Supermercato

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- Sono 30 euro e 69 centesimi.- Enunciò la giovane commessa del supermercato, battendo per l'ultima volta sulla tastiera, iniziando a stampare un lungo e dettagliato scontrino.

La luce del sole si faceva largo tra le vetrate accanto alle casse, illuminando così la ricca spesa dei due giovani ragazzi sul punto di pagare il conto. Uno di loro, quello apparentemente più giovane, aveva afferrato con fare svelto la busta di plastica che la cassiera gli aveva porto pochi momenti prima. Aveva le manine piccole e magre, ma allo stesso tempo svelte ed attente ed afferrava alla svelta tutti i prodotti appena acquistati e li infilava nella busta. I capelli color del grano gli ricadevano sul viso delicato e fanciullesco, celando la sua espressione ansiosa e cupa. Gli occhietti smeraldini erano fissi dapprima sulla spesa, poi sulla bionda e aitante cassiera in attesa del pagamento, poi sul suo moro ed affascinante compagno.

- Liet...- sussurrò Feliks con voce tremante, tentando di non farsi sentire dalla commessa e fingendo di star semplicemente frugando nella sua busta per non attirare l'attenzione.
Gli occhi color del mare dalle sfumature ambrate del baltico si spalancarono al sentir pronunciare il suo nome, ed il lituano, cupamente, volse lo sguardo verso il suo amato polacco.

- Lo so, Feliks, lo so...- il moro sospirò e lanciò un ultimo disperato sguardo al piccolo e fragile biondino dall'aria spaventata, per poi osservare freddamente la cassiera.
La giovane dagli occhi scuri e pieni di vitalità ricambiò lo sguardo del lituano stupita e confusa, aggrottando le sopracciglia con fare interrogativo. Probabilmente pensò che i due non avessero capito ciò che aveva detto, così, con tono alto e deciso, ripeté. "Sono 30 euro e 69 centesimi."

Lituania sobbalzò, come spaventato dal tono alto usato dalla bella impiegata. Polonia quasi abbracciò la busta della spesa dallo stupore, ruotando la testa a destra e a sinistra come per assicurarsi che nessuno li stesse osservando o avesse percepito la loro bizzarra presenza.

- Silenzio!- la rimproverò il moro dagli occhi glaciali, nascondendo il viso tra le mani per trattenere il nervosismo che lo divorava. - Senta...- il suo sguardo si fece largo tra le dita e s'incontrò con quello della sempre più confusa ragazza. - Non dica nulla... noi abbiamo bisogno di questa roba, ok?- le parole a stento riuscirono a trovare il modo di venir fuori dalle labbra del ragazzo, tremanti e fioche, e a malapena la commessa riuscì a recepirle e capirle.

- Come, prego?- il volto della giovane era un miscuglio confuso di emozioni. Doveva essere irritata, dato che oltre i due strani ragazzi si stava creando una fila sempre più compatta e lunga, sconvolta e, al suo posto, io mi sarei sentita perfino minacciata e spaventata. Trovarsi un giovane con due occhiaie nere come la pece a parlarti così in un supermercato non è certo come passare la notte di Natale a bere Coca Cola su una spiaggia australiana.

Il lituano la fissò qualche secondo e, vedendola così sorpresa, si convinse che probabilmente non sapeva. In effetti era molto giovane, probabilmente non era ancora arrivata a conoscere il mondo delle sostanze stupefacenti. Il moro diede un'ultima rapida occhiata al polacco e si decise ad agire. Infilò sveltamente la mano nella giacca e, dopo essersi assicurato di non essere osservato, ne tirò fuori il suo tanto sudato tesoro: un meraviglioso, splendente, lucente, fantastico, favoloso, luminescente, brillante, accecante, divinamente invitante pacchetto da 300 grammi di pura farina lituana.
Gli occhi smeraldini di Polonia s'illuminarono come il più acceso dei soli alla vista di quella tanto ardita sostanza di cui faceva a meno da circa una settimana. La mano di Lituania non voleva stare ferma e tremava ansiosa, mentre lui avvicinava cautamente il pacco alla cassa, sentendo già il dolce e stupefacente sapore della farina e del pane appena sfornato invadergli la gola. Finalmente, finalmente dopo tanto tempo avrebbero rivissuto l'ebbrezza dei trip da farina.

Procurarsi la droga era per loro molto difficile. Il loro amico Olanda, come loro affetto da tossicodipendenza, era solito farsi di marjuana, eroina, cocaina, oppure c'erano Cina e Inghilterra che, alle volte, si scambiavano le dosi di oppio. Per loro era semplice procurarsi le sostanze, tra pusher e organizzazioni varie. Ma la farina. La farina ragazzi è difficilissima da ottenere senza essere scoperti. La si trova nei negozi dove puntualmente vi si trovano clienti, commessi, addetti alle pulizie e, nel peggiore dei casi, anche la polizia. Lituania temeva di essere colto con le mani nel sacco e Polonia temeva che la commessa, visto il pacchetto di farina, avrebbe subito chiamato le autorità.

E invece no.

La donna li fissava spenta, con la testa inclinata da un lato e lo sguardo confuso.

- Vuole aggiungere la farina al conto?- chiese con voce naturale e calma, come se l'acquisto di farina in quel negozio fosse una cosa da nulla, da persone qualsiasi.

- Si...- disse Lituania sconcertato e quasi sollevato, rinfilandosi il pacchetto nella giacca con fare furtivo.

- Sono 31 euro e 90.-

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⏰ Last updated: Oct 17, 2016 ⏰

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Di come la farina divenne droga. ||LietPol||Where stories live. Discover now