Uncino, se la sua spada era impregnata di quel veleno tu dovresti essere nelle sue stesse condizioni, prendendo in considerazione che tu fossi il bersaglio principale" mi punta il dito al petto, come se fosse colpa mia il fatto che Jenny è stesa su un letto "io..." mi guardo intorno prima di risponderle, poi tiro fuori un piccolo sacchettino di stoffa dalla mia tasca "è un vecchio incantesimo del libro di mia madre, io non posso prepararlo, ma Trilli ci ha provato e ha funzionato. Dovrebbe proteggere chi lo ha con se dalle ferite fisiche, non dai veleni" lei fa per prendere il sacchetto dalle mie mani ma me lo rinfilo in tasca prima che ci riesca "ecco perché le tue ferite si sono subito rimarginate" mi guarda stupita "però non spiega il perché tu non sia stato avvelenato se non funziona contro i veleni" si porta una mano sul monto per pensare "non lo so Giglio, non capisco. E ora è comunque inutilizzabile, funziona solo per una volta" lei continua a non aprire bocca poi mi guarda "forse è meglio se aiuti gli altri con il villaggio, io mi occuperò di Jenny nel mentre" detto questo se ne va entrando nella tenda. 

Resto fermo per un attimo, Giglio ha ragione, perché io non sono stato avvelenato ma lei si? manca un tassello da qualche parte. Devo tenermi occupato per non pensare troppo, vado verso il centro del villaggio per aiutarli con la ricostruzione. 

Descendants - La Figlia Di Capitan UncinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora